Fra Giuseppe che apprezzo e voglio bene, mi ricorda, anzi mi esorta, sempre di non citarlo mai, ma sarà costretto a perdonarmi ancora una volta e chissà per quante volte ancora. Impossibile non parlare di un umile frate che con il suo esempio, i suoi sacrifici, il suo grande aprirsi con tutti sia riuscito a essere considerato l’amico di ognuno di noi.
E’ una forza della natura proiettata nel bene. Mentre scrivo, so bene, che rischio di prenderle di santa ragione, ma l’ho visto accanto al letto di morte di gente abbandonata, si è umiliato per ottenere aiuto in favore dei più deboli, sta in mezzo alla gente. C’è un saio tra la gente, tra i giovani, pronto a dare vita a iniziative al limite dell’impossibile. La marcia interreligiosa per la pace, con centinaia di musulmani presenti.
E’ una tale forza della natura che è riuscito a fare indossare pubblicamente il saio ad un imam e fargli tenere in mano il Vangelo.
Ho rubato da un social la sua dichiarazione per il quarto anno di fondazione della Tenda del Padre Abramo, ché, dicevo, con i giornalisti, compreso il sottoscritto ha chiuso.
“Quattro anni fa nasceva Fraternità la Tenda del Padre Abramo. Abbiamo avuto il coraggio di aprire le porte del convento di Favara ai fratelli stranieri che non hanno dove posare il capo, aiutandoli, promuovendoli e dandogli l’affetto fraterno. Tutto questo con la generosità della gente, senza alcun finanziamento da nessun ente o istituzione, semplicemente affidandoci alla provvidenza del DIO UNICO e all’amore del nostro Signore Gesù Cristo”.
Al massimo posso parlare per me e per la mia redazione, ma penso che, questa volta, moltissimi miei concittadini saranno d’accordo con me nel dirti “grazie di cuore Fra Giuseppe”.