Con un certo anticipo rispetto al passato, si cercano candidature a sindaco e, cosa più strana, si lavora sui programmi.
Ed è senza dubbio un fatto assolutamente positivo. Sono persuaso che l’anticipata formazione di un programma sia dettata dalla necessità di convincere alcune personalità a candidarsi, considerato che ci vorrà una forte dose di coraggio ad amministrare Favara per i prossimi cinque anni.
Si è iniziato in casa del Pd, Rifondazione comunista, Area popolare, nel nascente gruppo di socialisti, Ncd, M5s e nelle liste civiche. Rifondazione e M5s sono stati i primi ad iniziare con le loro continue sollecitazioni all’indirizzo di Manganella su diversi settori amministrativi.
L’aria politica che si respira è di quella buona, salvo a guastarsi strada facendo. Argomenti di dibattito sono la questione finanziaria dell’Ente e la qualità dei servizi.
Le notizie, le poche che riesco a “rubare” offrono il quadro chiaro di una corsa a chi arriva primo alla candidatura a sindaco, alla composizione delle liste e al programma. Ci sono liste già pronte che aspettano di salire sul carro più favorito, altre sono pronte e collocate. Tutti sono consapevoli che saranno cinque anni in salita, quasi in perpendicolare.
Ciò che sta accadendo, dicevo, è positivo, ma senza volerci trovare per forza il pelo nell’uovo, sono, nello stesso tempo, convinto che in quasi tutti i ragionamenti i cittadini siano esclusi e, a volte, autoesclusi. Ovviamente è una mia impressione. Nella recente assemblea cittadina voluta da Rifondazione sul crollo verificatosi nella via Piersanti Mattarella, la cittadinanza non si è presentata, c’erano pochi residenti, come se ai non residenti la particolare problematica non interessasse. Questo è il classico esempio della quasi generale non curanza dei favaresi sulla cosa pubblica. C’è comunque chi cerca di fare ascoltare le proprie ragioni attraverso diversi mezzi, ad iniziare dai social.
C’è una parte di cittadini, per diverse motivazioni, che cerca di suggerire soluzioni alla politica.
Nel mio mestiere devo cercare le notizie tra i titolari di cattedra, ma devo confessarvi che leggo con piacere le riflessioni di Massimo Centine, del professore Salvatore Sorce e di tanti altri che stanno dietro al “bancone”, i “clienti” della politica. Allo stesso modo sono interessato alle omelie dell’arciprete, don Giuseppe D’Oriente, alle attività della Pastorale cittadina.
Nell’iniziare bene, così come si sta tentando di fare, ci starebbe bene il confronto con la città per renderla partecipe nella programmazione del suo futuro.