Il picco più basso si è registrato dal giugno 2012 al settembre del 2014, quando la piscina rimase chiusa per ben 2 anni. Allora la consulta giovanile favarese si interessò al caso. Fece uno studio accurato sulle spese di gestione e visionò diverse delibere. Il problema erano e sono i costi che ammontavano a circa 350 mila euro l’anno. Pesarono su questo bilancio soprattutto le voci “gasolio” “illuminazione” e “personale”. Il problema è stato superato nell’ottobre del 2014 grazie all’istallazione del solare termico da parte della società “ESCO – gruppo Alaimo”, ditta che si è aggiudicata l’appalto. L’installazione di tali energie rinnovabili ha permesso al nostro comune di risparmiare circa il 50% sull’importo totale. Ma il calvario della piscina comunale era destinato a continuare.
Infatti con l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario i beni pubblici che rientrano nei cosiddetti “servizi a domanda individuale” (piscina comunale compresa) devono incassare almeno il 36% dell’importo annuo speso. In pratica il comune dovrebbe incassare da questa benedetta piscina una cifra vicina ai 111 mila euro, ovvero il 36% dei circa 175 mila euro. Per percepire questi denari il costo del biglietto sarebbe aumento vertiginosamente. Per questo motivo la piscina ha richiuso nuovamente i battenti, nel giugno del 2015, aspettando tempi e soluzioni migliori. E la politica? Il portavoce dei socialisti Giuseppe Lentini e il consigliere comunale Salvatore Broccia hanno chiesto al Presidente del Consiglio Comunale Salvatore Lupo un forte impegno sulla questione. In particolare i due esponenti politici hanno ricordato al Presidente che la nostra campionessa favarese Nadine Cimino, che nel recente campionato regionale di categoria della Federazione Italiana Nuoto ha conquistato due medaglie d’oro e un argento, su tre gare disputate, ha difficoltà ad allenarsi per via della chiusura della struttura. Con lei tutta la cittadinanza che usava la piscina per fare corsi di nuoto, acqua fitness,acquagym, riabilitazione ecc ecc. Così il Presidente del consiglio comunale, il 7/07/2015 prot. N. 28714, ha inviato una missiva indirizzata ai dirigenti dei servizi finanziari, della P.O.4 e al segretario comunale dove chiedeva un resoconto dettagliato sui costi di qualsiasi genere della piscina comunale a partire dalla stagione 2014 fino alla chiusura del 2015. Nello specifico il Presidente del Consiglio vuole vederci chiaro sulla tempistica dei risparmi derivanti dal solare termico. “Si risparmia ora e subito o fra vent’anni?” Sbotta Salvatore Lupo.
Comunque sia, ad oggi non gli è pervenuta alcuna risposta. Il sindaco, dal suo canto, dice che è sconveniente riaprire la piscina nel 2015 perché i costi verrebbero paradossalmente caricati sull’Ente come se la piscina avesse funzionato per tutto l’anno. Dunque tutto rimandato per il 2016. Nel frattempo l’amministrazione sta vagliando diverse soluzioni. Intanto il sindaco vuole sostituire i 12 lavoratori della piscina comunale (socialmente utili) con il personale ASU, perché quest’ultimi non vanno a pesare nel bilancio annuale della piscina. Ma qui si apre il problema della formazione del personale. Infatti i dipendenti che sino ad oggi hanno prestano sevizio (bagnini ecc ecc) presso la piscina comunale sono qualificati professionalmente per questo tipo di servizio.
L’amministrazione ha anche pensato di aumentare il solare termico. La società ESCO – gruppo Alaimo è disponibile a installare 2000mq di pannelli solari ma chiede la gestione del palazzetto dello sport. I legali del comune hanno chiaramente detto che tale ipotesi è impercorribile perché non è prevista dal regolamento. Per questo motivo, come ci conferma il sindaco, non si esclude la possibilità che il servizio venga esternalizzato. Il Presidente del Consiglio comunale, invece, auspica un accordo di collaborazione pubblico-privato volto ad incentivare delle attività imprenditoriali che permettano al comune di Favara di far cassa (recuperando cosi quel famoso 36%) sfruttando al massimo tutte le potenzialità della struttura. “Questa misura correttiva” – conclude Lupo – “potrebbe essere preziosa per ripianare il nostro debito ed essere più credibili presso il ministero dell’interno ”.
Intanto la struttura si sta lentamente logorando. Il tetto perde acqua, il pavimento scricchiola, qualche trave è pericolante. Se non si agisce subito la nostra piscina diventerà l’ennesimo vuoto a perdere.
1 commento
Spero che si faccia chiarezza sui costi della piscina ,e che in brevi tempi la piscina possa riaprire.Bando alle chiacchiere ,ci sono tanti favaresi e non che aspettano altro della riapertura della piscina.C’è una società che non aspetta altro che nell’apertura della sudetta ,per portare in alto il nome della citttà di Favara.Stà nell’amministazione favarese far si che del mio paese non si parli solo di mafia e di mala politica. Io dico al direttore di Sicilia on press di tenere vivo l’argomento. Al sindaco :ascolta la voce di chi vuol bene a Favara ;fai riaprire la piscina;.Ci sono tante persone che hanno problemi fisici che non aspettano altro che la riapertura della piscina,ascoltali. Ci sono tanti genitori che vorrebbero portare i propi figli in piscina,Ascoltali .Se un paese di 35000mila persone non si possono permettere di avere aperta la propia piscina comunale ,come si fa poi a chiedere che si parli bene del proprio paese?.