Prof. Biagio Lentini
Ricorre , in questo mese, il centoquattordicesimo anniversario della nascita di uno dei cittadini più illustri di Favara il socialista Gaetano Guarino. Chi era Gaetano Guarino? Perchè è entrato nella leggenda?
Era un uomo con uno spiccato spirito umanitario, un politico galantuomo ed idealista. Un uomo di altissima statura morale e politica. Un socialista coerente e onesto. Un uomo integerrimo al sevizio della povera gente e dei più deboli.
Proveniva da una famiglia di condizioni economiche e sociali umili. Frequentò le scuole elementari a Favara. La famiglia per consentirgli di proseguire gli studi si trasferì a Palermo, dove conseguì la laurea in farmacia. Durante gli anni dell’università alimentò l’impegno e la fede di militante socialista scrivendo articoli per “L’avanti”, organo ufficiale del Partito Socialista Italiano, incontrando, in segreto, Pietro Nenni, antifascista, futuro segretario nazionale del P. S . I. , uno dei massimi rappresentanti del riformismo italiano e fautore della collaborazione tra cattolici e socialisti negli anni ’60.
Gli anni ’30 erano anni bui, difficili per la democrazia , imperava la dittatura fascista; per i democratici, l’unico porto sicuro erano gli arresti , il carcere duro, le torture, l’esilio forzato in isole sperdute . Durante la luna di miele venne arrestato rimanendo in carcere per più giorni. Da allora divenne un politico sorvegliato. Ma Guarino cosa fece per meritare l’epiteto di “ OMU PRIZIUSU “? Fu un personaggio straordinario, generosissimo e nobile di animo, sempre vicino alla povera gente, ai bisognosi. Da farmacista regalava le medicine a coloro i quali non erano nelle condizioni economiche di comprarle , affinché si curassero dalle malattie che li affliggevano. Non esisteva l’assistenza mutualistica. Fu un punto di riferimento per i discriminati e i diseredati. Caduto il fascismo, per Favara incominciò un’era nuova.
Nominato sindaco dal prefetto su indicazione del locale comitato di liberazione, obiettivo fondamentale di Gaetano Guarino fu il cambiamento morale , sociale, politico ed economico del paese. Non appena insediatosi nella carica di primo cittadino , si occupò subito delle condizioni degli operai delle miniere e dei contadini. Fu sempre accanto alle masse contadine e zolfatare negli scioperi, nella occupazione dei campi per rivendicare giustizia ed uguaglianza e la riduzione delle ore di lavoro in una giornata lavorativa. Fu un costante ricercatore del consenso tra le forze politiche democratiche.
Dimessosi da sindaco per contrasti all’interno della giunta comunale per dissensi con esponenti del Partito comunista italiano, venne rieletto sindaco il 10 marzo del 1946 con un voto plebiscitario, conquistando con la lista del Fronte Popolare Democratico 24 consiglieri comunali su 30. Fu il primo sindaco favarese democraticamente eletto. Ma, appena due mesi dopo, il sogno, l’entusiasmo di quella fiumana di uomini, donne , bambini, anziani che invadeva le piazze e le vie del paese quando Guarino , nei comizi, con la sua oratoria la incantava , veniva spezzato la sera del 16 maggio , tra la via Vittorio Emanuele e il vicolo della Musica , allorchè una mano assassina estrasse la pistola e sparò a bruciapelo alla nuca di Gaetano Guarino, colpendolo mortalmente. Il sacrificio dell’uomo, il cui assassinio, come tutti i delitti politici del tempo , è rimasto impunito, ma non fu inutile, se ancora oggi si ricorda la sua opera di socialista, democratico e riformista. Veniva ucciso l’uomo , non l’idea e la speranza.