Tutto ciò che dico nell’editoriale non è in contrapposizione alle riflessioni di fra Giuseppe espresse durante la cerimonia in ricordo di Guarino, ché pure il frate francescano, stimato e apprezzato, non ha legato direttamente la presenza di fatti negativi alle attività commerciali, come qualcuno ha potuto intendere.
Il suo riferimento è stato ad un reale vento di cambiamento che deve avvenire all’interno della legalità, come il non permettere che elementi esterni possano infiltrarsi nella piazza e renderla insicura.
La piazza è patrimonio di tutti e ce ne siamo appropriati per la prima volta nella storia della città, non certo per volontà politica, ché si è fermata alle promesse.
Fra Giuseppe non ha bisogno del difensore d’ufficio, ché è capace di difendersi da solo.
Non è il frate francescano e le sue riflessioni che mi hanno spinto a scrivere l’editoriale su Piazza Cavour, ma un articolo comparso ieri su un quotidiano regionale che fa riferimento alla presenza di droga nel luogo.
E’ chiaro che gli spacciatori non vanno a vendere nel deserto e che prediligano la grande folla. Dunque, pure in piazza Cavour è presumibile la loro presenza. Questo fenomeno bisogna lottare. Nulla c’entrano gli esercenti che, tra l’altro, non ne ricaverebbero alcun vantaggio, ma solo danni.
Fra Giuseppe, rivolgendosi ai ragazzi presenti durante la manifestazione, li ha in diverse occasioni esortati a non lasciarsi “catturare” dalla droga e dall’alcol. Il francescano non merita di essere attaccato.
Non merita soprattutto di essere giudicato e condannato per delle frasi che ognuno sembrerebbe interpretare a modo suo, io compreso, dopo il suo completo donarsi alla città.
1 commento
Chi sa tace- Ed io taccio pe cristiana carità.