Da una parte l’antico abbeveratoio di contrada Saraceno a valle del monte Caltafaraci, recuperato e liberato dai rifiuti grazie alla Pro loco Castello e soprattutto all’istituto comprensivo “Mendola-Vaccaro, con gli alunni coordinati dai docenti Annamaria Nobile e Dino Zuppardo “. Dall’altra gli scavi della villa romanica, a poca distanza, non più visibili e fruibili a causa dell’incuria e dell’abbandono da parte degli Enti preposti. Da una parte alunni e docenti con un alto senso civico che danno uno schiaffo morale a chi è preposto istituzionalmente alla gestione del territorio e alla salvaguardia dei beni culturali, che purtroppo stanno dall’altra parte. Questi i due contrastanti aspetti che gli alunni dell’istituto comprensivo “Falcone Borsellino”, giovani cronisti del giornale “L’Albero” edito dalla stessa scuola, sono stati chiamati a testimoniare e raccontare sul loro giornale.
La visita ai due siti è stata coordinata dalla Pro loco Castello, presieduta da Antonio Moscato, e condivisa dagli insegnati della scuola che hanno accompagnato gli alunni nella passeggiata che è stata inserita tra le iniziative dell’VIII Festa della legalità, in questi giorni in pieno svolgimento a Favara. A guidare gli alunni il docente-giornalista Giuseppe Piscopo che ha sollecitato i giovani cronisti, attenti e preparatissimi nonostante la loro tenera età. Con loro anche il tenente dei Carabinieri Nicolò Morandi e Gaetano Scorsone, coordinatore della Festa della legalità. Da contrada Saraceno, simbolo di rinascita e partecipazione con il ritrovato abbeveratoio, ma anche di incuria e abbandono con la villa romanica, è partito un invito unanime, rivolto alla Soprintendenza ai bei culturali e anche al futuro sindaco di Favara, per una maggiore attenzione, tutela e valorizzazione dei beni paesaggistici di Favara.