Giuseppe Maurizio Piscopo
Rosario Neri trascorre i primi anni della sua vita a Bologna. La sua passione per la fotografia nasce a Palermo negli ultimi anni del liceo, nel momento in cui conosce due fotografi prestigiosi Letizia Battaglia e Franco Zecchin. Tramite loro collabora anche con il giornale “L’Ora” di Palermo. Nel 1997 si iscrive all’Istituto Superiore per la Cinematografia
” La Lanterna Magica” dell’Aquila dove studia come allievo di Vittorio Storaro. Nel frattempo continua a lavorare nella qualità di operatore di ripresa per diverse testate giornalistiche Reuters, Mediaset, Sky. Collabora a diversi cortometraggi e documentari: (“Le Vie dei Tesori”, “Il Risveglio” di Maurizio Diliberto), per L’UNIPA: La Sicilia del mito regia di Giancarlo Montesano, per la Rai: Ore diciotto in punto (2013) regia di Giuseppe Gigliorosso candidato ai David di Donatello. Ha insegnato presso il DAMS di Palermo ed è docente presso la scuola Cinema Sud.
Quando e come nasce la sua passione per il Cinema?
“La passione per il Cinema nasce in seguito alla mia esperienza di testimone in molti fatti di cronaca nera palermitana negli anni 80. Sono stato testimone come telecineoperatore di servizi giornalistici sulla guerra di mafia nell’insediamento dei corleonesi”.
In Sicilia sono stati girati moltissimi films, ma solo pochissimi sono apprezzati dalla Critica internazionale, qual è il suo film preferito?
“Il mio film preferito è un film di Damiano Damiani tratto dal libro di Leonardo Sciascia pubblicato negli anni 60 dal titolo: “Il giorno della civetta”.
Lei è un Direttore della fotografia molto apprezzato in Italia e possiede una raffinata sensibilità artistica e stilistica, quale importanza dà alla scelta della luce in un film?
“Per me la luce è la vita di un film! L’importanza di raccontare la fotografia in un film è il sole,la luce della mia Sicilia e cerco che sia naturale attraverso la riflessione della materia che circonda la mia isola e che la rende dorata: il tufo, il mattone refettario (pietra rossa).
La luce naturale investe queste pietre…
Cos’è cambiato nel Cinema dell’era digitale?
“Per me non è cambiato nulla! Ho sempre impressionato la mia luce per la pellicola e continuo a farlo ugualmente con il digitale. Lavorare con la pellicola è più clemente, con il digitale è più difficile ma hai l’immediatezza di vedere l’immagine e quindi di correggere l’errore”.
Secondo lei, perchè la Sicilia nel Cinema viene rappresentata sempre allo stesso modo e “spettacolarizzata” con le stesse location della “Vucciria” e della mafia, c’è solo questo da raccontare in Sicilia?
“No! La Sicilia sicuramente ha un sentimento che non è stato mai raccontato non è solo la Sicilia delle fiction che fa audience, tutta l’evoluzione della Sicilia si trova nel film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti.
Tempo fa ho scritto un articolo sui bambini, dal titolo: il Cinema, i bambini e la Sicilia ed ho affermato: che ancora la Sicilia non ha il suo capolavoro, lei cosa ne pensa?
“Un capolavoro io l’ho visto nel film di Emanuele Crialese dal titolo: “Nuovomondo”.In questo film è raccontato con poesia e raffinatezza il tema degli emigranti in partenza verso la “Merica”. E’ un racconto di splendida personalità siciliana che ha rischiato tutto per l’affermazione dei diritti umani”.
Qual è la grandezza del film “Il Gattopardo” e il limite stesso dell’opera realizzata in Sicilia negli anni 60 da Luchino Visconti?
“La grandezza del Gattopardo è una grandezza attuale, la scrittura di Tomasi di Lampedusa ha avuto molte difficoltà per la pubblicazione del testo. Vittorini non ha voluto pubblicarlo l’ha ritenuto “datato”. Sarà Giorgio Bassani che farà pubblicare il Gattopardo. Il limite della storia è che ancora oggi nessuno riesca a realizzare un lavoro di questo spessore culturale”.
La maggioranza degli italiani non ha visto il film: “Palermo Shooting” di Wim Wenders, qual è il suo pensiero su questo film?
“Palermo Shooting è un’opera straordinaria. Il concetto principale è il tema della morte che per il regista è molto presente a Palermo. Wenders aveva visitato a Palazzo Abatellis il quadro “Il trionfo della morte” realizzato da un artista straniero, provenzale o catalano nel 1446 ed era rimasto folgorato. Da questa immagine parte tutta la storia del film che tutti i siciliani dovrebbero vedere!”
Ha mai incontrato Tornatore?
“Non ho avuto ancora il piacere di incontrarlo, ma spero possa capitare!”
Qual è il suo pensiero sull’opera del regista di Bagheria?
“Sono contento che abbia girato “il film: Nuovo Cinema Paradiso” e “Una pura formalità”…”
Che cosa sta preparando in questo momento?
“Sto raccontando un film dal titolo: “La voce degli occhi” che ho appena finito di girare, tratto dalla storia vera di Salvatore Crisafulli. Sono stato contattato dal fratello Pietro che mi ha regalato il libro-diario di Tamara Ferrari. In questa storia ho potuto sentire la voce di Salvatore e tutta la sua toccante storia. Spesso, penso che in fondo sia stato lui a scegliere me per raccontare il suo calvario nel film: “La voce negli occhi” che uscirà in autunno nelle sale italiane”.
1 commento
Sinceramente non vedo l’ora che esca il film “La voce degli occhi” che racconta l’intensa e toccante vicenda di Salvatore Crisafulli, uomo forte e legatissimo alla vita colpito dalla Sindrome di Locked-in.
Queste sono le storie che bisogna far conoscere alla gente, storie vere, intense e ricolme di significati importanti!
Grazie Rosario per aver accettato di raccontarcela!