Il ricordo di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia a Cinisi 38 anni fa, ha fatto da filo conduttore della festa per il tesseramento dell’associazione LibeArci Favara che si è presenta alla città. In realtà i favaresi avevano già avuto modo di conoscere i giovani di LiberArci in occasione della campagna referendaria No triv, contro le trivellazioni, che li aveva visti impegnati con un volantinaggio per le vie della città ma anche con l’invito a partecipare ai campi antimafia promossi dall’ARCI. Ieri sera il Circolo culturale ha dato vita ad un interessante evento culturale che ha voluto ricordare la figura di Peppino Impastato, il giovane siciliano ucciso dalla mafia. Presenti il sindaco di Favara, Rosario Manganella, che ha avuto parole di elogio per i ragazzi di LiberArci, ricordando la sua esperienza con l’Arci; la presidente del Circolo culturale “Danilo Dolci” di Agrigento Federica Salvo che ha sottolineato il proficuo rapporto di collaborazione fra i due circoli ARCI; il dirigente regionale ARCI Giuseppe Montemagno che ha illustrato ai presenti tutte le opportunità di partecipazione che offre l’associazione più grande d’Italia.
Interessanti spunti e un vivace dibattito è nato tra il folto pubblico che ha gremito Palazzo Cafisi, anche con le provocazioni arrivate da Giuseppe Barcellona, scrittore palermitano, vincitore di alcuni primi letterari sia in Italia che in Europa, che ha presentato il suo libro “Cento passi indietro”. E’ toccato al presidente Pasquale Cucchiara tracciare le finalità della neonata associazione LiberArci, ribadendo l’indipendenza da qualsiasi partito politico ed annunciando che il Circolo intende aprire delle interlocuzioni con tutti i candidati a sindaco ai quali sarà presento un programma-proposta sui temi della promozione culturale e la coesione sociale.