“Si ritiene, pertanto, che ricorrono i presupposti di cui all’articolo 244 del TUEL ( dissesto finanziario), constatata l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi programmati nel piano di riequilibrio finanziario pluriennale approvato dall’ente con deliberazione di C.C. n. 83 del 14/06/2015”. Questo è il capoverso conclusivo della lettera di accompagnamento alla proposta di deliberazione che il Consiglio Comunale, a firma del ragioniere capo del comune dottoressa Russello, dovrà discutere nella riunione di mercoledì 21: approvazione del rendiconto della gestione per l’esercizio 2015 ai sensi dell’articolo 277 del d.Lgs numero 267 del 2000.
Sul particolare argomento mi ha fatto riflettere un editoriale di Franco Pullara del 17 agosto dal titolo ” Ma il dissesto è una scelta?”.
La politica si affanna e si divide tra “favorevoli e contrari al dissesto” ma basta semplicemente che la gente leggesse le carte e gli atti per farsi la giusta idea sulla reale situazione e sulle reali responsabilità.
“Si rappresenta che il rendiconto della gestione 2015 si chiude con un disavanzo di amministrazione è pari a € 16.873.117,23 mentre la verifica del ripiano della quota annua del disavanzo straordinario di amministrazione conduce ad una quota non ripianata da porre a carico del nuovo bilancio di previsione 2016/2018 pari a € 2.827.770,97”. Pare di capire che la dottoressa Russello nella sua relazione, indica un disavanzo di quasi 3milioni di € che spiega essere possibile ripianare in più esercizi attraverso l’approvazione di un piano da approvare contestualmente al rendiconto di gestione, salvo poi continuare testualmente, ” con la precedente deliberazione di giunta municipale n.77 del 26/05/2016 sono state emanate direttive politiche in ordine alla riduzione degli impegni di spesa e all’ottimizzazione delle entrate da prevedere nell’esercizio finanziario 2016 al fine di ripianare il disavanzo di amministrazione emergente dal rendiconto 2015. A tutt’oggi non sono state adottate misure strutturali tali da far prevedere risparmi consistenti di spesa od ottimizzazioni della riscossione idonee a garantire il recupero del disavanzo emergente dal rendiconto 2015 e mantenere gli equilibri previsti nel piano finanziario pluriennale approvato dall’ente”. Come a dire che è teoricamente possibile farlo secondo la normativa ma praticamente impossibile da realizzare.
La dirigente puntualmente indica anche le cause che hanno prodotto il disavanzo :
-una riduzione progressiva delle risorse derivate trasferite agli enti come le spettanze per disabili e minori;
-l’applicazione puntuale delle norme inerenti l’armonizzazione contabile che ha prescritto maggiori vincoli derivanti da leggi e principi contabili ed accantonamenti, rispetto al previsto gente quadro normativo, nella ripartizione del risultato di amministrazione;
-il mancato miglioramento del flusso delle riscossioni delle quinquennio 2010/2014 che non ha consentito di recuperare eventuali economie accantonate a titolo di fondo crediti di dubbia esigibilità.
“Tuttavia si ritiene che la richiamata facoltà prevista dall’articolo 15 comma 2 del DL giugno 2016 n.113, non costituisce una misura sufficiente ripiano del disavanzo risultante dal rendiconto 2015 in quanto a tutt’oggi non sono state conseguite le misure strumentali di riequilibrio tali da far prevedere risparmi consistenti di spesa ed ottimizzazione della riscossione donne a superare la grave situazione finanziaria dell’ente. Difatti l’attuale spesa corrente e la previsione delle entrate non garantiscono gli equilibri di bilancio per molteplici cause tra cui la capacità di riscossione dell’ente”. Oltre ai buoni propositi di tutti pare che le parole della dirigente non lasciano scampo e/o altra via di uscita, non ci resta che attendere il Consiglio Comunale di mercoledì occasione anche per ascoltare le delucidazione dell’organo di revisione.