La portavoce sindaco, come lei stessa ama definirsi, Anna Alba, esponente del Movimento 5 Stelle da 100 giorni è al governo della città di Favara. Un evento storico per la città chiaramontana che per la prima volta nella sua storia si ritrova con una donna sindaco. Una elezione plebiscitaria che le ha consentito anche di avere (per il non apparentamento dell’opposizione) la maggioranza in Consiglio comunale. Ma dalla splendida rosa che è stata l’elezione sono rimaste solo le spine, acute e pungenti, di una situazione finanziaria che, sembra, ci porterà dritti al dissesto. A distanza di 100 giorni dalla sua elezione abbiamo chiesto alla portavoce sindaco Anna Alba una intervista, 6 semplici domande per altrettante sei chiare risposte.
D- Cento giorni di Governo della città di Favara, le cose sono andate come se l’aspettava?
R- Direi di si. Avevamo già davanti lo scenario che poi abbiamo trovato: debiti su debiti, un Ente che non ha neanche la capacità economica di acquistare una ricaricare toner o una risma di carta perché il conto corrente dell’economo comunale è pignorato e il conto unico di tesoreria è in rosso malgrado un fido di 11 milioni di euro. Ma siamo un gruppo di attivisti coeso e finora siamo stati in grado di fronteggiare qualsiasi difficoltà o urgenza.
D- Qual è l’atto deliberativo che ha fatto ben volentieri e quello che avrebbe fatto almeno di firmare
R- Tutti gli atti deliberativi vengono scritti, discussi ed esitati da me e dalla giunta col medesimo entusiasmo. Quindi tutti gli atti deliberativi sono fatti ben volentieri, se proprio devo scegliere però direi che l’atto che ho firmato “senza nemmeno guardare” è stato quello legato alla proroga contrattuale dei 65 lavoratori precari in servizio al Comune. Non firmo atti deliberativi “controvoglia” piuttosto rassegnerei immediatamente le dimissioni.
D- Qual è stato il rapporto con gli impiegati comunali, dirigenti ma anche con l’opposizione e soprattutto con la città
R- Il rapporto con gli impiegati è ottimo. Forse un po’ di turbolenze le abbiamo avute dimezzando il numero dei dirigenti e riducendo di conseguenza il numero dei responsabili di servizio. Adesso, malgrado la situazione finanziaria sia piuttosto allarmante, vedo tanta empatia e spirito di servizio che pare (da quel che mi dicono) non sia stato così tanto in passato. Con l’opposizione devo dire che, finora, non c’è alcun tipo di rapporto. Non hanno fatto ancora nessuna proposta, di conseguenza non ho neanche elementi per poter dire se la loro opposizione è costruttiva o meno. Con la città registro un sostegno continuo in tutto. Imprese e cittadini che donano quello che possono per il bene della loro comunità, attestati di stima in centinaia di messaggi, telefonate o parole di conforto in strada, ovunque mi incontrino. Una fiducia smisurata che spero di non tradire mai.
D- Si sente libera di agire e di fare la sindaca di Favara o è un po’ imbrigliata su quelli che sono i rigidi schemi Movimento 5 Stelle
R- Da dipendente dei cittadini favaresi, le uniche “briglie” che ho sono: il programma elettorale e il documento di impegno etico che ho sottoscritto con la città. Non ci sono altri schemi o diktat da seguire
D- Quale sensazione prova a pensare che sarà la Sindaca del dissesto finanziario di Favara il pensiero le fa paura
R- Provo a risponderle con una domanda. Se lei entra in una casa, apre la porta di ingresso e trova un cadavere, la prima cosa che dovrebbe affrettarsi a fare, spero, è quella di denunciare tutto e subito alle autorità. Diversamente sarebbe accusato di concorso o complicità in occultamento. Bene, ora le chiedo: sono io la Sindaca del dissesto finanziario? E di cosa dovrei aver paura?
D- A proposito quando si fa una intervista si pensa sempre a Gigi Marzullo e al suo ormai tormentone “Si faccia una domanda e si dia una risposta”
R- Spesso mi chiedo se quello che cerchiamo di comunicare ai nostri concittadini viene recepito o se magari qualcosa non è stata interpretata bene. L’unico modo per rispondere a queste domande è scendere in strada o in piazza,come abbiamo fatto e come stiamo continuando a fare, e chiedere direttamente a loro: ai nostri datori di lavoro. Il contatto continuo con la città e con chi vive le difficoltà di ogni giorno ci da l’energia per poter andare avanti. Derubricare quello che facciamo con “dedicare parte del nostro tempo a spiegare ai frequentatori di qualche piazzetta” mi sembra riduttivo se non offensivo nei confronti dei cittadini favaresi.