Il consiglio comunale di Favara approva il Conto consuntivo dell’esercizio finanziario 2015. Scontato il voto con 11 SI, i consiglieri del Movimento 5 Stelle (assenti Sciara e Sorce); 5 i NO dei consiglieri della minoranza Scalia, Fanara, Caramazza, Chiapparo, Castronovo Rossana (hanno preferito uscire dall’aula al momento del voto Maglio, Castronovo e Mossuto, Giudice, Nobile); 1 astenuto il presidente Di Naro. E’ stata data anche immediata esecutività all’atto affinché sia subito disponibile. Non è un rendiconto di gestione normale quello approvato in quanto con i suoi 2,8 milioni di disavanzo e la dichiarata impossibilità di ripianare questo debito negli anni successivi, apre le porte al dissesto finanziario di cul al famigerato art. 244 del Tuel, il vademecum degli Enti locali.
Come già spiegato nella sua relazione che accompagna la delibera del conto consuntivo la dirigente Carmelina Russello ha ribadito che il disavanzo non può essere coperto dal bilancio di previsione 2016 e non può neanche essere ripianato pertanto ricorrono i presupposti per procedere secondo l’art. 244 del Testo Unico degli Enti Locali ovvero la procedura di dissesto. Il dibattito in aula è stato lungo, articolato e per certi versi anche con scontri diretti non solo tra minoranza e maggioranza e amministrazione, ma anche con qualche punzecchiata alla dirigente. I consiglieri di minoranza hanno cercato in tutti i modi di smontare il Conto consuntivo, non tanto nei numeri (ricordiamo che si riferisce al periodo dell’amministrazione Manganella) ma quanto nella sua sostanza, ovvero l’impossiblità di far fronte al disavanzo di 2,8 milioni di euro, ed il conseguente stato di dissesto. Volevano, insomma, evitare che il conto consuntivo 2015 contenesse la dichiarazione di fatto del dissesto con il ricorso all’art. 244 del Tuel.
Hanno anche presentato, con la consigliera Marili Chiapparo, un emendamento finalizzato ad eliminare l’ultimo paragrafo dove era contenuta tale dichiarazione, ma riscontrava il parere negativo della stessa dirigente poiché secondo lei è obbligatorio inserire unitamente al conto consuntivo anche le modalità di ripiano e se queste non possono essere fatte allora si deve dichiarare contestualmente. Il Collegio dei Revisori dei Conti, presidente Claudia Restivo, ha affermato che l’emendamento per come strutturato non necessita di parere. Dal canto loro i consiglieri del Movimento 5 Stelle non hanno fatto alcun intervento, solo alla fine il capogruppo ha ribadito che il loro si è relativo all’evidenza contabile come dichiarato dalla dirigente e dai Revisori. Alla fine il voto che, come dicevamo, apre di fatto la via al dissesto. Saranno adesso i Revisori del conto che acquisiti gli atti, faranno la loro relazione che ufficializzerà lo stato di dissesto finanziario che dovrà essere votato dal Consiglio comunale, con tutti i successivi adempimenti che cercheremo di capire e spiegarvi in seguito.
Inizio di seduta aveva fatto presagire che forse da entrambe le parti si voleva prendere un po’ di tempo, quando su proposta del consigliere Caramazza condivisa anche dal capogruppo dei 5 Stelle Sanfratello il punto relativo all’approvazione del consuntivo veniva stralciato e posto all’ultimo nell’ordine del giorno. La seduta quindi iniziava la trattazione e l’approvazione di alcuni debiti fuori bilancio sui quali era stata emessa sentenza del Giudice di Pace già passata in giudicato e che praticamente rappresentavano soltanto una presa d’atto. Partita la discussione sul conto consuntivo il consigliere Scalia ha chiesto di fermare tutto e di intraprendere una collaborazione per scongiurare il dissesto. Il dibattito si arricchisce con gli interventi di Gero Castronovo, Marilì Chiapparo, Sergio Caramazza, i più battaglieri. Seduta che è stata sospesa in due occasioni per permettere appunto la formulazione dell’emendamento di stralcio e successivamente per la formulazione dei pareri. Finale con qualche scintilla tra Scalia e Sanfratello, subito rientrata.