E’ stato ripulito dall’ammasso di carte, cellophane e altri “rifiuti” d’ufficio il sottoscala della sede comunale di piazza Don Giustino a Favara. Una situazione “infelice” che il nostro giornale aveva evidenziato amplificando la segnalazione che ci era arrivata in redazione. A dare immediate disposizioni in merito il vice sindaco Lillo Attardo, fedele lettore del nostro giornale. Un “botta e risposta” che ci fa piacere e che in un certo modo cementa una specie di collaborazione tra giornalisti e amministratori.Ognuno nel rispetto del proprio ruolo, figure che fanno la propria parte nell’interesse della città e dei cittadini.
Ci fa piacere perché il giornalista spesso viene visto, pensando in mala fede, a volte come una controparte un nemico, se scrive cose che non ci piacciono; a volte anche come amico e bravo professionista se, di contro, scrive cose belle e a nostro favore. Stessa cosa per l’opposizione politica che non dovrebbe pensare che il giornalista è “filogovernativo” se esalta qualche azione amministrativa, oppure è “fedele compagno” se scrive bene della nostra azione politica. Peggio ancora quando si pensa di voler usare il giornalista come “cassa di risonanza” o “spietati killer politici” a secondo della convenienza.
Ma ritorniamo alla pulizia per parlare anche dell’azione che è stata intrapresa per rendere più decorosa la Villa Ambrosini, da anni vandalizzata, distrutta e lasciata nel più totale abbandono. E dire che non sono poi così lontani i tempi quando l’allora assessore Giuseppe Piscopo era riuscito a farla diventare un vero gioiello, un luogo di incontro per intere famiglie che li avevano a disposizione oltre che un bel polmone verde, anche giochi per i propri figli e financo un verdissimo prato inglese. Questa mattina, dicevamo, è iniziata un’opera di pulizia, di bonifica in relazione anche al fatta che li si dovrà tenere una manifestazione inserita nel contesto della fiera d’ottobre. Speriamo che sia l’inizio di un lavoro che permetterà alla collettività di poter fruire pienamente dello spazio verde.