Il Consiglio comunale di Favara approva la modifica dell’art.11 del Regolamento per il funzionamento del consiglio comunale relativo alla “Costituzione e composizione delle commissioni consiliari permanenti”. L’opposizione grida che l’azione è stata fatta per escludere la minoranza dalla concertazione consiliare. Di contro la maggioranza afferma che si risparmia, si eliminano i doppioni e si snellisce l’azione amministrativa. La modifica del Regolamento prevede la riduzione a 6 delle Commissioni permanenti con elevazione dei componenti a 7 membri ciascuna e l’eliminazione delle Commissioni di studio. Poteva essere una cosa semplice ma così non è stato con il Consiglio comunale che si è impantanato su questa vicenda, già trita e ritrita nelle riunioni di Commissioni, alla quale ha aggiunto la vicenda del gettone di presenza che tra “populismo”, “demagogia” e “provocazioni” unite anche a “improponibili emendamenti” ha assorbito circa cinque ore della lunga riunione terminata alle ore 1.30 del mattino. Si badi bene non 5 ore di discussione ma bensì di interruzioni e sospensioni, ufficialmente di 5 minuti ciascuna, ma che in realtà si protraevano per decine e decine di minuti. Ogni piccola difficoltà sulla stesura di un emendamento, sulla variazione di una nota o sulla decisione da prendere sul voto da esprimere si è sempre chiesto qualche minuto di sospensione con conseguente riunione nelle stanze del secondo piano.
A ingarbugliare di più la serata gli emendamenti per l’eliminazione del gettone di presenza per le sedute di Commissione avanzate dalla consigliera Mossuto capogruppo del PD che non hanno trovato esito favorevole neanche tra i colleghi della minoranze e financo del suo stesso partito. “Logica vuole che chi ha proposto e votato tale emendamento – ha detto Gero Castronovo – vada in segreteria e presenti istanza di rinuncia senza facile demagogia”. Sul gettone e sulle indennità di carica duro è stato l’attacco ai 5 Stelle, con Laura Mossuto e Marilì Chiapparo che hanno accusato i pentastellati di non essere stati conseguenziale. “Quando non erano in Consiglio comunale lanciavano invettive contro i consiglieri e amministratori chiedendo di rinunciare ad ogni spettanza – hanno detto a gran voce – adesso invece si tengono strette le poltrone, il gettone, le indennità senza alcuna rinuncia. Altro che azzeramento dei costi della politica che erano a fondamento della loro campagna elettorale”.
Insomma la modifica del Regolamento sulle Commissioni ha messo a nudo (se mai sia stato mai vestito) un Consiglio comunale ancora “acerbo” per usare un eufemismo, impreparato. Da una parte i consiglieri del Movimento 5 Stelle “allineati e coperti”, dall’altra una minoranza “frammentata” e poco incisiva. Nel mezzo un presidente ancora inesperto, debole nella conduzione e nella gestione dell’aula. Fuori dagli scranni un esiguo e sparuto sgruppo di cittadini, formato da giornalisti, forze dell’ordine, esponenti politici e addetti ai lavori che, nonostante tutta la buona volontà hanno faticato non poco a seguire i lavori e forse anche a capirne il senso. Ritornando alla cronaca della riunione, bocciato l’emendamento sull’eliminazione del gettone di presenza nella Commissioni con 16 no, 6 si, un astenuto e un assente, si è votata la variazione del Regolamento sul numero e la composizione delle Commissioni, con 13 voti favorevoli, quelli dei consiglieri del Movimento 5 Stelle. Approvato anche, con qualche variazione l’integrazione e la modifica dell’art. 58 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale riguardante la “Registrazione audio e video” con l’introduzione della diretta streaming. Alle ore 1,20 la seduta terminata con il rinvio della trattazione dei rimanenti 20 punti all’ordine del giorno ad una prossima riunione a data da destinarsi.