In una società civile la lettura del comunicato stampa di Girgenti acque innescherebbe una rivoluzione, da noi dubito che venga letto e/o preso nella giusta considerazione da chi dovrebbe vigilare sul bene pubblico e tutelare i cittadini.
Da circa quindici anni mi occupo, giornalisticamente, del sistema idrico nella nostra provincia. Ho seguito le vere emergenze idriche causate dalle prolungate siccità e a leggere la recente produzione di comunicati stampa di Girgenti acque che “informano” l’utenza su una crisi idrica in atto, l’ultimo in ordine di tempo è pubblicato nella rubrica “Francamente”, quasi non riesco più a definire l’emergenza idrica del 2002, quando l’assenza di piogge si prolungo per oltre un anno.
Adesso le precipitazioni atmosferiche si sono verificate, gli invasi non sono a secco, abbiamo precedentemente pubblicato le quantità d’acqua al momento accumulate e si grida l’emergenza idrica.
Ciò che, ad ogni modo, a dir poco ci disorienta e che di emergenza idrica parla solo Girgenti acque.
Mi spiego meglio. L’azienda che gestisce il servizio deve informare l’utenza sulla distribuzione, deve quindi motivare il peggioramento del servizio, ma i comunicati di Girgenti acque dovrebbero essere preceduti e seguiti da quelli dell’Ato idrico anche se in liquidazione, dell’Ati che si è insediato, dell’Assessorato regionale alle Energie e all’acqua, fino ad arrivare alla Prefettura. La mancanza d’acqua non è cosa di poco conto, specie per un territorio che ha drammaticamente vissuto la particolare esperienza. Che fa la politica? Cosa fanno i politici? Cosa dicono i superpagati deputati regionali? Possibile che il fatto passi nel silenzio rotto da Girgenti acque? Ci facciamo le domande e non ci diamo l’ovvia risposta.
Alla domanda principe, nella totale assenza di altri interlocutori, il giornalista si da la risposta.
Si aggrava la crisi idrica o si aggrava la crisi gestionale del servizio idrico?
Purtroppo il regime pluviometrico non è variato con il cambio del gestore da pubblico a privato! E’ sempre quello; di tipo “mediterraneo”. Giove Pluvio non è stato dalla nostra parte!
Le infrastrutture per l’approvvigionamento, l’accumulo e compenso e per la distribuzione dell’acqua sono rimaste le stesse. Adesso, un po’ più vetuste. Con queste premesse i problemi di approvvigionamento idrico sono pressoché analoghi a quelli di qualche decennio fa.
In merito all’annunciata crisi idrica si può formulare qualche semplice considerazione. La prima è che storicamente in questo periodo (ottobre – dicembre) si hanno i minimi di livello di risorsa invasata nei serbatoi.
La seconda, la risorsa invasata nei serbatoi che servono l’agrigentino rispetto a dieci giorni fa è rimasta nel complesso pressoché immutata; il Fanaco ha perso circa 40 cm di livello tanti quanti né ha in più il Castello, gli altri hanno avuto una oscillazione contenuta entro circa 10 cm (Piano del Leone e Prizzi in positivo mentre Arancio e Garcia in negativo).
La terza, i gestori SICILIANI dell’ACQUA adducono che la crisi è palese se si confrontano i livelli d’invaso dei serbatoi con i dati di un anno fa (31/12/2015). Da un esame obiettivo di tali dati effettivamente si evince una modesta riduzione del livello idrico residuo per alcuni serbatoi tra cui Prizzi circa -0,50 m, Castello, Piano del Leone ed Arancio circa – 2,00 m, mentre una più accentuata sofferenza si registra per l’invaso Garcia, -6,00 m ed ancora di più per il Fanaco, -9,00 m.
La quarta, per capire che i bassi livelli di invaso di oggi non sono poi così eccezionali per i nostri invasi basta confrontarli con i livelli registrati a dicembre di due anni fa (31/12/2014). Ebbene, in quel periodo, ad eccezione del Fanaco il cui livello d’invaso era di circa 5,00 m superiore a quello odierno tutti gli altri erano con livello d’invaso più basso: Castello e Prizzi circa – 2,00 m, Piano del Leone circa -1,00 m, Garcia circa -0,50 m.
Se andiamo a ritroso con l’analisi della serie storica dei livelli d’invaso dei serbatoi di interesse tali variazioni annuali non sono una rarità.
Se un anno piove meno del precedente è del tutto normale!
Ai gestori SICILIANI dell’ACQUA forse bisognerebbe ricordare che gli invasi artificiali da cui si approvvigionano sono stati progettati per la regolazione pluriannuale della risorsa; cioè, per accumulare l’acqua nelle annate più piovose per renderla disponibile negli anni meno piovosi.
Ecco noi, facendo informazione, abbiamo dato la nostra risposta, dagli altri e principalmente dalle istituzioni interessate le attendiamo.