Nevica in quasi tutta l’Isola e in particolare sulla zona montana. E la neve è la migliore soluzione della crisi idrica, capace come è di riempire gli invasi dei gestori del servizio idrico.
Resta l’altra emergenza, quella mai risolta della ottimizzazione della gestione dell’acqua.
Per ironia della sorte, al contrario di qualsiasi altra realtà, in Sicilia la vera emergenza non è determinata dalla quantità d’acqua che entra nei laghi, ma da quella che esce e si perde lungo le condotte colabrodo esterne e interne alle città. Si stima che le perdite all’interno di Agrigento città arrivino a toccare il 50 per cento del prezioso liquido immesso nelle condotte, a Sciacca si parla del 60 per cento, questo per citare solo alcuni dati.
Ovviamente, l’utenza, invitata a risparmiare l’acqua, paga sia quella che arriva nelle loro abitazione e anche quella che non arriva.
Occorrono finanziamenti per rifare le reti idriche. Veri e propri investimenti che si pagherebbero da soli in pochi anni, salvaguardando, nello stesso tempo, il bene prezioso e assicurando un servizio finalmente adeguato alle esigenze dei cittadini. Sembrerebbe, intanto, che la politica sia poco interessata alla problematica. Non se ne cura, salvo a gridare l’allarme emergenza appena non piove per qualche settimana.
Siamo stati inondati di comunicati stampa sulla crisi idrica causata della mancanza di piogge, quando le precipitazioni atmosferiche non sono mancate. Fenomeno che sulle pagine del nostro giornale ci siamo divertiti ad associare alla nebbia a Milano per il principe della risata, il grande Totò “Quando c’è la nebbia a Milano non si vede. Dunque la nebbia c’è e non si vede. I dati sull’accumulo di acqua nei laghi avrebbero potuto farci preoccupare solo se gli stessi fossero stati riferiti ad un qualsiasi mese di Maggio, mentre siamo a Gennaio.
Il cielo ci salva, non ci aiuta il governo dell’Isola che ci fa restare nell’eterna emergenza della gestione delle risorse idriche.