Notaio Andrea Bartoli
Passion du Sud: Napoli e Favara
Che coincidenza.
A Napoli, Saviano bisticcia con il Sindaco De Magistris.
“Un botta e risposta al vetriolo che infiamma il giorno dell’Epifania. Il casus belli? Il commento dell’autore di Gomorra dopo raid che a Napoli ha portato al ferimento di tre senegalesi ed una bambina di 10 anni. “Questa città non è cambiata. Illudersi di risolvere problemi strutturali urlando al turismo o alle feste di piazza è da ingenui. Nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore diventa connivenza“, ha detto Saviano in un’intervista a Repubblica, scatenando la replica di De Magistris, che si è scagliato contro lo scrittore con un lunghissimo post su facebook. A Napoli “più si spara, più cresce la tua impresa. Non posso credere che il tuo successo cresca con gli spari della camorra”, scrive il primo cittadino partenopeo”. (il Fatto Quotidiano )
A Favara, un pezzo di città bisticcia con Flavia Zarba e con me per l’articolo su huffinghton post.
In questo caso, l’indignazione è per l’accostamento della città di Favara alla criminalità organizzata e per una mia dichiarazione in merito alla difficoltà di comprendere Farm per chi non ha gli strumenti per farlo.
Due città del Sud. Due città passionali. Due città a litigare e polemizzare.
La querelle nostrana, è però una ghiotta occasione per fare alcune considerazioni a mio avviso importanti e cercare di ottenere da quest’ animosità di posizioni , delle idee, delle progettualità e delle azioni da mettere a servizio e beneficio della nostra amata Città di Favara.
Scrivo “nostra amata”, perché pur non essendo nato a Favara, considero Favara la mia città più di Catania nella quale sono nato, e alla quale ovviamente sono ancora molto legato. Come ho avuto modo di scrivere già in passato, a Favara ho trovato l’amore, ho costruito insieme a mia moglie il nostro progetto di vita familiare, la nostra casa.
A Favara abbiamo deciso di far crescere il nostro patrimonio più prezioso, Carla e Viola, le nostre bambine. Qui sono stato accolto come un figlio e un fratello da miei suoceri e dalle mie cognate, ho fatto e continuo a fare tantissime amicizie straordinarie che arricchiscono e impreziosiscono la mia vita.
Da sei anni e mezzo a questa parte, non è passato un solo giorno in cui, persone di Favara, di Agrigento, dei paesi limitrofi, non ci abbia ringraziato per Farm; ho ricevuto centinaia di messaggi di giovani e meno giovani che stanno a Favara o che si sono trasferiti al Nord o all’estero e che mi dicono di essere orgogliosi per quello che sta accadendo a Favara.
Non mi stancherò mai di dire che quello che più conta della Farm non è quello che è successo e succede all’interno dei Sette Cortili. Quello che riempie di valore l’esperienza della Farm è quello che sta succedendo in giro per la Città; il cambiamento di percezione, la voglia di fare tanto e bene, l’orgoglio di sentirsi protagonisti di un cambiamento importante e diciamocelo pure anche un pizzico di vanità collettiva nell’essere considerati un modello.
Ma allora cos’è questa Farm?
E’ difficile spiegare Farm, anche per me e per Flo che ci lavoriamo da tanti anni, tutti i giorni.
E tanto è difficile spiegarla, tanto è difficile capirla; e temo che molti di quelli che si sono indignati, magari avranno preso mille aerei, letto milioni di libri e visitato centinaia di musei ma non l’abbiano capita neanche loro. Con questo non volevo e non voglio offendere nessuno, mi spiace se qualcuno se la sia presa a male e chiedo scusa a chi si è sentito offeso ; è solo che Farm è un progetto talmente complesso che se non lo si vive si fa grande fatica a capirlo.
Sicuramente è anche stato ed è un limite nostro quello di non essere riusciti a trovare una modalità semplice per spiegare a tutti cosa stiamo facendo, e siamo felici di accogliere qualsiasi consiglio o suggerimento in merito.
Eppure alla luce di questa discussione, provo ad approfittare di quest’ occasione per provare a spiegare a me stesso e agli altri cos’è Farm.
Farm è Favara.
Quello che voglio dire è che Farm non è una città dentro la città, non è uno stato ospite che gode di extraterritorialità e quindi quando qualcuno loda, elogia, racconta la Farm sta lodando, elogiando, raccontando Favara.
Flavia Zarba, che ho sentito al telefono sinceramente molto dispiaciuta, è Siciliana e non aveva alcuna intenzione con il suo lavoro di offendere o denigrare Favara o i Favaresi.
Di questo sono certo.
Quando parla bene di Farm parla bene di Favara. Non di un’altra città.
Non esiste e non esisterà mai Farm City.
Farm non è in competizione con Favara, Farm è un polmone urbano di Favara.
Farm è al servizio di Favara.
Ogni giorno passano dalla Farm, artisti, creativi, innovatori, persone di valore di tutto il mondo.
Li invitiamo e li ospitiamo per noi e per tutti.
Sono persone straordinarie, pronte a condividere le loro esperienze, i loro percorsi professionali i loro successi, i loro fallimenti.
Ci parlano di futuro, di come potremmo vivere meglio, litigare e fare polemica di meno, collaborare e progettare insieme di più.
Ci piacerebbe che ogni singolo Favarese potesse incontrare e conoscere queste persone, scambiare due chiacchiere con loro, mangiare un piatto di pasta nello spazio nzemmula insieme a noi e loro.
Farm puoi essere anche tu.
Farm Cultural Park non è un Circolo. Non hai bisogno che qualcuno di introduca alla Farm.
Non c’è una tessera annuale; se non sei nelle condizioni di dare un contributo di 4 euro per visitare lo spazio espositivo, non c’è problema, puoi entrare gratuitamente.
Alla Farm in questi anni si sono fatte centinaia di iniziative proposte da giovani creativi; abbiamo sempre ospitato manifestazioni di carattere sociale e siamo sempre felici quando qualcuno vuole fare o proporre una iniziativa all’interno dei Sette Cortili.
Farm cambia sempre.
Tutti credono che Farm sia semplicemente un Centro di Arte Contemporanea. Non è così.
Farm è un luogo dove ci interessiamo delle persone; di tutte le età, di qualsiasi provenienza e razza, religione e orientamento sessuale. Ci interessano le loro idee, le aspirazioni, i bisogni e persino i sogni che nutrono nel cuore.
Lavoriamo con i bambini con la Scuola di Architettura, stiamo progettando con e per gli adolescenti, OPP Festival – Energie U18, quest’estate in collaborazione con l’Amministrazione ospiteremo una mostra di 350 artisti giapponesi.
Ci piace lavorare con e per i bambini; loro si prenderanno cura di noi quando saremo anziani, saranno la futura classe dirigente di questa città.
Farm vuole valorizzare le risorse del nostro territorio.
Ritornando alla querelle, mi sento grato alla polemica perché ha tirato fuori una piccola perla di orgoglio intelligente, non di stupida strumentalizzazione.
La lettera di Dafne Castronovo, “L’altra Favara”.
Dafne non nega le criticità della città, ma ci regala, con molto garbo, a noi Favaresi e a tutti quelli che ci seguono una bella lezione di storia sulla città di Favara, ricordando personaggi illustri che hanno dato prestigio e lustro a questa città.
Peraltro, altra coincidenza, i nostri bambini di Sou, la Scuola di Architettura di Farm, insieme ad un altro figlio illuminato di questa città, Fabio Ciaravella, il mese passato hanno fatto un modulo formativo dedicato ai Monumenti e parte della lezione è stata fatta in giro per la città per conoscere la storia di alcuni di questi personaggi illustri.
Mi piacerebbe, se Dafne ne avesse voglia e tempo, che il suo racconto, magari con l’aiuto di chi volesse essere coinvolto, potesse diventare un piccolo documentario sulla storia di Favara.
Noi di Farm saremmo felici ed onorati di produrlo e questo documento video diventerebbe un prezioso strumento di racconto della storia della nostra città.
Peraltro a partire dalle prossime settimane “il caso Farm” sarà portato all’attenzione delle massime Istituzione Europee e sarebbe molto bello se il racconto della storia di Farm potesse arricchirsi di un importante tassello di racconto con la storia della città di Favara.
Mi piacerebbe altresì che altri giovani colti e sensibili come Dafne, magari insieme a Dafne stessa potessero cogliere la sfida di rimettere al centro della discussione pubblica temi vicini agli esempi di vita offerti da questi personaggi illustri, come la lotta alle ingiustizie, la difesa dei più deboli, la battaglia contro tutti quelli che impediscono lo sviluppo di quest’isola.
Nuovamente noi di Farm saremmo super felici di poter collaborare, aiutare e far crescere progettualità di questo tipo.
Farm non è la “Perfezione”.
A dispetto di quello che qualcuno può immaginare, Farm è un progetto super impegnativo.
Farm è non è una superpotenza da combattere, uno stato nemico che vuole invadere il territorio di Favara, Farm è una piantina ancora molto fragile, bisognevole di tante cure e di tanto amore, per continuare a vivere, per rafforzare il suo fusto, creare dei rami grandi pieni di foglie e poi di fiori o di frutti.
Farm è un’esperienza imperfetta, con tanti limiti, con tante cose che possono essere migliorate, con tanti progressi ancora da fare.
Alla Farm commettiamo tantissimi errori, sbagliamo moltissime cose e siamo ogni giorno all’ascolto di tutti e dico tutti quelli che vogliono dare un contributo di idee, vogliono dirci cosa potremmo fare meglio, vogliono aiutarci a diventare ogni giorno un poco più maturi.
Quindi veniteci a trovare, diteci e scriveteci la vostra ma soprattutto mettetevi in gioco seriamente; le cose non cambiano scrivendo dei post su Facebook “contro qualcuno”. Troppo facile.
Le cose cambiano, come sono cambiate in questi ultimi sei anni, incontrandosi di persona, diventando amici, aiutandosi reciprocamente, “costruendo Comunità”.
Mia mamma oggi è tornata a casa; ringrazia tutti (ed io con lei) quelli che affettuosamente ci sono stati vicini in questo inizio di 2017 per noi difficile. Insieme siamo felici di augurare a tutti quanti voi Farmisti e Indignati (spero alla luce di questa lettera di meno), Favaresi e agrigentini, interisti e juventini e a tutti gli amici di Farm Cultural Park, un 2017 pieno di persone ed esperienze belle.
Andrea
nota bene
la bellissima fotografia del Maestro e Amico Santo Edoardo Di Miceli, mi ha ispirato per il titolo di questa lettera pubblica.