Come si fa a sfamare quattromila persone in un luogo deserto, impossibile. Eppure i discepoli avevano già assistito ad una prima moltiplicazione dove avevano sfamato cinquemila persone tutte appartenenti al popolo d’Israele.
Dal Vangelo secondo Marco(8,1-10) In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Parola del Signore
Siamo ancora in pieno territorio pagano, anche se l’evangelista non lo dice ci troviamo nella Decapoli. Gesù da tre giorni è seguito dalla folla e molti sono stranieri in quanto vengono da lontano. Tutti ascoltano la sua Parola tanto da dimenticare anche il cibo. Gesù si accorge che la folla ha un problema e condivide con i suoi discepoli il suo stato d’animo: “Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano”. La risposta dei discepoli umanamente è sensata. Come si fa a sfamare quattromila persone in un luogo deserto, impossibile. Eppure i discepoli avevano già assistito ad una prima moltiplicazione dove avevano sfamato cinquemila persone tutte appartenenti al popolo d’Israele. Spesso quando le cose si fanno complicate si ha la memoria corta. Gesù poteva anche non interpellarli e fare tutto da solo, ma in una comunità non funziona così. I discepoli sono messi al corrente di ciò che sta avvenendo, vengono coinvolti tutti e non solo il più simpatico o il più intelligente.
Nella prima moltiplicazione dei pani Gesù dice: “date voi stessi da mangiare”. Non c’è tempo di fare altro, il discepolo deve essere operativo. Il Signore va incontro alle necessità degli uomini, ma vuole rendere ognuno di noi concretamente partecipe della sua compassione Davanti ai disaggi dell’uomo, per Gesù non c’è scusa che tiene: “Date voi stessi da mangiare”. Significa che darai te stesso, che spenderai il tuo tempo per aiutare la folla che è composta da i tuoi fratelli e dalle tue sorelle anche se vengono da diversi posti della terra e questo lo farai iniziando a preoccuparti e a occuparti di chi ti sta accanto. È questa la missione di colui che vuole seguire Gesù, una missione che è aperta a tutti e non solo ai frati, alle suore e ai sacerdoti, ma a ogni battezzato.
Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla.
Sono gli stessi segni che Gesù ha compiuto nell’Ultima Cena, e sono anche gli stessi segni che ogni sacerdote compie quando celebra la Santa Eucaristia. La comunità cristiana nasce e rinasce continuamente da questa comunione eucaristica. Noi quando ci cibiamo del Corpo di Cristo durante la Messa diciamo che abbiamo fatto la comunione, ma sappiamo vivere e fare comunione? Vivere la comunione con Cristo non è rimanere passivi ed estraniarsi dalla vita quotidiana. Chi si ciba di Cristo nell’Eucarestia e nella sua Parola crea relazione con gli uomini e le donne del nostro tempo, per offrire loro il segno concreto della misericordia e dell’attenzione di Cristo, come Cristo si fa uno con i fratelli. Mentre ci nutre di Cristo, l’Eucaristia che celebriamo trasforma poco a poco anche noi in corpo di Cristo e cibo spirituale per i fratelli. Gesù vuole raggiungere tutti, per portare a tutti l’amore di Dio. In strada, nelle piazze, nei luoghi di incontro (bar, pub, sale giochi ecc.) nei quartieri di periferia… c’è tanta gente che ha fame di affetto, di una parola di incoraggiamento o magari semplicemente di un sorriso.
Una fede intimistica non è fede, ogni cristiano e in maniera particolare chi come me ha scelto di seguire il Signore nella vita consacrata è chiamato al servizio della vita e della comunione. Non perdiamo più tempo in incontri, riunioni e riti infruttuosi seguiamo Gesù che ci invita a prenderci cura del fratello. Cibiamoci anche noi del vero Pane che da vita Vivere per vivere la vera Carità stando fra la gente e fra i poveri e fra gli ammalati …anche questa è Eucarestia.
Oggi la Chiesa festeggia la Beata Vergine Maria di Lourdes, concludo affidando alla preghiera di ognuno tutti i fratelli e le sorelle ammalate in maniera particolare i bambini, affinché guardando Cristo Crocifisso e affidandosi alla sua e nostra Mamma possano ricevere consolazione nell’anima e sollievo nel corpo.
A tutti pace e bene
Fra Giuseppe Maggiore