“Quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo, per il quale ho lasciato tutte queste cose, e le considero spazzatura per guadagnare Cristo”
Dal Vangelo secondo Marco (8,34-9,1) In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza». Parola del Signore
Abbiamo visto ieri come Pietro accetta Gesù come Messia, ma rifiuta Gesù come Messia sofferente. Oggi ci vengono date le indicazioni per seguire il Signore “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua…”.
Al tempo di Gesù la croce era la pena di morte che aspettava ai malfattori, a coloro che erano ai margini della società. Immaginate la perplessità di Pietro e compagni nel sentirsi proporre un qualcosa che era “scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani”(1Cor 1,23)
In questo brano notiamo la differenza e la distanza che c’è fra la logica di Dio e quella degli uomini. Rinnegare se stessi significa rinunciare ad assumere criteri, modi di vivere, e logiche dettate da interessi e privilegi che caratterizzano il modo di pensare umano. Prendere la propria croce significa accettare il mistero del dolore. Seguire Gesù vuol dire mettersi totalmente in gioco, scegliere senza compromessi la Via che è Cristo stesso, condividere con Lui tutto, e acquisire e assumere giorno per giorno il suo stile di vita, la sua passione per l’uomo, il suo anelito di obbedienza al Padre.
Prendere la croce non significa accettare passivamente gli eventi negativi (inevitabili) che la vita ci dona, ma non lasciarsi travolgere dall’autocommiserazione. Dio non manda le croci, è la vita, gli altri che ci mandano le croci e a volte ce li procuriamo noi stessi. Penso al suicidio del sedicenne per causa dell’hashish, o ai vari incidenti del sabato sera, o ai vari morti a causa della violenza e dell’odio…
Ci sono persone inchiodate alla croce da sempre, malati costretti a letto, persone che vivono la propria solitudine come un dramma insanabile. Sapere che accettare la propria condizione cercando di ritagliarvi degli spazi di luce, contribuisce a manifestare il volto di Dio e il mistero della vita, ci può sostenere nella lotta. È un cammino in salita, manifestare la propria fede nei momenti difficili non è facile. La maturità umana e cristiana si vede proprio in questi momenti particolari. Personalmente la vera fede l’ho riscontrata nelle persone diversamente abili: e chi se li scorda i sorrisi, la gioia di vivere dei ragazzini inchiodati sulla sedia o comunque impediti di correre e giocare come tutti i loro coetanei… prima di lamentarci delle cosiddette croci sarebbe bello visitare una persona che la croce la porta con gioia e non la trascina.
Chi decide di seguire il Signore deve capovolgere il suo modo di pensare umano, ricordiamoci cosa dice a Pietro «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Il Signore esige da noi che ci diciamo cristiani il capovolgimento del modo di pensare umano. Perdere per salvarsi! È la logica del chicco di grano, che deve morire per dare frutto, è la logica evangelica della vita del Cristo. l discepolo, come il Maestro, è chiamato ad amare fino a perdersi.
Perdere per guadagnare! È il paradosso evangelico che invita ad acquisire la vera sapienza, quella secondo Dio.
Vi lascio con una frase di San Paolo a me molto cara “Quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo, per il quale ho lasciato tutte queste cose, e le considero spazzatura per guadagnare Cristo”.
Pace e bene
Fra Giuseppe Maggiore