Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore
Gesù riconosce l’autorità dei farisei che siedono sulla cattedra di Mose’.
Invita la folla e i discepoli ad ascoltare i loro insegnamenti ma non guardare il loro operato, perché essi dicono e non fanno. Quello che spesso, purtroppo, succede anche oggi!
Gesù mette in evidenza l’incoerenza di chi è alla guida del popolo, tutti si aspettavano dalla classe sacerdotale del tempo un comportamento irreprensibile.
In questi giorni Gesù ci ha dato un modello da seguire: il Padre che è nei cieli. Ci ha esortato ad essere santi come lo è il Padre mostrandoci misericordiosi con ogni fratello. Se perdiamo di vista il Signore ci perdiamo per strada.
Non ci si può limitare ad insegnare agli altri e non vivere ciò che si insegna. Don Tonino Bello diceva che nella Chiesa l’audio funziona bene ma il video è oscurato; molte parole e pochi fatti e i fatti non sono attraversati dalla Parola.
Un altro aspetto evidenziato da Gesù oltre l’incoerenza è lo spadroneggiare: “Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito”. Gesù insegna il servizio autentico, si piega dinanzi ai discepoli e lava i piedi. Da per primo testimonianza di come vivere la Parola.
Il seguace di Cristo non è un funzionario e ne tanto meno un manager, ma operai che sanno sporcarsi le mani e sanno farsi prossimo a chi è in difficoltà. Noi pretendiamo che gli altri vivano la misericordia, che gli altri vivano la povertà che gli altri siano fedeli al matrimonio o alla vita sacerdotale e religiosa… Ogni battezzato ha un compito da portare avanti mettendo al centro Gesù, unico maestro.
Un altro aspetto che Gesù mette in risalto è la vanità: “Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente”. Mi vien da pensare che ormai siamo tutti sapienti, tutti maestri, tutti che pretendiamo posti in prima fila. Tutti dottori, professori, eccellenze, eminenze, reverendi e pochi servi.
Gesù capovolge questo modo di pensare “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato”.
Questa pagina del vangelo è naturalmente per tutti ma in modo particolare per chi ha fatto la scelta di servire il Signore nella vita sacerdotale e nella vita consacrata.
Papa Francesco tanto criticato da chi nella Chiesa vuole continuare a vivere di privilegi ci sta indicando la vera via del Vangelo. Uscire dalle nostre strutture e andare in mezzo alla gente accogliendo ogni uomo e donna perché figli dell’unico Dio. San Francesco diceva ai suoi frati che il chiostro è il modo. Nutriamoci dell’amore di Dio, della sua Parola, dell’Eucarestia per poi andare nel mondo per annunciare servendo la misericordia e la tenerezza di Dio.
Pace e bene
Fra Giuseppe Maggiore