Ci sono voluti sei anni di lavoro. Un intervento certosino di pulitura e di restauro che ha permesso ai 27 volumi dell’ “Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers”, di tornare al suo antico splendore e nuovamente fruibile nei locali della biblioteca Gaspare Ambrosini del Libero Consorzio di Agrigento.
L’Encyclopedie, pubblicata nel XVIII secolo, in lingua francese, da un gruppo di intellettuali sotto la direzione di Denis Diderot e con la collaborazione di Jean-Baptiste Le Rond d’Alembert, è stata restaurata grazie ad un finanziamento di circa 37 mila euro della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Palermo .
Un lavoro delicatissimo che si è sviluppato in diverse fasi: dallo smontaggio delle copertine al lavaggio e deacidificazione dei fogli per la misurazione del PH. Successivamente, dopo l’asciugatura dei fogli, che con l’acqua hanno perduto parte della loro consistenza e la rincollatura delle varie sezioni, è iniziato il vero intervento di restauro con la ricucitura, secondo il metodo in uso nel ‘700, e la realizzazione delle copertine.
Adesso, l’Encyclopedie è tornata ad essere uno dei motivi di richiamo per la Biblioteca Ambrosini del Libero Consorzio di Agrigento. Già prima del maggio del 2011 quando i volumi vennero trasferiti a Palermo per il restauro, l’opera era infatti stata oggetto di visite guidate di centinaia di studenti e di visitatori.
Su come l’ “Enciclopedia ragionata delle scienze, delle arti e dei mestieri”, sia finita nei locali dell’allora Provincia regionale di Agrigento, non ci sono documenti storici ma un percorso di memorie che ne definisce l’itinerario.
Prima dell’Unità d’Italia, ad Agrigento esisteva una biblioteca curata dall’architetto e storico Raffaello Politi che possedeva proprio questa Encyclopedie il cui “Discorso Preliminare”, è considerato un’importante esposizione degli ideali dell’ Illuminismo, nel quale viene anche evidenziato l’intento dell’opera di incidere profondamente sul modo di pensare e sulla cultura del tempo.
Intorno al 1860, la biblioteca vene chiusa e di molte delle sue opere, per diversi anni, si persero le tracce, complici anche le due guerre. Poi, agli inizi degli anni ’80, nel corso di alcuni sopralluoghi, alcuni impiegati della Provincia, rinvennero nel sottotetto del Palazzo dell’Ente, i volumi dell’opera che adesso sono nuovamente ammirabili alla Biblioteca Ambrosini.
Quella in possesso al Libero Consorzio, è la terza edizione dell’opera, scritta in francese e dedicata all’arciduca d’Austria, Pietro Leopoldo futuro imperatore Leopoldo II. I volumi, stampati a Livorno dal 1770 al 1778, erano in origine 28 di cui 17 di testo e di 11 di tavole, ma di questi 28 volumi manca il numero 26, che corrisponde al nono delle tavole.
L’importanza storica dell’opera è comunque universalmente riconosciuta.
Il primo volume comparve il 1° luglio 1751 ma dopo il secondo volume, allno successivo, l’opera subì un arresto per le opposizioni che aveva suscitato negli ambienti religiosi dei gesuiti e dei Giansenisti e poi del papa in persona (l’opera venne messa all’indice e condannata da Clemente XIII), ma grazie all’appoggio di Madame de Pompadour il progetto poté essere ripreso e nel 1753 uscì il terzo volume. Altri volumi fino al settimo si susseguirono regolarmente, finché nel 1757 l’Enciclopedia attraversò una nuova crisi, non soltanto per le opposizioni esterne, ma anche per le discordie interne dei suoi compilatori, tra i quali alcuni dei più importanti, come d’Alembert, si ritirarono dall’impresa. Dal 1758 Diderot restò solo a dirigerla e nel 1772 la condusse a termine, per un totale di 17 volumi e 11 di tavole illustrate. Fu una grande operazione, che rivela la sensibilità non solo culturale ma editoriale di Diderot. Egli riuscì comunque a trasformare un’operazione commerciale in una formidabile operazione culturale presto tradotta in ogni paese d’Europa e anche in Italia. L’Enciclopedia fu pubblicata a Lucca a partire dal 1758 e poi, in un’altra edizione, voluta dal granduca di Toscana, a Livorno a partire dal 1770 che è quella custodita ad Agrigento.
È da notare che alcuni tra i più significativi rappresentanti della filosofia illuministica non collaborarono all’Enciclopedia, oppure vi figurano con scarsi e insignificanti contributi. L’Enciclopedia non è priva di incongruenze e di errori, anche relativamente alla cultura del tempo. Tuttavia la sua efficacia e il suo merito furono immensi: l’Enciclopedia sottopose all’osservazione razionale tutti i campi dello scibile e mise a disposizione del vasto pubblico i risultati di tale operazione.