Se la risposta è così chiara, se la strada è così ben segnata, non ci sono scuse per non seguirla
Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore
Vale la pena di accostare questo brano a quello che lo precede nel racconto dell’evangelista Marco, ovvero la disputa tra Gesù e un gruppo di sadducei sulla risurrezione. Perché il contrasto tra i due episodi aiuta a mettere a fuoco il valore e la centralità di questo scambio di battute con uno scriba ‘illuminato’: quanto era stato contorto e fuorviante il tranello posto da coloro che non credono alla risurrezione con il caso della vedova di sette fratelli, tanto e immediato il dialogo con lo scriba. Con quest’ultimo, che Marco ci presenta dicendo che aveva visto come Gesù aveva ben risposto ai sadducei, si arriva subito al cuore della questione, ovvero qual è il primo comandamento. Per rispondere Gesù chiama in causa due diversi brani del Pentateuco, un celebre passo del Deuteronomio (Dt 6, 4-5), l’incipit dello Shema, e un inciso del Levitico (Lv 19,18). Proprio dall’affiancamento dei due passaggi ecco che il grande comandamento dell’amore si apre in due direzioni, in verticale ma anche in orizzontale, dunque verso Dio che sta in alto ma anche verso i fratelli che stanno intorno. Ecco la sorpresa. Gesù continua a stupire i suoi interlocutori (non a caso lo scriba è pienamente soddisfatto, tanto da complimentarsi e ribadire il doppio comandamento con parole proprie), perché è pronto nel rispondere ma soprattutto perché è capace di portare all’essenziale e aprire all’assoluto tutte le questioni, quelle più pretestuose così come le grandi domande di senso. L’atteggiamento di Gesù è una provocazione per chi lo ascolta, dunque anche per noi. Se la risposta è così chiara, se la strada è così ben segnata, non ci sono scuse per non seguirla. Gesù propone un amore a 360 gradi, senza se e senza ma, una conversione così alta e radicale che tutti la possono vedere, e scegliere. Nessuno potrà rifugiarsi dietro a presunte incomprensioni, fraintendimenti, varianti leggere: la strada è lì, a noi la scelta se percorrerla o no. Senza vie di mezzo. (laparola.it)
Pace e bene
fra Giuseppe Maggiore