Vergogna, vergogna, vergogna! Ma come si può non lasciarsi prendere dall’emotività davanti a certe notizie? Vergogna lo grido contro l’attuale sistema e di più contro quello del passato. Lo grido all’indirizzo dei presidenti della Regione fino ad arrivare a Crocetta, ai politici che hanno amministrato l’Isola, ché hanno tolto persino la dignità al popolo. Hanno negato il lavoro, il progresso, il rispetto dell’uomo e hanno occultato il disagio. Si sono autocelebrati seminando speranza puntualmente tradita.
Don Marco parroco della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, ha voluto incontrarmi per dare voce a chi vive nella penalizzante povertà ancor più penalizzata da alcune regole sbagliate della società civile.
“Padre, puzzo, posso lavarmi in parrocchia” mi accoglie con queste parole quasi per darmi, immediata, la rilevanza della problematica. “Un numero considerevole di famiglie della mia parrocchia – continua – ha la presa idrica tagliata. Si nascondono, fanno fatica a parlare di bollette non pagate per mancanza di soldi”.
Si vergognano loro, mentre dovrebbero essere gli altri a vergognarsi per non avere reso accessibile un bene essenziale come l’acqua. Dovrebbe, innanzitutto, vergognarsi la politica che permette la vendita dell’acqua a Girgenti acque a 0,75 centesimi a metro cubo, e l’azienda che gestisce il servizio sul già eccessivo costo deve caricare altre spese per fare arrivare il prezioso liquido nei rubinetti delle abitazioni.
La politica alza i costi dei servizi per far quadrare i conti dei bilanci degli Enti senza minimamente curarsi della capacità di reddito dei cittadini. Lo fa con l’acqua, con la spazzatura e con tutta una lunga serie di tasse. Bilancia lo Stato, bilanciano le Regioni e i Comuni. Chi non riesce a bilanciare le entrate con le uscite sono i cittadini, sono le famiglie, di più, i poveri, anello debole della società.
E i poveri “non parlano – conclude don Marco – hanno quasi paura di dire che non riescono a sopravvivere. Invece, se vogliamo parlare di legalità, dobbiamo iniziare a dare voce a questi cittadini e a queste famiglie. Dobbiamo parlare di povertà, sollevare il problema piuttosto che nasconderlo. Questi miei parrocchiani sarebbero ben lieti di pagare le bollette al costo adeguato per un bene di prima necessità. Non si può umiliare e distruggere la dignità dell’uomo costretto per la sua povertà a non rispettare le regole.”
Queste regole, caro don Marco, non sono giuste, sono state pensate dal casta politica per mantenere se stessa, non certo nell’interesse del popolo.