Tante promesse e risultati quasi allo zero, con una differenza rispetto al passato, oggi la gente è disincantata. I politici continuano, comunque, a recitare la loro parte di perfetti attori di una rappresentazione di pirandelliana memoria.
Recitano la parte di chi si ammazza di lavoro, per usare un termine da loro preferiti, “si sacrificano” per la collettività, che, ad ogni modo, non ne apprezza i risultati. A questo punto, potremmo chiudere la vicenda liquidandola, semplicemente, sottolineando che la povertà è in aumento, mancano i servizi, sono assenti gli investimenti e via discorrendo, di contro, si pagano sempre maggiori tasse. I cittadini pagano con grandi sacrifici, questi veri e non recitati, per avere edifici scolastici idonei, collegamenti efficienti, acqua h24… Gli eletti rappresentanti del popolo sono chiamati a trasformare le entrate tributarie in lavori pubblici destinati ai servizi. Gli investimenti pubblici generano lavoro, sono il volano dell’economia locale.
Ora, a fronte delle chiacchere, mettiamo a confronto le cifre, i numeri che non tradiscono mai. Così da dimostrare che il Re è nudo. Utilizziamo come strumento di valutazione l’andamento dell’attività nel comparto delle opere pubbliche attraverso l’indicatore costituito dai bandi di gara regionali. Mi ha aiutato in questo lavoro l’Ance di Agrigento e il suo presidente Carmelo Salamone.
Tuffiamoci nei numeri elaborati dall’Ance.
“Secondo i dati del nostro Osservatorio nel 2016 sui bandi pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Regione sono state poste in gara opere per un importo di appena 142.4 milioni di euro, pari a -48,35% rispetto al 2015. A confronto con il 2007, anno di inizio della crisi, quando furono pubblicati bandi di gara per 1 miliardo e 269 milioni di euro, la differenza registrata è del -88,79%”.
In dieci anni un calo di quasi il 90 per cento, altro che chiacchiere.
In provincia di Agrigento il solo confronto degli anni 2015 e 2016 vede un meno 52 per cento di gare e un meno 51 per cento di importi. Nello specifico, nel 2015 le gare espletate sono state 23, nel 2016 solo 11, in soldoni l’importo totale nel 2015 è stato di 25.577.277, nel 2016 di 12.434.984, un vero e proprio crollo.
Intanto, la tassazione è costantemente aumentata. Una voragine inghiotte i nostri soldi. La voragine è la spesa corrente dello Stato e, per quanto ci riguarda direttamente, della Regione siciliana che utilizza l’Autonomia in tutti i modi, escluso per migliorare la qualità di vita dei siciliani.