Dal Vangelo secondo Giovanni
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». Parola del Signore
Nell’ultima cena Gesù che è il Signore e Maestro “Cominciò a lavare i piedi”. Sicuramente è un modo strano e raro che un Dio si manifesti così. Il Dio degli eserciti, il potente, il più forte di tutti gli dei, colui che ha vinto i nemici del popolo di Israele si manifesta nell’atteggiamento degli schiavi, lava i piedi. È un Dio che sceglie la povertà e la nudità; nasce nudo in una grotta, muore nudo come un malfattore su una croce. Sua madre è un’umile ragazzina di uno sperduto villaggio della Galilea, vive e cresce in una famiglia che va avanti grazie ad un modesto lavoro che è quello del falegname. Si relaziona con tutti anche se predilige i poveri e gli ultimi della società; storpi, ciechi, muti, sordi, lebbrosi, cananei, samaritani, romani, prostitute, pubblicani, dottori della legge, scribi, farisei e sadducei, e continua a relazionarsi con ognuno di noi.
È un Dio alla portata di tutti, bisogna essere disponibili e attenti all’ascolto. Stanco si ferma davanti al pozzo che è il tuo cuore come fece con la Samaritana e ti propone di fare il salto di qualità che ti permette di vedere con occhi nuovi la vita e tutto ciò che ti circonda. Se gli dai il permesso entra in punta di piedi nel tuo cuore e ti sconvolge la vita. “Io sto alla porta e busso se tu mi aprirai io e il Padre mio ceneremo con te e tu sarai mia dimora.” Essere dimora di Dio significa essere predisposti all’ascolto della sua Parola. Prima di congedarsi per poi manifestare la sua gloria, Gesù vuole meravigliare ancora una volta i discepoli con un gesto che rimarrà alla storia, ma che difficilmente però si ripete con spontaneità. Cominciò a lavare i piedi dei discepoli, immaginate la faccia dei discepoli e soprattutto quella di Pietro e di Giuda che da li a poco l’avrebbero uno rinnegato e l’altro tradito.
L’acqua della lavanda dei piedi è quell’acqua che sgorga dal fianco squarciato di Cristo, il boccone che da a Giuda, manifesta la comunione piena di Cristo Gesù con ogni fratello perduto. La cena del Signore è il centro e il culmine per la vita di ognuno di noi che ci professiamo cristiani. È dalla Cena del Signore che dobbiamo attingere, dalla Parola ascoltata e spezzata, dal pane e dal vino che diventano Corpo e Sangue di nostro Signore Gesù deve partire ogni azione, perché è dall’eucarestia che prendono senso e diventano gesti d’amore . Con la lavanda dei piedi ci offre un’icona visibile della sua identità divina. Il suo servizio non è solo una funzione umile per lui e utile per noi, ma rivela la sua natura di Figlio di Dio, maestro e salvatore nostro. In questo gesto che culmina in croce, Cristo ci rivela la vera essenza di Dio. Manifesta quel Dio a noi ignoto, ci eleva alla gloria. Ci presenta il vero volto di Dio e il vero volto dell’uomo, sua immagine e somiglianza. Il nostro compito? Imitarlo.
Buon Triduo Pasquale
Fra Giuseppe Maggiore