L’abolizione dei voucher e una nuova responsabilità delle aziende nel sistema degli appalti sono diventati legge dello Stato dopo l’approvazione avvenuta ieri dal Senato del Decreto del Governo.
I referendum promossi dalla CGIL su questi due temi, pertanto, non si faranno, anche se l’ultima parola in proposito spetterà alla corte di Cassazione.
Soddisfazione viene espressa anche dalla CGIL Agrigentina.
“ Si afferma un primo risultato importante. Sento il dovere- dichiara Massimo RASO – di ringraziare prima di tutto il gruppo dirigente della CGIL ai vari livelli, dagli Operatori del Patronato ai responsabili dei vari posti di lavoro, RSA ed RSU, per quello che abbiamo fatto in questi due anni di mobilitazione”.
Vogliamo ricordare e ringraziare chi ha sostenuto con la propria firme queste iniziative: tra le 3 milioni e 300 mila firme ci sono le 11 mila raccolte nella provincia di Agrigento, tra mille difficoltà, in una provincia devastata dalla crisi e dove persino l’impegno per conquistare i diritti appare secondario rispetto all’esigenza di avere o mantenere il lavoro
Il segretario generale della Cgil Agrigentina ha poi ricordato che la battaglia continuerà nei prossimi mesi proseguirà affinchè la proposta di legge di iniziativa popolare ‘Carta dei diritti universali del lavoro diventi Legge.
Dentro la “Carta” vi è la riconquista di diritti che, nel tempo, sono stati cancellati o erosi e la riscrittura del diritto del lavoro di questo Paese.
Ma intanto per la Cgil quella di ieri è stata una grande giornata di festa. Camusso ha parlato di un “risultato importante” perché “abbiamo raggiunto un nostro obiettivo, abbiamo mobilitato il paese con idee, proposte e partecipazione, e alla fine abbiamo avuto ragione”.
Ma questo non fermerà l’azione della Cgil: “Siamo tranquilli. Confermiamo che non smobiliteremo. Abbiamo già diversi appuntamenti importanti, dal 25 aprile (“la festa non si vende”) al Primo Maggio, che celebreremo a Portella della Ginestra per ricordare la strage di 70 anni fa ed a cui, come CGIL AGRIGENTO, parteciperemo con una folta delegazione
E poi ancora il 6 maggio, quando scenderemo in piazza a Roma, per rilanciare la nostra sfida per i diritti, che non si concluderà finché la Carta universale non sarà legge, finché, cioè, non avremo riscritto il diritto del lavoro in questo Paese”.