“Un Paese che non ricorda il proprio passato è un Paese che non ha futuro”, diceva Indro Montanelli. E’ anche un paese che rischia di perdere la sua identità, aggiungiamo noi.
Il 21 aprile del 1999 la mafia uccideva il piccolo Stefano Pompeo, non ancora dodicenne. Una mano assassina stroncava la sua giovane vita per errore, in un agguato di mafia, di cui lui non era la vittima designata. Stefano, vittima della barbarie umana. Un dolore ancora vivo, una ferita che non si rimargina. L’allora Amministrazione comunale ha dedicato a Stefano Pompeo una villa comunale; lo Stato lo ha riconosciuto vittima innocente di mafia. Stefano è, soprattutto, vittima di una società in cui il valore della vita umana, anche quella di un ragazzino, conta, o contava, poco o nulla.
Quello che per gli animali assassini è stato uno sbaglio, ha generato una immane tragedia non solo per la famiglia Pompeo ma per l’intera comunità. Per questo non possiamo dimenticare. Oggi nessuna manifestazione ufficiale è stata programmata dall’Amministrazione comunale, dalle Istituzioni o Associazioni, quantomeno non ne abbiamo avuto comunicazione. Abbiamo notizia, invece, che la famiglia è andata sul luogo dove è stato consumato il barbaro omicidio, in contrada Lucia dove, la sera del 21 aprile 1999, Stefano esternava tutta la sua gioia e allegria per poter fare un giro sul fuoristrada. “Stefano vive nei nostri cuori – ci dice la zia Laura – e di quanti lo hanno amato”.
Questo il ricordo dell’allora parlamentare Giuseppe Scozzari. “Il mio è un ricordo drammatico cristallizzato in tre momenti differenti, ognuno dei quali carichi di significato – ci dice – il primo quando ho saputo dell’uccisione del bambino, non sapevo chi fosse ma apprendere che in un agguato la mafia avesse ucciso un bambino mi fece stare molto male. Il secondo quando siamo andati ai funerali – ricorda Scozzari – perché ero il solo presente, le altre istituzioni disertarono e non vennero al cimitero chissà per quale motivo. <<Di fronte alla morte di un bambino non si guarda a cosa c’è introno – mi disse Luciano Violante>>. Il terzo, l’incontro con i compagni di scuola di Stefano, è stato straziante”.
Per Giuseppe Scozzari fu una grande sconfitta per lo Stato e le Istituzioni. “Stefano era un bravo ragazzo e la sua una brava famiglia – continua Scozzari – Noi abbiamo avuto ragione, lo Stato ha riconosciuto Stefano Pompeo vittima innocente di mafia. Spero che Favara non dimentichi, la memoria non si può perdere. Mi rammarica se non sia stata fatta alcuna manifestazione ufficiale per ricordare alle nuove generazioni questa barbara uccisione. La lotta alla mafia passa anche da questo”.