E’ un vento che viene da lontano e ci porta lontano
Dal Vangelo secondo Giovanni Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Parola del Signore
Gesù è a Gerusalemme, per la Pasqua. Durante quelle giornate, dense e affollate, la gente aveva visto dei segni, s’era sparsa la voce, c’era chi cominciava a credere nel suo nome. Un fariseo membro del sinedrio, forse non solo a nome proprio, ma con l’incarico d’effettuare un sondaggio riservato, va a trovare Gesù. Immediatamente la narrazione si sdoppia: due linguaggi, due modi diversi di pensare e di dialogare.
Da una parte, l’interesse sincero di un capo autorevole, che vuole vederci chiaro, ma brancola nel buio; Nicodemo fa un passo coraggioso, ma frenato da una prudente circospezione e fatalmente inchiodato ad una logica di corto respiro, che lo porta a decodificare le parole del Maestro secondo l’ottica più immediata e ovvia che riconduce nascere, crescere e morire al ciclo biologico del vivere. Dall’altra parte, un linguaggio completamente diverso: all’accorta cautela del saggio ebreo, risponde la solennità affermativa di un amen ripetuto due volte. Il regno di Dio ha delle condizioni di visibilità stupefacenti e straordinarie: non è l’uomo che può bucare il muro dell’invisibile. Chi vuole nascere a se stesso una seconda volta, lo può fare a partire da una logica capovolta: è dall’alto che viene la luce e la vita. Possiamo vivere una volta sola, lasciandoci imprigionare nella curva vitale della carne, dove tutto è prevedibile e chiuso, oppure possiamo rintracciare in una nascita diversa l’origine di una vita diversa. La nascita «da acqua e da Spirito» (chiara allusione al battesimo cristiano) ci incorpora in un orizzonte nuovo, libero e aperto, diametralmente opposto a quello della legge e del sangue, di cui non possediamo il principio e la fine; ma proprio perché non riusciamo a risalire la china della nostra origine, il futuro del Regno al quale siamo chiamati oltrepassa le nostre possibilità e aspettative. Sciogli dunque i freni inibitori, va’ incontro al Signore: di giorno, senza le chiusure mentali del senso comune, libero da retropensieri opportunistici; la salvezza non è un prudente distillato di saggezza umana, ma è un vento che viene da lontano e ci porta lontano. Per fortuna – meglio: per grazia – non siamo il fondamento di noi stessi.(laparola,it)
Pace e bene
Fra Giuseppe Maggiore