Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. Parola del Signore
Non sappiamo molto della vita di s. Marco, ma sembra che vada identificato con quel “Giovanni” di cui si parla nel libro degli Atti. È cugino di Barnaba, e lo accompagnerà con Paolo all’inizio del primo viaggio missionario. Più tardi annuncerà la Buona Novella con Barnaba nell’isola di Cipro. Lo ritroveremo con Paolo, stretto nelle catene della prima prigionia dell’apostolo. Paolo, poco prima del martirio, renderà testimonianza della “preziosa collaborazione di Marco”. Ma Giovanni Marco sembra essere stato anche il valido “segretario” di Pietro e suo aiutante nella formazione della comunità cristiana di Roma, come testimonia la prima Lettera del capo degli apostoli. Il suo vangelo sembra essere stato il primo ad essere scritto; di fatto è il vangelo-base per gli altri due Sinottici. Vi si coglie l’eco della catechesi di Pietro. Si caratterizza per un linguaggio elementare e ruvido, e vuole proporre l’essenziale della fede: credere significa fare come i Dodici – seguire Gesù – ma per arrivare a riconoscere come il vero Messia e Figlio di Dio sulla croce, come farà il centurione romano. In questo modo l’evangelista coinvolge anche noi nella scoperta del “segreto” di Gesù e ci invita a “seguire fedelmente il Cristo Signore”, perché nella Chiesa “sia sempre vivo e operante l’annuncio del vangelo”. Anche noi siamo chiamati a fare come i primi discepoli del Risorto: “partire e predicare dappertutto”, perché anche attraverso di noi il Signore vuole continuare la sua missione; dobbiamo quindi lasciarlo “operare insieme con noi”, perché la Parola venga confermata con i “prodigi” con cui il suo Spirito continua ad accompagnarla.(laparola.it)
Pace bene
Fra Giuseppe Maggiore