Dal Vangelo secondo Giovanni Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui. Parola del Signore
Alcuni temi, particolarmente cari all’evangelista Giovanni, approfonditi nel colloquio con Nicodemo, sono ripresi in queste parole, messe in bocca a Giovanni il Battista. Sullo sfondo due pratiche battesimali diverse, quella di Giovanni e quella di Gesù, che mettono in crisi alcuni seguaci del Battista; la risposta di quest’ultimo e netta, inequivocabile e traccia l’identità del Figlio di Dio, che non può essere messo sullo stesso piano di qualsiasi altro profeta. Prima di tutto per la provenienza: chi viene dal cielo ha un’origine diversa, assolutamente superiore a tutti i figli della terra. Egli è il testimone perfetto delle cose celesti, attesta una comunione con il Padre diretta, piena, originaria, perché non è frutto di un radicamento terreno, al quale è stato concesso di conoscere “qualcosa” del divino. No, Gesù non è un profeta terreno, arruolato e promosso sul campo per le sue qualità. Questa volta è accaduto qualcosa di inaudito, eppure – ecco il rammarico del Battista (che è anche dell’evangelista) – nessuno è disposto ad accettare la sua testimonianza. Solo chi l’accetta può attestare personalmente la verità di Dio, che parla, anzi dice tutto di sé in colui che ha inviato, che non pronuncia parole della terra e, proprio per questo, dona lo Spirito, che è sconfinato, “senza misura“, proprio come il cielo. Il rapporto tra il Padre e il Figlio non consiste in una trasmissione di sapere o di potere: è un rapporto d’amore, che in questo caso cancella ogni distanza, come solo l’amore sa fare. Detto con le parole della terra: «gli ha dato in mano ogni cosa». La fede nel Figlio è la via per entrare in questa comunione misteriosa, che viene chiamata vita eterna. Ma c’è anche un rovescio della medaglia: chi chiude le porte dinanzi al Figlio, si autoesclude dalla vita e in questo modo entra in una diabolica spirale autodistruttiva, che nel linguaggio inevitabilmente “terreno” del profeta può essere descritto come “ira di Dio”. (laparola.it)
Pace e Bene
Fra Giuseppe Maggiore