Mi piace ricordarlo a me stesso e ai lettori perché è l’esempio, tra i migliori, del coraggio di iniziare da sottozero e di continuare il percorso di vita senza sosta e, principalmente, senza spinte verso l’alto da parte di influenti amicizie.
Dicevo, in un altro articolo, che ai più della mia generazione era destinato il collegio per chi aveva voglia di studiare, gli altri “o mastru, ad imparare un mestiere. Gli uni e gli altri, con la maggiore età, si incontravano sul treno in direzione Nord alla ricerca di un lavoro. Pino è stato uno dei primi a salire sul treno e uno dei pochi a scegliere la divisa di servitore dello Stato. E’ stata una sorpresa per tanti di noi l’avere un amico, fine anni sessanta, carabiniere. Una sorta di marziano. Erano tempi assolutamente diversi nei quali la legalità e chi la rappresenta erano un mondo, per molti, che quasi non ci apparteneva. Il sangue di tantissime vittime ha sradicato, poi, dalle nostre menti concetti sbagliati e ha dato spazio al valore della legalità e dello Stato.
Pino meriterebbe di essere ricordato attraverso l’intitolazione di una strada comunale. Via Maresciallo Puccio, figlio di Favara. E’ un invito che faccio all’amministrazione comunale per ricordarlo.