Roberto Marchetta
Ogni mattina, il favarese medio, si alza e sa che deve correre su Facebook a vedere chi tra consiglieri ed assessori ha pubblicato il primo post.
Eh già, perché ormai la politica è online! Si potrebbero scrivere collane di libri sull’influenza di internet sulla politica, ma più banalmente, è palese affermare che gran parte di “appeal” e consenso popolare si ottiene con il web.
Sono finiti i tempi in cui un qualsiasi uomo politico per primeggiare doveva confrontarsi con l’avversario (o gli avversari) a colpi di spallate e testa a testa quasi da azzuffata; oggi basta bloccare la gente con un tasto, fare uno screenshot o ancora pubblicare un post.
C’è più informazione da parte dei cittadini, certamente: sappiamo con puntualità quando si raccoglie l’umido, la carta o la plastica; o sappiamo anche di avere la possibilità di poter andare a fare un bagno in quella piscina in cui nessuno avrebbe scommesso un euro; o che c’è la possibilità non ancora smentita di un patatrac generale a causa di quel dannato bilancio.
Ma tutte quelle liti, parolacce, frasi retoriche, articoli e comunicati rimbalzati tra maggioranza ed opposizione, sono davvero scene ridicole! Giuro, pagherei il biglietto per potervi veder litigare con la stessa foga di presenza invece che sui social e così come me penso che lo farebbero molti altri Favaresi. Già immagino il teatro San Francesco pieno di gente. Sarebbe un’idea per le entrate del Comune!
Potreste giustamente chiedermi “Ma da che parte stai? Ma tu che cosa vuoi? perché ti stai lamentando?”; la mia risposta è semplice: lavoro ogni giorno in un ufficio privato dalle 9 alle 13 e dalle 15 fino a tarda serata; la persona che mi paga a fine mese, com’è giusto che sia, mi vuole attivo, sveglio, partecipe all’attività lavorativa e di certo mai distratto. La stessa persona che mi paga a fine mese penso si inca**erebbe molto se vedesse che invece di ottimizzare il tempo che ho a disposizione per fare il mio dovere sto sui social a maledire chi odio, a criticare la gente o a scrivere frasi con doppi sensi che solo Dio sa a chi sono riferite.
Ergo, cari signori tutti che sedete in quel consiglio (non proprio tutti, perché alcuni stanno buoni a fare il loro dovere), penso che i cittadini, o meglio “I VOSTRI DATORI DI LAVORO”, gradiscano maggiormente una settimana senza inutili social che un gettone di presenza rifiutato. Basterebbe avere un pò di buon senso…magari tra un post ed un altro lo trovate.
#unasettimanasenzasocial