Troppi fatti di sangue si sono verificati da Settembre 2016 a ieri, che ci riportano ad un passato che non appartiene più alla città. Favara è un’altra cosa, lo grido.
Condanniamo questi atti criminali che non ci appartengono e che minacciano una popolazione che si è rimboccata le maniche aprendo al turismo, alla cultura, al piccolo artigianato, al commercio.
Noi siamo la città dell’Agnello pasquale, della Farm, della movida, di Piazza Cavour, di B&b, di pizzerie, ristoranti, bar, di ottimi negozi di tutti i generi.
Il favarese ha lasciato la valigia nell’armadio e sta cercando di inventarsi un lavoro nella sua città e nella sua terra. Contiamo eccellenze nelle coltivazioni biologiche, investiamo su nuove forme di agricoltura, una per tutte, le piantagioni di melograno. La qualità della produzione del nostro olio è riconosciuta all’estero.
La città vuole andare avanti, lasciandosi alle spalle la criminalità di qualsiasi forma.
Non possiamo starcene zitti seguendo gli eventi attraverso la stampa, dobbiamo far sapere a chi ha già visitato la città e, specialmente, a chi ha intenzione di visitarla che Favara è un’altra cosa rispetto alle sparatorie e alle uccisioni.
Siamo persone perbene, lo siamo sempre state. In passato silenziose, oggi non disponibili a farci impaurire dalla criminalità organizzata o non organizzata.
L’amministrazione, il consiglio comunale, i partiti, i sindacati, le associazioni, i cittadini gridiamo tutti che Favara è un’altra cosa.