Alzo bandiera bianca, quella del dialogo. Non voglio mettere in croce nessuno, ma ragionare principalmente con l’Amministrazione comunale. Serenamente.
Favara oggi ha gli stessi problemi di ieri. Ovviamente, al punto nel quale siamo ci vorrebbe un miracolo per salvare i contribuenti. Il cambiamento ha, comunque, diverse sfaccettature, le principali nelle diverse soluzioni ai problemi e nel diverso metodo di amministrare.
Attualmente, il faro dell’attenzione dell’opinione pubblica si è acceso sul metodo. Sul metodo di nomina dei revisori al Voltano e sulla eliminazione della rotonda in corso Vittorio Veneto all’altezza di piazza Libertà.
Fatti, mi riferisco adesso alla nomina dei revisori, che non ci stupirebbero più di tanto se fossero riconducibili alla politica della prima Repubblica, quando gli accordi dovevano essere presi all’interno dei partiti e dovevano rispettare gli equilibri provinciali, se non regionali. Tutto avveniva nei corridoi e nelle sedi dei deputati. Vere e proprie strategie di spartizione mirate a soddisfare i portatori di borse di voti.
Oggi non dovrebbero esistere più i portatori di voti, i maestri del clientelismo, le strategie occulte perché la gente è, nella stragrande maggioranza, disillusa. L’elettore si convince da se. Nuovo di zecca, il M5s ha una carta in più da giocare rispetto agli altri partiti. Il nuovo trascina i voti. Quanto tempo durerà? Durerà se risolverà i vari problemi e se confermerà nei fatti la novità del metodo.
Torniamo a Favara. E mi piace tornarci affrontando solo la parte che riguarda il metodo. Tra i due Comuni di Favara e Porto Empedocle è difficile sostenere che non ci sia stato un accordo sulle nomine al Voltano.
Intanto, la partecipazione e la trasparenza sono stati i cavalli di battaglia del M5s nell’ultima tornata elettorale delle amministrative della città. Anna Alba e i 5 stelle sono bene attrezzati per comunicare con i cittadini, per renderli partecipi. Invece cosa è accaduto?
Se vi ricordate, la dichiarazione del dissesto finanziario l’abbiamo conosciuta a babbo morto. In tanti, io tra questi, hanno pensato ad uno scivolone. L’alzata di scudi dell’opposizione e dell’opinione pubblica, nella particolare occasione, doveva suonare da allarme per l’amministrazione comunale a rivedere il metodo. Dovevano cercare di riparare in futuro. Non è stato così. Hanno confermato il metodo che fa a pugni con i proclami elettorali. E’ stata la stampa a dare la notizia della nomina dei revisori al Voltano, ovviamente, a babbo morto. Nessun problema se ci avessero detto nel giugno scorso che ci avrebbero stupiti con le sorprese. Hanno detto il contrario e gli elettori hanno creduto.
La rotonda stradale, due assessori dichiarano a due diversi organi di stampa argomenti non coincidenti. Uno afferma che la rotonda non era a norma, l’altro che era sperimentale. L’ex assessore Giovanni Moscato li smentisce con i documenti, con i pareri degli stessi dirigenti che ne hanno permesso la realizzazione. Ma a noi, dicevamo, interessa il metodo. Dell’eliminazione della rotonda i favaresi se ne sono accorti non vedendola più, a babbo morto.
Con la bandiera bianca in mano, dicevo, mi permetto di suggerire di rivedere i comportamenti, di fare un minimo di verifica politica. La gente, spesso, si affeziona al voto. Ad Anna Alba riconosco l’umiltà figlia dell’intelligenza e della capacità di riconoscere gli errori e di mettere in campo le opportune correzioni, eliminando e disprezzando le prese di posizione e le questioni di principio che non servono praticamente a nulla, se non a procurare altri danni.