Sabrina Contino
Appuntamento sabato primo luglio, in occasione del settimo anniversario di FARM CULTURAL PARK”, alle ore 19.00.
“Terra in corpo “ di Giuseppe Agnello è una mostra che propone un’importante gruppo di opere: dieci sculture, alcune inedite, prodotte dall’ artista nel periodo che va dal 2008 al 2012.
Allestite presso Palazzo Cafisi sito in via Arco Cafisi, da venerdì a domenica dalle 17,30 alle ore 20,30 si potranno osservare le sculture realizzate attraverso la terra, il gesso o l’argilla, a cui Agnello inserisce elementi naturali quali rami, carbone, arbusti, indicando che l’unica destinazione possibile di questi elementi ormai morti, era quella di divenire opere d’arte, tanta è la loro forza estetica e simbolica, la loro bellezza e la loro sofferenza intrinseca.
In collaborazione con FuoriFarm e l’ Accademia di Belle Arti di Palermo la mostra durerà dall’ 1 Luglio fino al 30 di Settembre 2017.
Il linguaggio dello scultore Giuseppe Agnello, interroga con le sue opere, la solitudine dell’essere, la sconfitta dei suoi desideri ed il carico del suo vivere come condizione universale possiamo infatti riscontrare che le sculture, costantemente monocrome (nere, bianche o grigie) ricordano che anche la terra, come l’uomo, ha i suoi dolori.
Dona alle sue sculture una congiunzione di corpo e natura, un innesto di alberi e carne. Lo scultore crea figure anatomicamente perfette dalle quali improvvisamente si generano rami, tronchi e radici. Metà uomo e metà albero, queste opere rappresentano delle chimere esistenziali provenienti da una mitologia tutta terrena dove non si racconta né di dei né di eroi, ma di uomini fatti di corpo e anima.
In questo universo silenzioso, dove i gesti sono lenti e misurati, i corpi giacciono dormienti , ogni parola diventa inutile perchè romperebbe l’incanto. Nel silenzio l’artista compone il suo personale vocabolario della memoria, dove con le sue mani vi si ascrive ogni singola scultura finché guardandole nel loro insieme, si possa leggere il racconto della sua terra e di quell’uomo dalla cui anima crebbe un albero.
Il tutto si svolge in una cornice singolare come quella del Palazzo Cafisi che, diviso in più livelli, regala dettagli inconsueti al significato della rappresentazione. I suoi spazi esterni vantano una visuale che affaccia nella parte storica di Favara, nel livello superiore, il salone incompiuto con più di dieci metri di altezza, esaspera il lessico che l’artista prospetta nei suoi lavori. Anche le stalle del Palazzo settecentesco sono adibite ad esposizione, si evince così una vetrina unica che esprime estro e originalità unita ad un’altrettanta particolare visione dell’arte che portano ad un’esperienza culturale straordinaria.