Giuseppe Maurizio Piscopo
Conosco Enzo da una vita. Suoniamo lo stesso strumento che piace ai non vedenti: la fisarmonica.
Qualche volta ci siamo trovati nella stessa piazza, nella stessa città. Ogni volta ci siamo fermati a discutere per ore di teatro, di musica di un progetto da realizzare insieme. Una volta ad Agrigento il tempo si è fermato. Abbiamo parlato fino all’alba. Il nostro dialogo non si è mai interrotto. Un giorno, probabilmente a Milano realizzeremo questa storia di taverna siciliana con due fisarmoniche e una botte vera piena di vino rosso. Nella vita tutto è scritto e noi viviamo ancora di sogni pur avendo i capelli tutti bianchi…
Quando è iniziata la tua avventura nella Musica?
Fin da bambino. Frequentavo le scuole elementari presso l’Istituto salesiano “Gioieni” di Agrigento, già facevo parte del coro dei piccoli… pensa si cantava in latino. In quel periodo mio zio mi regalò una vecchia fisarmonica che non usava più (che ho fatto restaurare e che ancora conservo!)
Un chierico che suonava la fisarmonica (ricordo ancora il nome Don Treccarichi) iniziò a darmi i primi rudimenti da lì è partita la mia avventura.. Non l’avessi mai fatto!
E l’incontro con il Teatro?
Sempre presso l’Istituto Gioieni… anche se l’ordine era dei Salesiani, alle elementari come insegnante, ebbi la fortuna di avere un prete gesuita (rigoroso, erudito, letterato, che da quel dì mi iniettò nelle vene anche l’antidoto benefico della lettura) con lui cominciai le mie prime recite, proprio nel Teatrino di quell’istituto.. Mi ricordo pure il mio primo ruolo: un bambino di strada, un “antagonista di San Domenico Savio bulletto”
Come eri da bambino? Quando hai scoperto le tue qualità artistiche?
Ribelle… molto sensibile, ma ribelle! Mi potevi vedere nello stesso giorno ligio” nel servir messa” e poco dopo, fuori, per strada, a dar botte o a tirar pietre contro i vetri. Credo, che sia stata la “strada” a far sviluppare in me il senso critico e il lato”artistico”, permettendomi sin da bambino di elaborare diverse prospettive, che hanno influenzato certamente il mio modo di osservare e interpretare la realtà, sviluppando il tal modo la vena artistica ovvero il pensiero creativo con un libero giudizio.
Tu hai fatto parte di un gruppo storico dell’agrigentino: “I Dioscuri”, cosa ricordi di questa lunga esperienza?
Certamente l’esperienza con i “DIOSCURI” è stata un capitolo importante della mia vita artistica che ha lasciato un segno profondo nella mia memoria… e avendo ogni suo dettaglio un ricordo abbastanza preciso, credo che per rievocare quella parentesi non basterebbero giorni interi… e poi ad esser sinceri, non ho mai avuto una particolare predilezione per la nostalgia.
Puoi commentare questa frase di un grande scrittore russo: “La bellezza salverà il mondo”…
“La bellezza salverà il mondo…” attesta il principe Miskin, nell’Idiota di Dostoevskij… L’Idiota lo fa con immensa fiducia nei confronti dell’arte, asserendo che ” la bellezza salverà il mondo”. Qualsiasi bellezza ammalia, seduce, conquista; anche quella fugace di un bel volto o di una bella canzone o di un bel quadro e così… la bellezza dell’Arte con il suo potere liberatorio. Mi chiedo: su cosa si fonda la nostra valutazione quando ammiriamo un viso o un quadro? Diamo un parere ad una cosa bella e che ci attrae… ma per l’appunto cosa stiamo osservando e giudicando? Questo è l’arcano nel contempo il fascino della bellezza, ed allora è inutile lo sforzo di definirla.
Qual è la tua definizione dell’Arte vera e autentica?
E’ la più alta e geniale manifestazione umana di creatività. L’unico momento che permette all’uomo di esteriorizzare la propria interiorità e non è definibile in maniera univoca ed assoluta.
Dopo la Musica hai scoperto il Cinema d’Autore con i fratelli Taviani hai interpretato una magnifica parte nel film Kaos, cosa ricordi di questa bella esperienza, cosa hai appreso dai fratelli Taviani?
Bellissima ed importante esperienza quella fatta con i Taviani… ascoltavo con attenzione ogni loro parola con la curiosità di un bambino nel primo giorno di scuola: i fratelli Taviani sono “pietre miliari” del Cinema Italiano. Tantissimi ricordi e aneddoti mi vengono alla mente… cito un particolare episodio: durante una scena, all’albeggiare del La Giara (che girai con i Grandi Franco Franchi e Ciccio Ingrassia), i registi disposero a personale tecnico di far servire in scena ai contadini siciliani, per animare ed imbandire una sorta di festa nell’aia, una colazione con particolari pietanze: precisamente a base di pane tostato, burro, marmellata ed altro. Si comincia a girare… mentre io cantavo al calar della Luna, sotto la giara (dentro cui era incastrato Zi Dima- Franco Franchi), anziché contrappuntare con espressioni “festose”, da parte di contadini che interpretavano, si avvertiva in sottofondo un brusio ostentato, “forzato”, quasi di disappunto. Fu più forte di me!…Interruppi il canto, bloccando la scena. Istantaneamente si sentì un urlo dietro la macchina da presa: Paolo Taviani…” Ma che succede! Enzo perché ti sei fermato? I contadini, perché questo borbottio fastidioso?…
Ed io- “Paolo scusami… il disagio… credo che per loro questa sia una “forzatura” … E’ innaturale per i contadini del sud, specie in una massaria siciliana dell’800 che si faccia colazione spalmando sul pane tostato, burro e marmellata!”
Anche Franco Franchi se la ride, avallando in pieno.
Ma perché? Il burro e le confetture esistono fin dai tempi dei romani” – aggiunge Vittorio Taviani. Ed io… “Pane tostato, burro e marmellata? In Sicilia? Tale colazione per noi contadini Siciliani è irreale impensabile! Tra i nostri contadini si mangia tutt’al più pane raffermo, siero e ricotta, sarde salate, cacio e olive bevendo vino di primo mattino!” Da parte dei contadini si levò immediatamente una sonora approvazione, liberatoria, quasi di riscatto… Da quel momento non solo ebbi l’incarico di “montare” tutta la festa, compresa una agreste danza arcaica fatta dai contadini, ma i fratelli Taviani per tutta lavorazione dei quattro episodi di cui era composto l’intero film, mi vollero anche come consulente.
Tu hai recitato spesso in Tv, ma la tua grande occasione dovrà ancora arrivare!
Si, in televisione ho interpretato diversi e particolari ruoli… come per esempio in “Scherzi a parte” o in molte fiction, come “La Squadra”, “Carabinieri”, “Amore criminale” e tante altre… Ogni opportunità artistica per me è stata ed è sempre “importante”. Comunque riguardo la mia grande occasione”, desidero rispondere con un aforisma, credo di Axel Oxenstierna: “L’occasione favorevole è madre della fortuna!”
Spesso giri i Teatri italiani con grandi attori e grandi registi, al momento cosa stai facendo?
Ho appena finito di girare una lunga tourneè teatrale: nella prima parte della stagione ho recitato nella Lupa con Lina Sastri e in seguito, nel Re Lear con Mariano Rigillo. Ho chiuso la seconda parte della stagione a Roma, al Teatro Quirino con lo spettacolo: “Erano tutti miei figli” tratto da un testo di A. Miller, sempre con Mariano Rigillo. Per la prossima stagione mi hanno proposto alcuni progetti teatrali, di cui non parlo… per scaramanzia (è ovvio che alla scaramanzia non credo!)
Torni spesso ad Agrigento? Un Artista per realizzarsi deve proprio lasciare la Sicilia?
Si certo… lì ci sono le mie radici, la mia città, anche se è una fiumana di contraddizioni, mi ossigena, mi ricarica.
Realizzarsi, come etimo vuol dire “ rendersi reali”, quindi esprimere se stessi, cioè presentarsi in quell’istante della tua vita, nella concretezza, per come sei. In tal senso, qualunque cosa si stia vivendo nel qui ed ora ( o in Sicilia o in un altro posto), sono convinto che, se non ci facciamo inquinare da schemi fissi e da ambizioni sfrenate di arrivare ad ogni modo e con ogni mezzo, entrando in sintonia con noi stessi, ci possiamo sentir vivi e concreti in ogni dove.
Qual è la città nella quale vorresti ritornare a recitare e perché?
Non ho una particolare città…nelle tourneè mi capita sovente, di ritornare in città, luoghi e Teatri dove avevo già recitato: ti assicuro che l’approccio emotivo è sempre nuovo e diverso.
Da una vita ci proponiamo di realizzare uno spettacolo recitato, cantato e raccontato con due fisarmoniche, ma riusciremo un giorno a realizzare questo sogno?
Noi siamo due “teste dure” … non so “quando” ne dove ma di una cosa son certo: questo spettacolo ci sarà e lo faremo!
Puoi commentare questa frase: “La Musica è pericolosa”! Cosa intendeva dire secondo te il Compositore Nicola Piovani? La frase appartiene al regista Federico Fellini, ma Piovani ne ha ricavato un libro…
Ho avuto modo di conoscere Nicola Piovani…è stato il marito di una mia cara amica, (pensa che le musiche del film Kaos dei Taviani, compreso il canto che interpreto sono sue).
E per dirla alla Piovani:- “Le canzoni vivono nell’aria, vengono respirate anche da chi non ci fa attenzione”. La musica fa da padrona là dove la parola non sa e non può arrivare…e la chiave di tutto ciò è chiaramente la carica emotiva che ti suscita fino a lasciarti talvolta col fiato sospeso, anche al punto di sconvolgerti. Nel mondo ellenico alla musica veniva assegnata un’immensa forza nel muovere e forgiare l’animo umano. Cito Platone:
“Chi possiede una sufficiente educazione musicale, può accorgersi con grande acutezza di ciò che è brutto o imperfetto nelle opere d’arte o in natura, mentre sa approvare e accogliere con gioia nel suo animo ciò che è bello, e nutrirsene e diventare un uomo onesto”
E’ vero che gli Artisti sono “Benefattori dell’umanità”?
“… Nessuno meglio di voi artisti, geniali costruttori di bellezza, può intuire qualcosa del pathos con cui Dio, all’alba della creazione, guardò all’opera delle sue mani. Una vibrazione di quel sentimento si è infinite volte riflessa negli sguardi con cui voi, come gli artisti di ogni tempo, avvinti dallo stupore per il potere arcano dei suoni e delle parole,dei colori e delle forme, avete ammirato l’opera del vostro estro,avvertendovi quasi l’eco di quel mistero della creazione a cui Dio, solo creatore di tutte le cose, ha voluto in qualche modo associarvi…
”(dalla LETTERA AGLI ARTISTI DI GIOVANNI PAOLO II).
“Lode e gloria agli artisti!”
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“…Enzo la tua lista di cose da fare è piuttosto lunga! Hai grandi progetti per il futuro e raggiungerai tutti i tuoi obiettivi con la tua straordinaria determinazione e dedizione. La tua forza di volontà ti porterà al successo!”
I sogni sono la base del futuro di una persona, se non si vive inseguendoli, sarà una vita sprecata… Quando arriverà il futuro ne parleremo.