Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano». Parola del Signore
Gesù è accusato di essere poco devoto. Fa sorridere, ma è proprio così. Gesù non si presenta affatto come un mistico infervorato, non pratica lunghi digiuni e non ostenta le sue preghiere, non si mostra nelle piazze vestito in lunghe vesti, come solevano fare i rabbini del tempo. Il confronto con Giovanni Battista è impietoso: rispetto all’ascetico e consumato profeta del deserto, Gesù appare come un beone e un mangione. E invita i suoi discepoli ad ammirare i gigli del campo, a imitare i bambini, a gioire come la massaia che ritrova la moneta perduta, non a fare digiuno come invece fanno i discepoli del Battista. La ragione è semplice: come si può stare a dieta il giorno delle nozze del nostro migliore amico? Lo sposo è con noi, amici, non assumiamo aria melanconica, non giochiamo a fare gli asceti e i mistici. Lo sposo è con noi, togliamoci gli abiti stracciati e consunti di chi pensa di far piacere a Dio fuggendo le legittime gioie che egli ci regala! Ci sono dei momenti, nella vita, in cui saremo chiamati a digiunare e a fare penitenza, quando avremo necessità di orientare emozioni ed istinti per ritrovare la traccia che conduce verso Dio. Ma oggi no, lo sposo è con noi. (lachiesa.it)
A cura di Fra Giuseppe Maggiore
Pace e bene