Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore
Gridatelo sui tetti! L’invito, pieno di drammatica passione, ci viene dalla voce stessa di Gesù, dalla sua ansia di inondare il mondo con la sua Parola, con la sua esperienza. Gridarlo sui tetti: che Dio è grande, che Dio ci ama, che Dio è presente, come il cuore dell’innamorato che, gonfio, vuole comunicare a tutti la propria esperienza. All’uomo indifferente oppure travolto dal caos della vita, Gesù annuncia il tenero volto di un Dio che cammina con noi. Gridatelo sui tetti! E mi vengono in mente tutte le situazioni in cui ci vergogniamo di essere cristiani, in cui precisiamo di credere, sì, ma con molte parentesi, con molte obiezioni, per non sfigurare davanti alla “modernità”. In fondo abbiamo paura della nostra fede, crediamo di dovere quasi scusarci, pensiamo che le nostre ragioni vacillino davanti al pensiero contemporaneo. Ma è così? Forse sì, per molti. L’idea che la fede sia una concessione archeologica a soggetti particolarmente fragili ed emotivi, in fondo contagia anche noi. Ma è così? Abbiamo bisogno di approfondire la nostra fede, di scrollarle di dosso la polvere dell’abitudine e del tradizionalismo, per riscoprire il volto straordinariamente umano e compassionevole, credibile e ragionevole del Dio di Gesù Cristo. Gridatelo sui tetti! Non nelle Chiese, non nelle sacrestie, non al piccolo gregge, ma nella piazza, al bar, in ufficio. Gridiamo il Vangelo con la nostra vita!(lachiesa.it)
A cura di Fra Giuseppe Maggiore
Pace e bene