Scontro si attendeva e scontro è stato. In consiglio comunale non ci sono stati certo i toni pacati e lo spirito di conciliazione auspicato dal presidente del consiglio comunale Totò Di Naro che aveva inserito al primo punto dell’ordine del giorno una integrazione, il punto che recitava “Comunicazione del presidente” dove appunto si chiedeva un sano dibattito.
Il tema, naturalmente, le dichiarazioni della sindaca Anna Alba durante la convention 5 Stelle di Palermo. Le dichiarazioni del presidente invece di attenuare lo scontro lo hanno acuito tanto da spingere l’opposizione a ricusare il presidente e chiederne le dimissioni. Scontro amplificatosi dopo le dichiarazioni di Anna Alba con i consiglieri di opposizione che hanno preteso scuse ufficiali, annunciato querele e financo sciopero della sete e incatenamento.
Ma andiamo con ordine iniziando a raccontarvi il film della serata che è iniziata con circa un ora di ritardo, cosa divenuta abituale, sull’orario di convocazione. Qui il primo scontro anche con toni aspri tra il consigliere Tonino Scalia e il presidente Di Naro. Finalmente l’appello, l’inizio della seduta e le comunicazioni del presidente che, come dicevamo, fanno riferimento alle dichiarazioni palermitane di Anna Alba e che tendono a placare gli animi. Cosa che invece scatena l’effetto contrario con il presidente accusato di non avere preso le giuste difese del Consiglio comunale e di essersi appiattito sulle posizioni del suo Movimento non essendo stato invece garante e difensore di tutto il Consiglio comunale attaccato e vilipeso dalla sindaca. Discussione che non è potuta incanalarsi per l’assenza di Anna Alba impegnata fin dalla mattinata nella riunione dell’Ati per discutere importanti strategie per il servizio idrico. Niente sindaco, niente discussione. I consiglieri di opposizione non assecondano la richiesta del presidente Di Naro di continuare la discussione con gli altri punti all’ordine del giorno e decidono di abbandonare l’aula, per cui la seduta cade per mancanza di numero legale, con il presidente costretto a rimandare il tutto ad un ora.
Al rientro, questa volta è presente la sindaca Anna Alba che interviene ribadendo la sua versione e il suo pensiero sul suo discorso pronunciato alla convention grillina di Palermo. Un discorso scritto che riportiamo integralmente:
“Signor Presidente del Consiglio, Signori Consiglieri Comunali, Concittadini tutti. Durante questo primo anno di amministrazione l’opposizione, dentro e fuori il Consiglio Comunale, mi ha apostrofata come: incapace, maleducata, superficiale, delirante, irresponsabile, distruttiva, sciagurata, killer o mandante, frustrata, ambiziosa, pretestuosa, sceriffa tra pupi e pupari, disperata, presuntuosa, di bassa politica, insana, arrogante, immatura, qualitativamente inferiore e indegna (indegna è l’offesa che mi ha più colpita sia perché è sinonimo di infame o vergognosa e perché mi è stata rivolta a solo pochi giorni dal mio insediamento).
A queste offese non sono mai seguite scuse, neanche velate, non un cenno amichevole di confronto. Nulla. Ma … è un modo di far politica che, anche se non condivido, diciamo che posso anche comprendere. Domenica 9 luglio a Palermo durante le “regionarie” ho pronunciato parole che, a giudicare dalle reazioni dei consiglieri comunali di opposizione, sono apparse “diffamanti” e lesive. E qui vorrei chiarire, il senso delle parole che ho pronunciato in quel contesto.
La corruzione di cui parlavo a Palermo non ha nulla di perseguibile penalmente ma politicamente si. Tentare di ricondurre a vecchie logiche politiche che, RIPETO, non hanno nulla di penalmente rilevante, ma tentano invano di far deragliare col compromesso il confronto politico tra maggioranza e opposizione. Confondere il diritto con la pretesa come ad esempio: cambiare il nome di una via o una piazza …una delle cose più banali che mi viene in mente; o dosare il livello di opposizione politica in funzione delle risposte ottenute in merito agli SPRAR o i centri d’accoglienza. Si tratta di “pressioni” o richieste ricevute o da millantatori che dicono di rappresentare il consigliere x o y o di veri e propri militanti e dirigenti di partiti politici. Se quello che ho detto ha avuto una interpretazione diversa da questa me ne scuso pubblicamente (perché a differenza da chi mi ha apostrofata finora come indegna io so chiedere scusa) ma così come ho detto anche dal palco a Palermo: il senso era quello. Qualcuno ha annunciato querele e sono sicura di poter rimarcare ed esplicitare quanto sto ora affermando nelle sedi opportune e magari chiedere nuovamente di approfondire dichiarazioni ben più gravi fatte in quest’aula. Spero che, da domani, anche se da una posizione di minoranza consiliare si possa finalmente andare verso un percorso propositivo con atti funzionali per la città e per i favaresi”.
Anna Alba, insomma, ha ribadito quanto già dichiarato alla stampa subito dopo il clamore che il suo discorso ha provocato. Nel suo intervento il chiarimento per le parole ritenute offensive e lesive, ed anche “Pubbliche scuse se quello che ho detto ha avuto una interpretazione diversa”. L’opposizione, attraverso i consiglieri intervenuti alla discussione non ha però gradito le scuse e i termini ed anche la forma di quanto detto da Anna Alba.
Sono così intervenuti Sergio Caramazza che ribadisce “Sono affermazioni gravissime e lesive per la mia immagine e per quella di tutti i consiglieri comunali, soprattutto di opposizione, per cui non accetto le scuse”. Sulla stessa scia anzi con toni più aspri l’intervento di Marilì Chiapparo: “Sono delusa le sue affermazioni che sono lesive per la mia reputazione. Sporgerò querela a meno che lei non ci riabiliti con pubbliche scuse. Ci sono anche post su Facebook scritti da Lei che ci offendono. Lei è inadeguata anche nelle espressioni, nel dire e nel fare i suoi chiarimenti non ci convincono. Potrei dire che losco è dare incarichi a familiari, rinnovare appalti milionari senza gara. Che direbbe Lei. La invito ad andare Procura a denunciare i fatti che lei ha comunicato, perché sé è vero e non lo fa lei sarebbe connivente. Se invece non è vero, proclami le sue scuse ufficiali su tutte le testate giornalistiche”. Chiapparo si scaglia anche contro il presidente Di Naro: “Lei aveva il dovere di difenderci, invece si è appiattito sulle posizioni del suo partito. Lei presidente non è in grado di assolvere al suo compito, anche i consiglieri 5 stelle dovevano prendere posizione in difesa del consiglio comunale”.
Quindi Laura Mossuto: “Nel suo discorso le scuse sono invece accuse. Io ho diritto di sapere se c’è qualcuno che vuole fare affari loschi, lei deve fare il nome, ha l’obbligo di farlo raccontando fatti e situazioni”. E poi rivolgendosi a Totò Di Naro: “Presidente chiedere conciliazione senza le scuse, i chiarimenti non ha senso”. Quindi l’intervento di Tonino Scalia. “Volevamo solo sentire “vi chiedo scusa” invece ha rincarato la dose. Le tre accuse da lei lanciate per farsi bella davanti a Grillo sono gravi, accuse contro la Stampa, i funzionari regionali ed i consiglieri comunali. Se vuole riabilitatici deve chiedere scusa o io mi legherò in piazza davanti il Municipio in attesa che lei vada in Procura a denunciare, se non lo farà entro 24 ore ci andrò io a querelare”. La battuta finale contro il Presidente Di Naro per il quale si chiedono le immediate dimissioni.
Non concretizzandosi nessuna delle richieste auspicate, i consiglieri di opposizione ha di nuovo abbandonato l’aula con la conseguente caduta del numero legale, per cui la seduta e stata aggiornata alla 24 ore, ovvero sabato ore 18. La discussione, più che la protesta, è poi proseguita in piazza Cavour anche con la presenza di alcuni politici, ex amministratori e i pochi cittadini che seguono le vicende politiche amministrative della nostra città. Nella seduta di sabato anche se i consiglieri di opposizione non dovessero partecipare alla riunione basterà la presenza di soli 10 consiglieri per rendere valida la seduta. L’amministrazione comunale ha urgenza di approvare il piano tariffario dele servizio dei rifiuti, la Tari 2017, che ricordiamo ha il parere non favorevole da parte dei Revisori dei conti, ma Anna Alba e la sua giunta chiederanno ugualmente un si ai propri consiglieri per approvare l’indispensabile Piano.