In certe occasioni si fa davvero fatica a capire le scelte della politica e allo stesso modo a comprendere lo scopo, l’esistenza stessa di un organo, nel nostro caso il collegio dei Revisori dei conti.
Il loro parere non vincola, eppure si chiede. In pratica, si chiede, dopodiché ognuno fa come gli pare.
Il parere negativo per quanto riguarda il sistema di cablaggio e adeguamento software si fonda sul fatto che la spesa secondo i Revisori non rientra in quelle previste dalle legge nei Comuni in dissesto finanziario.
Ora, ci piacerebbe capire come funziona il gioco. Per i tre professionisti la spesa non rientra e danno parere negativo, per l’amministrazione comunale il parere dei revisori non conta nulla e porta la proposta in Consiglio comunale che approva senza consumare un solo minuto di dibattito, di approfondimento.
Restando in tema di conti e per esorcizzare la problematica con tannicchia di ironia, si ha netta l’impressione sul fatto che noi contribuenti stiamo pagando qualcosa o qualcuno del quale si può fare benissimo a meno.
Il parere è rimasto al chiodo, il lavoro sembrerebbe sia stato eseguito prima ancora dell’approvazione del provvedimento in Consiglio comunale e allora come funziona? Ci faranno sapere.
Anche la Tari 2017, manco a dirlo, ha ricevuto il parere negativo. I tre revisori sono convinti che i conti non tornano relativamente alla parte delle agevolazioni. Li avessero presi minimamente in considerazione! Niente da fare, il punto è stato approvato senza esitazione. Il parere dei Revisori? Minchiate!
E’ chiaro che l’amministrazione ha un suo percorso e lo deve percorrere, per ragioni di opportunità sarebbe, comunque, auspicabile spiegare all’opinione pubblica che i conti sulla Tari quadrano e che il cablaggio e l’adeguamento software per gli uffici comunali rientrano nelle spese previste dalla legge. Chiederei spiegazioni al Collegio dei revisori, ma quelli non parlano, non sono un organo politico, allora deve essere l’amministrazione comunale a rassicurarci sulla bontà degli atti approvati.