A volte accadono fatti difficilmente immaginabili, uno di questi è accaduto proprio stasera con Girgenti acque nella sua massima rappresentanza ospite di don Marco Damanti, parroco della Chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Prete in prima linea nella difesa dei diritti degli ultimi, delle fasce più deboli, uno tosto che le cose non se le lascia dire da nessuno.
Proprio questa mattina in una intervista pubblicata su SiciliaOnPress, don Marco ha parlato delle umiliazione e dei disagi subiti da chi, per la sua povertà, non è nelle condizioni di pagare le bollette del servizio idrico. E un altro Marco, questa volta, Marco Campione presidente di Girgenti acque, legge l’intervista, mi chiama telefonicamente e mi chiede di incontrare il prete. Appuntamento stasera alla 19,30. Puntuali arrivano in parrocchia Marco Campione, presidente dell’azienda che gestisce il servizio idrico, Giandomenico Ponzo, direttore di Girgenti acque, l’ingegnere Francesco Barrovecchio, dirigente tecnico, Calogero Patti dell’area tecnica, Paolo Criscimanna, responsabile tecnico per Favara. Praticamente è arrivato il vertice aziendale per confrontarsi e ragionare con don Marco Damanti, permettetemi la battuta, solo contro tutti, ma “armato” a dovere.
Il primo a prendere la parola è stato Marco Campione, mi piace, comunque, iniziare dalle cose dette dall’ingegnere Barrovecchio, per offrirvi nell’immediato l’immagine di un incontro sereno, dai toni pacati e dalla volontà di costruire percorsi diversi e produttivi. “Mi creda padre – ha detto Barrovecchio – dietro ognuno di noi c’è un uomo che si dispiace di negare il servizio a chi non può pagare per povertà. Lo dice uno che la domenica va a lavare i piatti alla mensa dei poveri”.
L’aspetto umano è stato il punto centrale di tutto il dibattito che si è iniziato, dicevo, con l’intervento di Marco Campione. “Si vuole a tutti costi – a parlare è il presidente di Girgenti acque – far passare la mia azienda come spietata e priva di sentimenti, con una sorta di squadracce pronte a tagliare indiscriminatamente le prese idriche a chi non paga. Posso, di contro, citare una lunga serie di aiuti a chi realmente ne ha avuto la necessità. Noi facciamo la nostra parte in silenzio, senza rulli di tamburo che altri utilizzano per denigrarci senza minimamente conoscerci. Al di là delle azioni di buona volontà personali che possono fare poco rispetto alla significativa domanda di aiuto, dobbiamo pensare ad altro, iniziando dal fondo di solidarietà, milioni di euro che non vengono spesi, perché è necessario disegnare un altro sistema di accesso per l’utenza”. E sul fondo di solidarietà è entrato nello specifico il dottore Ponzo che si è impegnato a suggerire all’Ati e ai Comuni un innovativo progetto capace di allargare la platea dei beneficiari.
Don Marco Damanti ha ascoltato tutti senza interromperli, nessuna sovrapposizione e nessuno scontro.
“C’è il problema – ha detto il sacerdote – e deve essere risolto. Mentre, chiudere gli occhi non è una soluzione. L’acqua deve essere un bene accessibile a tutti, nessuno escluso. Stasera abbiamo avuto l’occasione di rappresentare direttamente ognuno di noi i diversi aspetti della problematica. Io da questo momento conosco meglio la vostra azienda, voi, allo stesso modo, conoscete le esigenze dell’utenza. E’ necessario iniziare facendo chiarezza assoluta su tutti gli aspetti del servizio, per individuarne i problemi e i veri responsabili. Questo è il primo incontro, al quale ne seguiranno altri con la presenza delle associazioni. Dobbiamo fare un’operazione verità senza sconti per nessuno ad iniziare dai costi del servizio troppo elevati nel rapporto con la capacità di reddito dell’utenza. Ogni azione dovrà avere il giusto destinatario, rimanendo sui costi il destinatario sarà la politica e la Regione siciliana. Sarà un’operazione verità utile a tutti”.
Ed è proprio la verità sui costi del servizio l’unica chiave che potrà consentirne la diminuzione.