Il mio amico e collega Lelio Castaldo nel suo “Filo di nota” affronta le recenti vicende della Farm lasciando poco spazio ad altre considerazioni. Su un aspetto, comunque, vale la pena di tornarci. E precisamente sull’arrivo a Favara di una delegazione di deputati regionali grillini che hanno partecipato all’incontro con la sindaca, la Farm, i dirigenti comunali e i consiglieri del M5s locali.
Cosa sono venuti a fare?
Sotto accusa un procedimento amministrativo: il sequestro per abusiva occupazione di suolo pubblico. Qualcosa che nulla ha di politico. E allora la deputazione che cavolo viene a fare a Favara? A difendere la sindaca? A perorare la causa della Farm?
Loro sono diversi. Hanno gridato fino ad assordarci che sono diversi, sono il nuovo, che oltre loro c’è il marcio e il malaffare. E allora che ci fa una vergine in un reparto di maternità? Il perorare, la ricerca del compromesso, dell’accordo sono pratiche che non appartengono, per loro enunciazione, al M5s.
Scusatemi, ma non riesco ad abituarmi al nuovo. Inimmaginabile in passato un simile comportamento da parte di qualsiasi altro partito. Ci sarebbero state pressioni in un verso o nell’altro, ma per pudore, in modo riservato, nessuno avrebbe preteso di assistere direttamente “alla discussione” e poi così platealmente.
Per non perdere il filo del ragionamento ricordo a me stesso che i protagonisti della vicenda sono la sindaca, responsabile dell’amministrazione comunale e rappresentante della città, la Farm e la burocrazia. Che c’entrano i deputati e che c’entra il M5s?
Non capisco il nuovo che arriva, ma mi indigno come cittadino e mi preoccupo. Mi preoccupo anche perché il campo delle motivazioni della loro presenza si può allargare ad altri aspetti, ad oggi, sconosciuti ai cittadini, che, ad ogni modo, dovrebbero consumarsi in un confronto con l’opposizione locale, sede l’aula consiliare.