Sabrina Contino
In Sicilia la devozione per San Giuseppe è molto sentita, i fedeli con speciale onore lo venerano come protettore, posto dal Signore a custodia della famiglia.
San Giuseppe è ricordato come patrono dei falegnami oltre che come protettore dei poveri , e a lui si affida soprattutto chi si trova in difficoltà. La fede profonda per il Santo ha fortificato le semplici messe che venivano dette in suo onore sfociando anche in manifestazioni di culto popolare.
La festa di San Giuseppe è molto sentita soprattutto a Favara infatti, oltre ai consueti riti del 19 marzo, viene nuovamente festeggiata anche tra la fine di Agosto e l’inizio di Settembre, per permettere anche ai cittadini emigrati di poter partecipare ad un evento particolarmente vivo in paese e che si tramanda da generazioni.
I momenti più popolari della festa erano e sono costituiti dalla preparazione, in tutti i quartieri, della “minestra di San Giuseppe”, cucinata con “tanta devozione”, legumi e vari tipi di pasta per ringraziare il Santo e per aiutare le persone bisognose; la cottura è tutt’ora, come vuole la tradizione, a legna e preparata all’interno dei cosiddetti “callaruna”.
“Già all’inizio del mese di marzo cominciava a soffiare in Favara una sorta di entusiasmo, un vero baccano, una festevolezza popolare, incentivata dall’arrivo, in tutti i momenti, anche di molti forestieri. La piazza Cavour si trasformava in un pentolone in ebollizione. Voci, fischi, risate, un mormorio generale con strilli acuti di bambini e di ragazzi.” Carmelo Antinoro
Migliaia di fedeli partecipavano alle funzioni religiose e alla processione del simulacro, custodito nella Chiesa del Rosario e in ogni quartiere si impegnavano ad organizzare la festa chiedendo una donazione di casa in casa e racimolando così le somme necessarie per cucinare il “Maccu di San Giuseppi”. Purtroppo oggi si è perso un po’ dell’entusiasmo di una volta, comunque continua a vivere attraverso la fede.
Oggi le famiglie che intendono assolvere ad un voto o esprimere una particolare devozione al Santo allestiscono un tavolo su cui fa bella mostra di se l’immagine di San Giuseppe, così come ha fatto la Signora Lucia Sciumè, ieri sera. Spinta da una grande fede, ha onorato una “promessa” fatta 9 anni fa. Ha quindi organizzato con la famiglia Sciacca-Sciumè una “ministrata” in Viale Berlinguer: con 300 litri di acqua e 50 kilogrammi di pasta. Ha cucinato, aiutata da Giuseppe Costanza della Buca di San Francesco, per più di 700 persone. Inoltre hanno raccolto un piccolo budget, attraverso la vendita di bigliettini da un euro, che hanno donato alla Chiesa per destinarlo ai poveri.
La celebrazione della messa, il significato religioso e i festeggiamenti hanno accompagnato la Signora Lucia in un atto di fede profondo che nasce dall’amore, dal sacrificio e dalla devozione per i familiari. Questa ricorrenza fa da monito per ricordare a tutti l’importanza dello stare insieme, del servizio, dell’affetto che sta alla base del vero significato di famiglia e della festa di San Giuseppe.