Giuseppe Maurizio Piscopo
Nicolò Sangiorgio (Lercara Friddi, Palermo, 1934), docente nella Scuola Primaria, ha espletato l’attività lavorativa, principalmente, di bancario; nel contempo ha impegnato i suoi studi alla ricerca storica di Lercara.
Ha scritto su giornali e riviste, ha allestito delle Mostre, ha tenuto lezioni, come esperto esterno, nell’Istituto Comprensivo Statale di Lercara.
Ha pubblicato oltre venti libri, ampliando la conoscenza della cittadina, sotto l’aspetto storico, culturale, sociale e religioso, soffermandosi sui contadini e sugli zolfatai.
Nel 1997 ha accolto e collaborato con i Giornalisti del quotidiano “The Asahi Simbun”,e nel 1999 con la troupe dell’ emittente televisiva “Asahi Tv, Vivia”, entrambi di Tokio.
Dal 2002 al 2005 ha affiancato gli scrittori irlandesi, Tony Summers e Robby Swan, nella ricerca delle origini lercaresi di “Frank Sinatra”, e sempre a tale fine, nel 2004 ha guidato la troupe della televisione londinese BBC.
Già socio della Società Siciliana per la Storia Patria di Palermo e per venticinque anni membro Consiglio di Biblioteca “G: Mavaro” di Lercara; co-fondatore del “Centro studi sulle miniere di zolfo di Lercara” e del Rotary Club di Lercara, di cui è stato presidente.
Ha ricevuto il “Diploma di merito” dalla Provincia Regionale di Palermo e una significativa Targa dall’Amministrazione comunale per la Trentennale attività letteraria.-
Come ha avuto inizio la tua attività di storico, di scrittore delle tradizioni popolari più autentiche?
Le motivazioni che mi hanno indotto a dedicarmi alla ricerca storica affondano le radici nella mia fanciullezza. Il contatto con mio Nonno paterno, nato nel 1872, (dieci anni prima della scomparsa di Garibaldi), il quale, fra l’altro, mi raccontava della vita sociale dell’Ottocento, della sua scoperta di una grotta di stalattiti sul Colle Madore e le leggende di questo colle misterioso; il quale fu presente alla rivolta dei Fasci Siciliani del 1893 a Lercara, di cui ho una testimonianza oculare, inserita, poi, in un documentario –film nel 120° anniversario dell’evento.
Tutto ciò, e la “venerazione” verso mio Nonno, mi hanno predisposto ad amare la storia e il paese.
Come era Nicolò da bambino?
Curioso, amante della natura e del bello, molto timido, attento osservatore della società, che comparavo con quella raccontata da mio nonno, mentre sognavo di diventare direttore di orchestra.
Ricordi il primo giorno di scuola, il Maestro l’aria che si respirava allora a Lercara?
Quel giorno hanno dominato la tensione e il timore d’incontrare volti nuovi. Capii subito che la maestra era molto esigente e severa. E’ stato negativo constatare, nei giorni seguenti, che “i figli di papà” godevano di particolare attenzione.
Lercara capitale… Quando è successo?
Lercara è divenuta “capitale” nell’Ottocento, tenuto conto dello sviluppo socio-economico e culturale raggiunto con la scoperta del bacino zolfifero; fu meta di studiosi, blasonati, consoli, artisti, giornalisti, scrittori, e gli inglesi Rose e il bostoniano Gardner vi costruirono una sontuosa dimora, dove furono ospiti i Whitaker, i Bordonaro e gli Ingham.
Vi si insediarono uffici finanziari e giudiziari, scuole, Forze dell’ordine e attività commerciali che, insieme al consistente incremento demografico e alla presenza di una buona rete viaria, la posero in una posizione di centralità per gli abitanti del vasto territorio circostante, i quali le diedero l’appellativo di “Palermu ‘u nicu”, mentre amministrativamente fu elevato al rango di città di Terzo grado.
La soppressione della tratta ferroviaria Lercara Bassa- Magazzolo, nel 1959, ha segnato il graduale depauperamento di Lercara. Il successivo colpo lo ha causato la chiusura delle miniere, tra il 1964 e il 1969; seguirono, nel 1972, lo spostamento fuori dall’abitato del traffico tra Palermo ed Agrigento; nel 1979 la chiusura del Commissariato di Pubblica Sicurezza e nel 1989 della sede pretorile.
La crisi economica globale ha decimato anche la presenza degli emigrati che nel periodo estivo dava ulteriore vitalità alla cittadina; basti pensare che nel 1963 ho registrato oltre trecento autovetture con targa estera.
Un declino inesorabile.
Le zolfare rappresentano la storia di questo territorio eppure sembra calato il sipario per sempre su questa storia. Carlo Levi nel libro: “Le parole sono pietre” ha raccontato la condizione e l’atmosfera di quegli anni. Qual è il tuo pensiero su questo libro poco amato dai lercaresi, mi nasce un dubbio: alcuni forse non l’hanno mai letto…
Si, la zolfara rappresenta una storia amara per gli zolfatai, ma portatrice di notevoli vantaggi al paese ed ai suoi abitanti. Certo, è calato il sipario perché è una storia passata, come accade per tutti gli avvenimenti, ma, certamente, gli effetti, sia negativi che positivi, sono incancellabili.
Levi, che ha scritto la cronaca di un viaggio in Sicilia, la giornalista inglese Jessie White della sua visita a Lercara e Ippolito Santangelo Spoto del suo soggiorno nel 1886, si sono assunti la responsabilità della veridicità dei fatti descritti.
Hai dedicato molte pagine dei tuoi studi al Dottore Alfonso Giordano che ha aiutato molto gli zolfatari, il dottore ha approfondito gli studi dell’anchilomastosi ed ha pubblicato molti libri richiamando l’attenzione verso queste problematiche di illustri scienziati. Chi era veramente Alfonso Giordano nella vita di ogni giorno, qual è stato il suo rapporto con Lercara?
E’ stato l’apostolo” dei minatori, il protettore della classi più disagiate, un vero filantropo. Li ha attenzionati nel lavoro e nella vita privata, con particolare scrupolosità i fanciulli e le donne, intervenendo nella formulazione di una nuova normativa legislativa sul lavoro; ha attuato la Previdenza sociale che tutelava anche le vedove; ha istituito società di soccorso e, soprattutto, ha scoperto e curato una grave malattia nei minatori, l’Anchilostomiasi, che lo proiettò alla ribalta internazionale.
Era un uomo dal cuore generoso, che donava al malato oltre la sua professionalità, aiuto tangibile, amore e condivisione.
Fu docente universitario di Igiene e raffinato umanista. Credeva nella funzione sociale del libro, facendone l’apoteosi, e combatté l’ignoranza anche attraverso la pubblicazione dell’opuscolo “La lega dell’insegnamento- appello agli Italiani”. Rivestì la carica di sindaco, ma raccolse qualche delusione poiché l’uomo di cultura non sa districarsi nei meandri della contesa politica.
Il Giordano era amato dal popolo lercarese del suo tempo e, dopo cento anni dalla scomparsa, da coloro che hanno la ventura di “conoscerlo” leggendo la sua vita.
A Lercara sono nati molti grandi personaggi ne cito due: Luky Luciano e Frank Sinatra entrambi molto diversi, ma molto conosciuti e che hanno attraversato l’oceano.
Lercara ha originato illustri personaggi che lasciarono Lercara. Ne cito alcuni. Ida Clemente, fotografo-artista, Giuseppe Palazzolo, “che ha profumato tutta l’America”, Pedro Lo Forte musicista-compositore, Frederic Francois, cantante, l’intramontabile Frank Sinatra, “The voice”, i cui nonni paterni e due zii sono nati a Lercara e Salvatore Lucania, alias Luky Luciano” il quale ha percorso una strada decisamente “diversa”; però, i Giapponesi lo hanno inserito tra i cento personaggi più importanti del Ventesimo secolo.
Tante sono state le polemiche sulla figura e lo spessore di questi due personaggi, tanto è stato scritto nel mio libro: “Merica Merica Viaggio verso il nuovo mondo” nel saggio di Francesco Meli al quale anche tu hai collaborato Ma qual è stato il rapporto tra Sinatra e Luky Luciano che non è stato ancora raccontato?
Nel Mondo proliferano avvenimenti i cui intrecci difficilmente vengono dipanati e il rapporto tra Sinatra e Salvatore Lucania potrebbe essere uno di questi. Nessuno, infatti, è a conoscenza della verità, né si possono fare voli pindarici per rincorrerla.
C’è una recente polemica ripresa da un’intervista di Repubblica sulle origini di Frank Sinatra originario di Lercara, con i Sinatra di Palagonia. Tu hai prodotto fra l’altro un certificato di nascita dal quale il nome della madre appare trascritto in Saglimbeni al posto di Saglimbene tipico cognome lercarese…
Per noi lercaresi non vi è alcuna polemica con gli abitanti di Palagonia, perché è stata dimostrata l’origine lercarese di Frank. Sono stati gli scrittori irlandesi Anthony Summers e Robbin Swan ad accertare il collegamento con Lercara, prelevando i dati della famiglia dai registri esistenti a Ellis Island.
E partendo da questi dati, ho acclarato la coincidenza dell’età dichiarata allo sbarco in America con i registri degli atti di nascita. In proposito, credo che l’articolo su Repubblica del 16 luglio c.a., del giornalista Gianni Bonina, dirima definitivamente la “questione”.
In che cosa consiste il lavoro dello storico, in che consiste esattamente il tuo lavoro?
Non credo che l’attributo “storico” mi si attagli. Sono un cittadino innamorato di Lercara, di cui ho tentato di evidenziare i fatti del passato e la situazione presente: tradizioni e religiosità, mondo minerario e contadino, usi e costumi. Un lavoro variegato e affascinante che impegna parecchio, perché si è alla ricerca della verità. E’ affascinante fare rivivere i personaggi, dare un’anima alla materia inerte e rendere un servizio alla Comunità; e poiché “scripta manent”, si lavora in uno stato di continua tensione tenuto conto della responsabilità che si assume.
Hai scritto sui ritrovamenti di Colle Madore e sulle origini sicane di Lercara. In questo momento cosa stai studiando?
Sto approfondendo la figura di Monsignor Giuseppe Marino, a cui ho dedicato un libro trent’anni fa, fondatore della prima Cassa Rurale in Sicilia (1895), oggi Banca di Credito cooperativo – tutt’ora funzionante -alla luce di ulteriori notizie di cui sono venuto a conoscenza. Un personaggio di rilevante spessore, pioniere della Cooperazione in Sicilia.
La Sicilia e le banche. So che sei stato direttore di una piccola banca. Come hai vissuto questa esperienza? Oggi vi sono polemiche infuocate sulle banche. Qual è la tua opinione in proposito?
La mia vita lavorativa in Banca è stata un’esperienza positiva, anche perché è stato gratificante il contatto con il pubblico.
Per rispondere all’insidiosa domanda, dichiaro di avere maturato la convinzione che qualsiasi istituzione che si interfaccia con i cittadini, deve agire ritenendo la propria attività una funzione sociale, nel senso di facilitare loro la vita nella quotidianità, per cui deve perseguire l’utile solamente per incrementare la solidità finanziaria, deve rifuggire da qualsiasi lusso, né andare al di là delle competenze. Ovviamente, l’uso distorto del proprio mandato deve essere sanzionato.
Certo, è un’utopia, ma “l’utopia è la porta stretta attraverso la quale si giunge alla realtà”.
La Sicilia e la mafia. E’ possibile che la Sicilia costituita prevalentemente da gente che ha sempre lavorato, che ha sofferto, che ha fatto grandi sacrifici, che ha vissuto la grande emigrazione in America, in Argentina, in Belgio, in Germania a Torino, Milano e Genova non riesca a debellare questo triste fenomeno che di fatto frena lo sviluppo di questa terra. Qual è l’opinione dello storico?
Sono convinto che la “prepotenza” accompagnerà l’uomo sino alla sua esistenza, a meno che imparerà, per convinzione e non per coercizione, che la vita dell’individuo è sacra.
Anche questa un’utopia.
Onestamente Lercara poteva avere di più dal mondo. Se fosse stato realizzato il Museo delle zolfatare, se si fossero creati più servizi, se si fossero pubblicizzati maggiormente “le pantofole” e tutti gli altri dolci di Lercara. Che cosa non è stato fatto per il rilancio di questo territorio?
Bisogna sperare sempre che accada qualcosa di positivo per Lercara, sebbene la situazione globale lasci intravedere ben poco. Comunque, è nostro dovere provvedere.
Punto cardine, però, è l’amore per il paese, che non è mai troppo, che ci rende solidali; una solidarietà indispensabile per affrontare i problemi e intervenire tempestivamente.
Hai ragione, dopo avere perduto tante strutture, che ci avevano qualificato, sono transitate velocemente alcune occasioni di ripresa.
Auspichiamo che le attuali potenzialità che caratterizzano Lercara, si avviino, come sta accadendo nel settore culturale, verso una operatività concreta che possa suscitare la curiosità e l’interesse di visitare Lercara e produrre rilevante sviluppo.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho due progetti la cui realizzazione, però, richiedono tempo e collaborazione.
Il My Way Festival, a mio parere, deve assurgere a manifestazione principale dentro la quale si svolgono varie e coinvolgenti iniziative.
Per giungere a questo, è necessario che la Collettività condivida pienamente l’evento è collabori. E qui, torna utile quanto espresso prima, e cioè, che la coesione e la solidarietà possono arrecare benefici.
E’ indispensabile, inoltre, che il Museo di Frank Sinatra trovi la definitiva collocazione in una “casa storica” – quella dei nonni- e possa richiamare i numerosi fans.