Giuseppe Maurizio Piscopo
Domenico Alaimo nasce a Favara nel 1957. Medico Veterinario comportamentalista (Pisa 2005-6) e veterinario esperto in IAA (Interventi Assistiti con gli Animali), specialista in Patologia Aviare. Responsabile dell’Ufficio Educazione e Promozione della Salute del Distretto Sanitario di Agrigento e Responsabile servizio di Zoontropologia e Pet therapy ( ora IAA) ASP di Agrigento .
Formatore Regionale FED (Formazione Educazione e Dieta) di I livello Esperto in educazione e promozione della salute (corsi regionale abilitanti 2001 e 2015); veterinario abilitato al rilascio del patentino per i proprietari dei cani morsicatori (elenco nazionale). Responsabile scientifico del corso di aggiornamento per medici veterinari “Riabilitazione dei cani nei canili” ASP Agrigento. Componente dell’ASETRA Associazione Studi Etologici e Tutela della Relazione uomo-Animali), componente della commissione regionale benessere animale, socio AIES ( Associazione Italiana Educatori alla Salute); ideatore e responsabile del progetto di onoterapia “Lucignolo” . Componente del direttivo della condotta Slow Food di Agrigento. Ha ricoperto nel secondo mandato la carica di vice presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari. Già Assessore provinciale con delega alla tutela del consumatore e attività produttive.
Pubblicazioni:
Atti della Società Italiana delle Scienze Veterinarie “Isolamento ed identificazione di
micoplasmi dell’apparato genitale del cavallo*
Progetto salute n*2 -luglio 1987,pag.8 :”Zoonosi/1 leishmaniosi”
Progetto salute n*20 -dicembre 1991,: “Zoonosi equine”
La Pet Therapy – anno 2004 – pubblicata dal CSA di Agrigento (brochure)
Presentazione in power point nel CD Doping sul tema “Doping e farmaci veterinari,
danni negli animali e nell’uomo”; (Assessorato Provinciale allo Sport e UOESA.2003);
Brochure “Un Cane per amico, per una corretta relazione uomo-Animale”,( Asp
Agrigento, 2012)
Pubblicazione con A. Pugliese , O. Garraffo, M. Pugliese // rapporto uomo- animale
nell’antica Akragas (The relationship man-animal in the ancient Akragas), relazione al
XXXV Congresso Internazionale di Storia della Medicina Veterinaria di Torino, 8-11
settembre 2004; in Affi 35′ Intematìonal congress of the World association for the
History of veterinary medicine, Fondazione iniziative zooprofilattjche e zootecniche,
Brescia, 2005 ( scaricabile da www.fondiz.it).
Quando nasce nella tua anima la passione per gli animali?
Fin da piccolo sono stato attratto dal mondo animale, perfino dalle formiche o dai topi, ma qualche influenza ha dovuto avere l’essere stato allattato con il latte d’asina.
Come eri da bambino, quali ricordi conservi di Favara , del Maestro, del tuo primo giorno di scuola, dei compagni dell’atmosfera di allora?
Il mio primo giorno di scuola fui accompagnato dalla mia tata ,con il suo abito blu a disegnini bianchi e la mantiglia a uncinetto ormai grigia per gli anni ma pulita. Giunti alla scuola da “Guardia” Lei disse al maestro: “Cà c’e Mimiddu” ,e se ne andò , operando quel distacco necessario a farmi crescere. Del mio primo maestro ricordo l’incedere elegante, spedito e la figlia piccolina (predestinata a ruoli importanti) in piedi sulla cattedra.
Ma i ricordi più belli sono della seconda elementare rurale detta sussidiaria, la scuola era alla “Crocca” in una casa colonica, la maestra, mia madre (novella Montessori), oltre ad insegnarci a scrivere e far di conto, ci portava nel gallinaio o sul prato dove facevamo lezione immersi nel gran libro della natura. Così con le emozioni ho appreso tante cose ed ho imparato ad essere curioso ed attento.
Ricordo la piazza e la Chiesa del Carmine, soprattutto l’oratorio dove facevamo il catechismo, ma amavo anche il quartiere di mia nonna,”a Giatedda”, anche se per raggiungerlo dovevo passare col cuore in gola
“ u strittu” (via Palermo) ed evitare le rapine degli abitanti. Il quartiere, che erano il mio terrore. Poi passavo in campo amico e giocavamo a calcio in via L. La Porta, ma il gioco più eccitante era il tentativo ( spesso vano) di fregare l’arcigna e anziana signora D. qualche pistacchio steso ad asciugare. Per concludere il mio più caro amico d’allora, Francesco, fronteggiò con me due malviventi (uno con un’arruffata capigliatura rossa) e gli fece capire in maniera assertiva e senza menare le mani che se avessero osato ritentare le estorsioni, avrebbero pagato care le conseguenze; questo bastò a far cessare i loro mali propositi. Forse ciò era causato dal regime di segregazione sociale che gli abitanti di quel quartiere vivevano rispetto alla comunità favarese.
Le mani purtroppo le usavamo per lanciare pietre nelle “fuhe” contro i castiddani nella piana di Furtunatu folta di giganteschi piscialasini, ora via Magellano. Ma lo spettacolo più emozionante era, nelle arse sere d’estate, l’arrivo degli animali alla bbrivatura da Giatedda : prima i cavalli che bevevano l’acqua più pulita , poi muli ed asini poi buoi, infine le capre e pecore. Capre ,cavalli,asine e muli dormivano nelle stalle accanto ai dammusi, sotto le cammare. Ma la Giatedda era anche la piscina comunale per alcuni, i quali, dopo essersi rotolati nel munnizzaro posto tra via La Porta e via delle Fonti, andavano a farsi il bagno salassati dalle sanguisughe che popolavano le due vasche. Che invida, quanto si divertivano!
Dove hai incontrato da bambino il primo animale?
Il mio primo cane, potrei dire amore, si chiamava Leo, un pastore tedesco che ricordo bellissimo ed intelligente, che mi fu tolto per le proterve lamentele di un vicino, presumo per una sorta d’ invidia: si sentiva disturbato dagli abbai. Che dolore , quante lacrime e singhiozzi. Poi lo regalammo ai proprietari del pastificio S. Giorgio di Licata, e quando di tanto in tanto andavo a trovarlo con mio zio, da grande distanza rispondeva immediatamente al mio richiamo; saperlo felice e sempre affezionato mi ha addolcito la pillola della rinuncia. Ma amavo anche le anatre ferite che Francesco allevava in casa per recuperarle, pur essendo animali selvatici: la relazione che si sviluppava era fantastica e gioivamo quando, guarite, volavano in libertà.
I cani, i cavalli fanno crescere i bambini, che cos’è la pet therapy?
È la relazione con gli animali domestici che, opportunamente guidata ed orientata, consegue obiettivi di aiuto alla persona .
Oggi si definiscono con l’acronimo I.A.A.(Interventi Assistiti con gli Animali) e la Regione Siciliana con un Decreto Assessoriale ne ha recentemente recepito le linee guida ministeriali, definendone così gli ambiti e le regole per evitare che l’improvvisazione e la scarsa professionalità possano provocare danni alla persona umana ed a quella animale.
Cos’è il progetto Lucignolo e perché questo riferimento collodiano?
Nella lunga lista di attività terapeutiche assistite con gli animali , il lavoro più importante è stato il progetto di onoterapia “Lucignolo” nell’azienda Fanara di Aragona negli anni 2006-08.
Lì diverse comunità di persone fragili con diverse disabilità ( disturbi psichiatrici, autismo, insufficienza mentale, minori istituzionalizzati e Alzheimer) e le classi di cinque scuole dove erano presenti alunni diversamente abili, hanno effettuato un percorso di onoterapia, seguiti da un equipe di riabilitatori ( psichiatri, psicologi, fisioterapisti, psicomotricisti ed assistenti sociali e sanitari, opportunamente formati) che, insieme ai Coadiutori dell’asino, tre asinelle e io stesso, Veterinario esperto in IAA, hanno potuto apprezzare la sensibilità, la saggezza e la pazienza di questo animale ed averne vantaggi e benessere.
Collodi , prima di lui Lucio Apuleio nell’ asino d’oro ( le Metamorfosi) , Perrault e i f.lli Grimm in Pelle d’asino ne hanno individuato caratteristiche o ne hanno colto qualità e possibili ruoli:
- L’asino è la materia grezza che ben si presta alla trasformazione,
- Lucio deve essere trasformato in asino per purificarsi ed entrare in contatto con la divinità
- Dalla pelle d’asino emerge il candore della principessa
- Il burattino deve trasformarsi in asino prima di diventare bambino
Mentre Lucignolo, rimanendo per sempre asino, attua una sorta di ibridazione con questo animale che ci porta a riconoscere in questo la componente umana.
Oltre a Lucignolo quale altro progetto di pet therapy hai ideato?
Con la mia cagnetta Nike e altri cani, conigli e porcellini d’India a Casa della Speranza e alla CTA, abbiamo lavorato in equipe con i vari terapisti, per il benessere delle persone fragili ospiti di quelle strutture per diversi anni.
Ma è “l’altra cella” rivolto ai tossidipendenti del Petrusa che mi ha lasciato il segno. L’esperienza del carcere è un’esperienza toccante, la struttura è terribile, ma dentro un’umanità che non ti aspetti.
Lì oltre ad avere ottenuto la guarigione di alcune persone dalla dipendenza, la produzione del miele ed infine l’evasione (unica e sola al Petrusa) delle api che ci hanno aiutato in questo dolce percorso di aiuto.
Qualcuno ha scritto:- chi non rispetta gli animali da bambino da grande non rispetterà le persone. E’ così?
Più che di tipo caratteriale, il rispetto per l’animale è un problema culturale e di educazione, quindi si può acquisire. Il servizio di Zooantropologia dell’ASP di Agrigento propone alle scuole ed ai comuni dei programmi di educazione alla corretta relazione uomo-animale di tipo esperienziale e negli anni io personalmente da veterinario comportamentalista nelle scuole Esseneto, A.Frank, Agrigento Centro, Garibaldi , Verga di Agrigento e Falcone e Borsellino di Favara ho sviluppato progetti di zooantropologia esperienziale con i cani , anche con gli asini e le capre girgentane, appunto per far comprendere il valore degli animali in termini di relazione: solo con la conoscenza dell’alterità animale si può averne il rispetto.
Per questo voglio chiosare un argomento che riguarda il genere: l’asina che preferisce sempre la compagnia di un’ altra asinella (diade), se è stata ben trattata ed ha avuto un corretto management dall’allevatore, sviluppa capacità di relazione inaspettate per noi “cittadini”: è affettuosa , sa stare immobile, se la chiamiamo muovendo la longhina cammina, si fa manipolare e chiama insistentemente se non viene salutata. Per il maschio è un po’ diverso, tendenzialmente è territoriale e questa attitudine a volte si trasforma in aggressività.
Gli animali e la letteratura, lu sceccu e la letteratura siciliana ed europea…
A parte la novella di Pirandello “lo storno e l’angelo centuno” una grande pagina l’ha scritta Giovanni Verga nelle novelle rusticane con l’asino di San Giuseppe in cui il maltrattamento dell’asino da parte degli uomini è spinto alle estreme conseguenze, financo dopo la morte. Ma ricordiamo Pelle d’asino nelle versioni dei f.lli Grimm e di Perrault, con i musicanti di Brema sempre dei Grimm, le fiabe di La Fontaine, l’asino di Sancho Panza nel Don Quijote di Cervantes Saavedra, l’asino di Buridano di Leibniz. Nella letteratura mediterranea e perciò anche mediorientale fin nella Bibbia e poi nel Vangelo l’asino assume un significato esoterico ben illustrato da Franco Cardini in: L’asino, Mostri belve e animali nell’immaginario medievale . ma non scordiamo quanto hanno raccontato Esopo e Fedro.
U sceccu può rappresentare nella tradizione popolare il popolo siciliano?
In Sicilia abbiamo importanti razze d’asino : il Ragusano, alto, robusto, manto bruno-rossiccio dal pelo invernale lungo; il Pantesco, più piccolo ed in estinzione; il Ferrante, grigio ,intermedio tra i due, pelo corto, molto diffuso nella provincia di Agrigento.
Quando studiavo a Pisa noi Siciliani venivamo identificati come dei poveri contadini che ancora avevano quel saggio animale come mezzo di trasporto e locomozione, pertanto lo stereotipo era vivo fino a trenta anni fa. Ma in Sicilia, proprio perché era parte integrante della vita di tutti i giorni U Sceccu , meglio dire a scecca, ha dato origine ad aneddoti ed aforismi spesso riferiti agli uomini:
- Vali chiossa un sceccu ‘ntirugannu, ca n’ancilu arrispunnennu.
- Predica pridicaturi, ca u sceccu e nnu lavuri.
- Cu ci lava i pedi o sceccu, perdi l’acqua e a liscija.
- Cu sceccu caccia e fimmini cridi, lustru di pararisu ‘un ni vidi.
- U sceccu curtu sempri pari un putritru.
- Ma po’ essiri ca u sceccu piglia a ‘ntinna?’
- U sceccu cchiù ‘u lavi, cchiù niuru diventa.
- Cu porta a muglieri a tutti i festi e a scecca a biviri a tutti i funtani, avi a scecca malata e a muglieri buttana.
- Sceccu ca lassa manciari, voli moriri.
- Quannu u sceccu un voli viviri è nnutili ca ci frischi.
- Ci appizzasti u sceccu ccu tutti i carrubbi.( Massimario di giurisprudenza).
- Ammutta u sceccu ntra a muntata
- Megliu’nu sceccu vivu, ca’n dutturi mortu.
- ‘U sceccu porta (a pagghia) e ‘u sceccu (sa) mancia
- ‘U sceccu pi non s’annacari a cuda sa fici manciari di muschi
- Megghiu sceccu arripusatu ca liuni travagghiatu.
- ‘U sceccu zoppu si godi la via
- Attacca u sceccu uni voli u patruni
- Puru ‘un sceccu po’ jhiri a la Mecca, ma ‘un pi’ cchissu è un piddirinu.
- Cu sa vanta ca so ‘ucca, o è sceccu o è cucca
- Sceccu ca s’avanta nun vali mezza lira. .
- Sceccu puta e sarmentu fa racina.
- Nunn’ è sceccu ca porta varduni
- Asini e picciliddi , u Signuri l’aiuta
- Sceccu da maidda
- Cu va mpalermu e nun va a Murriali: sceccu va e sceccu veni
- A lu riccu ci mori’a muggheri e a lu poviru ci mori lu sceccu
- Murì u sceccu e si chiusi a stadda.
Quali storie ricordi legate all’asino?
Ricordo quelle raccontate dagli anziani U sceccu e i carrubbi , Giufà l’asino ed il padre si recano al mercato, Giufà va a comprare gli asini e non conta quello che cavalca. Interessante un aneddoto successo a Realmonte dove un rihatteri (commerciante di bestiame) che aveva venduto un asino ad un contadino poco accorto, rispose alle sue rimostranze sulle capacità lavorative dell’asino acquistato: io, ti ho detto chiaramente che travagghia comu un cani, ma tu, hai mai visto un cane lavorare?
Emblematica è la storiella del Palmese che si fece convincere dal Licatese a far lavorare u sceccu senza dargli da mangiare ed il suo stupore alla morte, secondo lui, repentina dell’asino che si era abituato a lavorare digiuno.
Come vivono gli animali nel mondo di oggi?
Oggi gli animali sono protetti dalle leggi sul benessere animale che vengono fatte applicare dal servizio veterinario, ma soprattutto dal cambiamento culturale e dalla consapevolezza che sono esseri pensanti, oltre che senzienti e quindi godono di pieno diritto di cittadinanza sulla Terra.
Del resto l’enciclica del Pontefice “Laudate sì ” li pone al pari di noi come esseri del Creato e pertanto degni di rispetto e amore. L’unico rischio che non dobbiamo correre è quello di antropomorfizzare gli animali , proiettando su di loro sentimenti che in realtà sono solo nostri.
Perchè molte persone in estate abbandonano gli animali?
Non riesco a classificarli se non come criminali.
Quali malattie colpiscono gli animali?
Tante, molte riguardano loro, alcune le abbiamo in comune: le zoonosi, ed è per questo che il professionista della salute che è il medico veterinario ha il compito, con la sorveglianza ma soprattutto con l’educazione, di tutelare la nostra salute nella relazione con gli animali
Le credenze sullo scecco e le tradizioni popolari?
Si racconta che il Signore dopo che creò gli animali ad ognuno attribuì il nome, ma poiché l’asino non ricordava bene il suo, il Creatore gli tirò così forte le orecchie, gridandogli sceccu ti chiami, sceccu ! , tanto che le orecchie gli si allungarono a dismisura.
Fa male mangiare molta carne?
Fa male innanzitutto all’animale che viene ucciso e prima allevato in malo modo, solo per soddisfare i nostri capricci e non sempre un bisogno.
Fa male alla Terra che subisce una pressione ambientale insopportabile con le conseguenze su clima, suolo e inquinamento che sono agli occhi di tutti.
Fa male all’uomo, che ha perso ogni etica, non dà più valore al cibo e si ritrova con un corredo di malattie croniche non trasmissibili, tra cui il cancro, in aumento esponenziale.
Fa male a Sistema Sanitario, che non ha più le risorse per curare tutti.
Se consideriamo la lunga evoluzione e l’adattamento ecologico della specie umana, l’uomo occidentale negli ultimi 50 anni ha compiuto un salto così repentino negli stili di vita alimentari che è difficile che in poco tempo possa compiere un adattamento senza pagarne le conseguenze.
Pertanto vale lo slogan: mangiare meno, mangiare bene per mangiare tutti.
I cibi che arrivano nella nostra tavola sono controllati abbastanza soprattutto carne e pesce?
Oggi i controlli sono estesi a tutta la filiera e non solo al prodotto finale, chi produce, trasforma e vende deve garantire l’igiene dei cibi in ogni loro fase.
Ma chi non è educato è il consumatore che, manipolato dalle multinazionali degli alimenti e dei farmaci,non mangia con consapevolezza subendo le conseguenze nefaste di un’alimentazione eccessivamente abbondante e con cibi trasformati.
Cibo è cultura, la cultura è consapevolezza, la consapevolezza è salute.
Cosa possiamo fare per tutelare la salute dei bambini nell’alimentazione?
Negli incontri che ho con i genitori ripeto sempre una frase: in eredità ai vostri figli dategli ,oltre alla buona educazione, la buona salute.
La regione Siciliana ha sviluppato il programma FED /Formazione,Educazione e Dieta) da ora in poi in accordo con l’USR si potrà fare educazione alimentare solo con i formatori FED per veicolari i corretti contenuti in tema di alimentazione sintetizzati nello slogan :Mangia sano, mangia siciliano.
Speriamo che i Dirigenti Scolastici dell’autonomia abbiano sempre chiara la loro Mission educativa ed attuino queste linee guida.
Ma una cosa i genitori possono fare: 1) colazione la mattina;2) spuntino con frutta,ortaggi o yogurt 3) niente cibo spazzatura e bevande Killer (merendine, panino di grano tenero con salumi e wurstel, patatine,bibite zuccherate e gassate); infine per evitare di rimangiarsi la plastica dispersa nell’ambiente comprare alimenti non confezionati o riciclare tutti i contenitori di plastica, cartone ed alluminio.
Tre regole da rispettare sulla nostra salute?
Mangiare meno, mangiare sano per mangiare tutti.
Diminuire sale, zuccheri e carboidrati raffinati, preferendo quelli integrali.
Aumentare il consumo dei legumi frutta e verdura
Ma anche:.
Utilizzare l’olio extravergine d’oliva ( EVO) e non altri grassi.
Mangiare poca carne rossa e più pesce, preferire gli animali allevati nel rispetto del benessere animale e non in quelli intensivi.
Consumare cibi di stagione, poco raffinati, magari integri e biologici, cucinati in maniera semplice possibilmente a Km0, leggere le etichette.
Diventiamo consum-attori , protagonisti e non vittime inconsapevoli della nostra alimentazione.
La consapevolezza ci salverà.
Qual è il migliore rapporto con gli animali che adesso sono accolti anche negli alberghi?
Chi non ha rapporti con gli animali da bambino non sviluppa tutta una serie di neuroni che diventeranno neuroni spazzatura con possibile comparsa deficit neurosensoriali. Nella sua filogenesi l’uomo ha compiuto l’ultima parte del suo cammino con gli animali, questo ne ha determinato il successo evolutivo. Questo processo ha influenzato il suo corredo genetico, ecco perché nell’ontogenesi dobbiamo creare le condizioni di uno sviluppo neurosensoriale e cognitivo completo.
Nei luoghi pubblici (spiagge comprese) gli animali domestici, identificati, con guinzaglio e pettorina, museruola e sacchetto per le deiezioni appresso, possono entrare con pieno diritto di cittadinanza. Le Ordinanze di divieto non supportate da gravi motivazioni possono essere contestate.
Gli inglesi e gli animali?
Gli anglosassoni, forse perché imperialisti danno all’animale valore diverso spesso simbolico, amano i cavalli, ma sappiamo sono simbolo di potenza e ricchezza, amano cacciare con le mute di cani la volpe, adorano i pets mettendoli su di un vero e proprio piedistallo,
Ma io mi soffermerei ai filosofi greci ( molto prima degli anglosassoni) che già si ponevano il problema se fosse giusto uccidere gli animali e addirittura ipotizzavano che il prossimo gradino evolutivo dell’uomo lo porti a non uccidere più gli animali.
Allevare gli animali per reddito, per compagnia o per mangiarli è sempre un fatto etico e comporta delle scelte.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Oltre al lavoro che spero di poter continuare con risorse e mezzi adeguati, riuscire a curare la mia campagna con gli alberi, le essenze che ho piantato e goderne i fiori ed frutti alla vista della mitica valle dei Templi e del mare “afro”che tanto amo, infine leggere tanti libri e potere essere utile alla comunità comprensiva degli altri animali.