Lavoratori precari del Comune di Favara sul piede di guerra. Motivo della protesta la ventilata ipotesi che l’amministrazione comunale della sindaca Anna Alba ha deciso di sospenderli dalle prestazioni lavorative. Il motivo di questa drastica decisione è da ricercare nel fatto dei minori trasferimenti da parte della Regione al Comune di Favara e per l’esattezza 1.200.000 euro che non sono stati accreditati al Comune chiaramontano. Da qui la decisione dell’amministrazione comunale di sospendere i lavoratori in quanto non c’è copertura finanziaria. Allarmati proprio da questa ventilata decisione i circa 270 lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione e si sono riuniti questa sera sotto il palazzo comunale di piazza Cavour.
Una loro delegazione unitamente alle RSU locali e ai sindacati hanno incontrato l’amministrazione comunale per chiedere lumi su questa decisione. L’assessore Crocetta Maida ha spiegato le reagioni che spingono l’amministrazione verso questa drastica decisione, ovvero il minor trasferimento di fondi da parte della Regione, per cui l’impossibilità a coprire i costi della spesa per le loro spettanze. Non è questa invece l’opinione dei lavoratori e degli stessi sindacati, poiché proprio gli unici a non dover essere toccati dai minori trasferimenti sono proprio loro. Infatti essendo il Comune di Favara in dissesto finanziario la copertura totale ed integrale delle loro spettanze è a carico della Regione, quindi, sempre secondo i lavoratori se minor gettito c’è stato da parte della Regione questo non va a intaccare il capitolo sulle loro spettanze, in quanto quei soldi, i loro, sono vincolati e garantiti proprio dallo stato di dissesto del Comune.
Di questo avviso anche l’onorevole Giovanni Panepinto che ha raggiunto piazza Cavour non appena saputo della protesta. In realtà anche a noi ci era sembrato di capire, quando all’atto della proclamazione del dissesto finanziario alla specifica domanda su chi ne piangeva le conseguenze, e se i precari potevano essere licenziati, l’amministrazione ha risposto affermando che proprio la legge mette al sicuro i precari di un Comune in dissesto, con i costi a totale carico della Regione. Il minor trasferimento delle somme al Comune, quindi, dovrebbe riguardare i trasferimenti generale e non nello specifico il costo dei precari. L’amministrazione comunale ha detto però che è costretta a deliberare la sospensione dal servizio proprio per i fondi che non sono arrivati dalla Regione.
L’inghippo è dato anche dal fatto che il decreto di trasferimento non è stato ancora firmato e che comunque prevede un minore trasferimento, in relazione al costo totale, di 500.000 mila euro con la conseguenza che comumque non è coperto tutto l’anno ma fino al 5 novembre. Il tutto è stato rinviato a lunedì mattina con l’apertura degli uffici della Regione che dovrebbe chiarire proprio questi aspetti sia del decreto di accredito delle somme 1.200.000 euro, sia anche il fatto che le somme, essendo vincolate ai lavoratori precari, non possono essere distratti e destinati ad altri scopi per cui il fabbisogno, almeno fino al 5 di novembre dovrebbe essere coperto.