Giuseppe Maurizio Piscopo
Michele Guardì Autore, Scrittore e noto regista della Rai. Suoi sono i programmi: Piazza Grande, I Fatti vostri, Europa Europa, Mezzogiorno in Famiglia, Scommettiamo che, Uno Mattina.
Dal 1994 al 2000 ha curato e diretto Rai Telethon. Nella stagione 1997/1998 ha curato e diretto Domenica in, la cui conduzione è stata affidata a Fabrizio Frizzi.
Nel 2010 mette in scena il Musical I Promessi Sposi- Opera Moderna, tratto dal capolavoro di Alessandro Manzoni. Sua la riduzione teatrale, il testo e la regia. Il Musical viene trasmesso in prima serata su RaiUno il 1 Settembre. Tra i moltissimi riconoscimenti che ha ricevuto nella sua lunga carriera quest’anno ad Agrigento ha ricevuto un prestigioso Premio per “La Strada degli Scrittori” organizzato dal giornalista Felice Cavallaro. Da pochi giorni ha pubblicato per la Casa Editrice Sperling&Kupfer un libro di sicuro successo dal titolo: Fimminedda, un viaggio poetico e raffinato nelle storie della provincia siciliana.
Dal 1994 al 2000 ha curato e diretto Rai Telethon. Nella stagione 1997/1998 ha curato e diretto Domenica in, la cui conduzione è stata affidata a Fabrizio Frizzi.
Nel 2010 mette in scena il Musical I Promessi Sposi- Opera Moderna, tratto dal capolavoro di Alessandro Manzoni. Sua la riduzione teatrale, il testo e la regia. Il Musical viene trasmesso in prima serata su RaiUno il 1 Settembre. Tra i moltissimi riconoscimenti che ha ricevuto nella sua lunga carriera quest’anno ad Agrigento ha ricevuto un prestigioso Premio per “La Strada degli Scrittori” organizzato dal giornalista Felice Cavallaro. Da pochi giorni ha pubblicato per la Casa Editrice Sperling&Kupfer un libro di sicuro successo dal titolo: Fimminedda, un viaggio poetico e raffinato nelle storie della provincia siciliana.
Quando inizia esattamente la tua avventura nel mondo dello spettacolo? Ricordo, di averti conosciuto una sera al Punicipio di Agrigento, in uno spettacolo insieme a Pippo Flora al pianoforte. Flora quella sera suonò con grande passione in uno stile da grande direttore d’orchestra, una via di mezzo tra Carosone e un affermato pianista americano. Che ricordo hai di quella esperienza? Sono passati molti anni…
Il Punicipio è stata una tappa di partenza importantissima. Pippo é stato il pigmalione che mi ha aperto le porte dello spettacolo ad Agrigento. Ma avevo già cominciato a fare ” teatrini” al mio paese, a Casteltermini. A undici anni ho interpretato il ruolo di San Tarcisio. Da allora non sono più sceso dai palcoscenici“.
Come eri da bambino, che ricordo conservi dei tuoi compagni, del Maestro e della Casteltermini di quel tempo?
I miei compagni un pò mi prendevano in giro perchè non sapevo giocare al pallone. Un pò cercavano di capire cosa avessi in testa quando cominciavo a organizzare spettacolini o gite o piccole contestazioni. Anche alle elementari. Mi soprannominavano “politico”. Ma non era un complimento. I maestri mi amavano perchè tutto sommato ero uno scolaro di buona qualità.
Tu inizi a collaborare con La Rai siciliana nel 1969. Con Enzo di Pisa scrivevi i testi: “L’altosparlante”, “La Domenica del Villaggio”. Come era tuo cugino, che cosa vi legava in maniera così profonda?
Enzo era intelligentissimo, spiritosissimo e gran lavoratore.
Mi ha orientato a fare il lavoro di Autore in forma professionale, senza sbavature.
Quando gli proponevo, per stanchezza, di continuare a lavorare in salotto sulle poltrone mi diceva “No, in poltrona si poltrisce!”. E mi costringeva a continuare a stare al tavolo. Facevamo anche dalle cinque alle sette ore di seguito.
Mi ha orientato a fare il lavoro di Autore in forma professionale, senza sbavature.
Quando gli proponevo, per stanchezza, di continuare a lavorare in salotto sulle poltrone mi diceva “No, in poltrona si poltrisce!”. E mi costringeva a continuare a stare al tavolo. Facevamo anche dalle cinque alle sette ore di seguito.
Nel 1977, insieme ad Enzo, debutti in Tv come Autore del programma: “Secondo Voi” legato alla Lotteria Italia e condotto da Pippo Baudo. Quando hai conosciuto il presentatore siciliano?
L’anno precedente. Ci presentò a lui Tuccio Musumeci con il quale facevamo un programma alla radio siciliana. Pippo venne ad Agrigento, vide lo spettacolo “Scompare Alfio Scompare Turiddu” che avevamo scritto Enzo ed io e ci chiamò subito per il programma televisivo.
Da allora hai firmato un’infinità di programmi Tv di grande successo e popolarità: da Europa Europa, (il mio preferito), ai Fatti Vostri, Mezzogiorno in famiglia, Scommettiamo che, ripreso da un format tedesco Wettes Das, Uno Mattina, RaiDue mattina… Nel tuo modo di costruire e dirigere i programmi hai avuto un “ferreo” rispetto della famiglia e dei telespettatori. Ho seguito qualche prova al Teatro delle Vittorie. Nelle tue scelte c’è uno studio sui gusti del pubblico o è un fatto naturale?
Quando faccio un programma mi pongo sempre dall’altra parte dello schermo.
Mi domando se da spettatore mi piacerebbe vederlo. Se la risposta è “si” vado avanti.
Quando faccio un programma mi pongo sempre dall’altra parte dello schermo.
Mi domando se da spettatore mi piacerebbe vederlo. Se la risposta è “si” vado avanti.
Puoi descrivere il rapporto con il grande regista Antonello Falqui, re incontrastato del sabato sera. E’ vero quanto ho letto su una Rivista patinata: che per realizzare lo spettacolo del sabato sera provavate una intera settimana al Teatro delle Vittorie?
Falqui per me è stato un Maestro. Da lui ho appreso la pulizia del testo, la eleganza dell’immagine, il rispetto del telespettatore e la diffidenza verso l’improvvisazione.
Quando ho iniziato con lui per programmi della durata di un’ora e dieci minuti si lavorava, sì, una intera settimana. Un balletto di quattro-cinque minuti veniva montato e registrato in un intero pomeriggio. Ma i risultati sono quelli che si possono apprezzare ancora oggi nelle repliche.
Quando ho iniziato con lui per programmi della durata di un’ora e dieci minuti si lavorava, sì, una intera settimana. Un balletto di quattro-cinque minuti veniva montato e registrato in un intero pomeriggio. Ma i risultati sono quelli che si possono apprezzare ancora oggi nelle repliche.
E adesso una domanda che nessuno ti ha posto. So che sei una persona molto generosa che ami l’Arte e la pittura siciliana e che hai aiutato a realizzare Mostre importanti ad Agrigento e in altre città rimettendoci di tasca. E’ così?
Per me non è un atto di generosità. Entro limiti che mi posso permettere e senza strafare appago il mio amore per l’arte. Tutto qui.
Il tuo libro dal titolo: “Fimmineddra” edito da Sperling & Kupfer è un viaggio nella Sicilia che ho vissuto in prima persona. C’è poesia, sentimento, cultura e conoscenza delle cose siciliane più intime: “occhi bassi, sposarsi giusta, con tutti i sacramenti”, “pupa di pezza”… Modi dire molto siciliani. Dove hai tratto questa storia molto significativa che è scritta come la sceneggiatura di unf ilm?
E’ una storia che nasce vera e sulla quale ci ho un poco ricamato. Ne sono venuto a conoscenza quando facevo l’avvocato in pretura. Ma mi ha dato modo di raccontare un mondo che non voglio vada perduto.
Voi siete tutti uomini dice Palmina al maresciallo e la legge è dalla vostra parte…E il maresciallo quasi si offende e chiama in causa la “legge”, oltraggio al pubblico ufficiale…Nel libro è chiaro che stai dalla parte di Palmina e poi ho letto anche un messaggio di contestazione nei confronti del fascismo, quando le camice nere vennero trasformate in mutandoni invernali…Nessuno avrebbe mai sospettato questa cosa!
Anche il fascismo, come tutte le tragedie, ha avuto degli aspetti grotteschi.
Bella descrizione la figura di padre parroco, un Fra Cristoforo siciliano che ha vissuto e fa un uso efficace della lingua siciliana, con la sacrestia trasformata nell’ufficio del giudice di pace…
Le sagrestie, le farmacie, le caserme erano i posti nei quali i piccoli tormenti di paese venivano trattati e, quando possibile, risolti. Mi mancano quei mondi.
Non mancano le trovate efficaci come il camion adibito al palcoscenico di Peppe Lo Re addobbato con le piante di Girolamo Cannella, quasi un Sanremo in piazza. Sinceramente leggendo con attenzione tutta la storia mi è sembrato di rivivere in certi momenti un film di Germi e poi il seguito di Nuovo Cinema Paradiso… Spesso nel libro citi dei film importanti: Il sasso in bocca…
Non mancano le trovate efficaci come il camion adibito al palcoscenico di Peppe Lo Re addobbato con le piante di Girolamo Cannella, quasi un Sanremo in piazza. Sinceramente leggendo con attenzione tutta la storia mi è sembrato di rivivere in certi momenti un film di Germi e poi il seguito di Nuovo Cinema Paradiso… Spesso nel libro citi dei film importanti: Il sasso in bocca…
Cito il “Sasso in bocca” di Giuseppe Ferrara per ricordare la sventura di una mafia che non aveva pietà neanche dei ragazzini innocenti.
Mi ha molto colpito il lancio della rondine viva di Farinello nello spettacolo di piazza, che va a colpire la signora Insalaco. Felicissima questa scena cinematografica di “lu surci vecchiu” del pipistrello con un finale strepitoso: quella stessa sera muore la carriera di Farinello…Quando può la Piazza di paese nella vita della gente…
Tanto, tantissimo. Specie nei centri piccoli. “Che dirà la gente?” è stata la domanda che ho sentito anche dai conoscenti più sensati prima che si risolvessero a prendere una decisione.
Che cos’è per te la piazza? E’ così importante nella tua vita? In Tv, in via Teulada l’hai riproposta nelle foto giganti, nel libro la racconti con la voce del venditore di un callifugo che prometteva cose miracolose…
Ci ho passato l’infanzia e la giovinezza. E’ stata la vetrina dei nostri sentimenti…
Che cosa è rimasto in te dell’esperienza di Avvocato. In fondo questa storia ci ricorda l’articolo 570 del codice penale, l’abbandono del tetto coniugale da parte di Palmina che nella sua vita aveva incontrato Vincenzino un uomo semplice e ingenuo, che sconosceva la vita e le donne ed era molto condizionato dalla figura della madre che viveva nello stesso tetto…
Del piccolo avvocato che sono stato mi è rimasto il libro dei “Quattro Codici” che continuo a tenere in camera da letto per consultarlo quando mi sorge qualche dubbio legale.
E’ cambiata qualcosa, certo. Ma l’articolo 570 è rimasto. Così come era. E dice ancora che “chi si sottrae agli obblighi di assistenza può essere condannato fino ad un anno di carcere”.
Solo che fino alla fine degli anni sessanta la Cassazione inseriva tra quegli “obblighi” anche il rapporto sessuale. Che oggi, se disatteso, può essere causa di divorzio. Ma non può più mandare nessuno in galera.
E’ cambiata qualcosa, certo. Ma l’articolo 570 è rimasto. Così come era. E dice ancora che “chi si sottrae agli obblighi di assistenza può essere condannato fino ad un anno di carcere”.
Solo che fino alla fine degli anni sessanta la Cassazione inseriva tra quegli “obblighi” anche il rapporto sessuale. Che oggi, se disatteso, può essere causa di divorzio. Ma non può più mandare nessuno in galera.
Ma i preti siciliani sono così ricchi di fantasia da riuscire a trovare il miracolo anche negli errori più vistosi degli uomini?
Sono cresciuto dai salesiani e da loro ho appreso molto. Nel mio romanzo ho inserito un povero curato che di fronte al rischio di veder mandare a gambe per aria le finanze della parrocchia addolcisce un incidente capitato in chiesa, non per sua colpa o volontà, ed in qualche maniera gratifica la disgraziata che si era beccato un angelo di gesso su un ginocchio dandole un ruolo di vice presidente delle dame di carità che comunque la gratificava.
Il tuo libro che tutti i siciliani dovrebbero leggere ha successo perché descrive un mondo che non c’è più: quello dei barbieri raccontati con grande sapienza e quello degli avvocati di provincia di un tempo, che sapevano districarsi nelle difficoltà della vita e le cose le affrontavano con molte regole, non soltanto con il codice penale alla mano, ma con tanta saggezza e prontezza di spirito, anche se poi spifferavano i segreti professionali nelle barberie…
Credo che il libro stia avendo successo perchè racconta un mondo semplice che avevamo sotto gli occhi e che quasi non ci si accorgeva di quante cose, anche belle e poetiche contenesse.
Non conosco la canzone: “Rondinella forestiera” che è stata lanciata da Claudio Villa, mi è nata una forte curiosità di ascoltarla, poiché una canzone è il segno di un’epoca…E’ la colonna sonora di quel tempo diretta dal Maestro Butticè e del tuo libro che certe volte mi sembra un’orchestra dal vivo…
E’ una canzone tenera. Come tenero era l’animo di un poveraccio e di sua madre illusi di potere sbarcare il lunario grazie a una vocetta che, oltre una certa età, più che fenomenale diventava patetica.
Il finale del libro mi ha commosso. Mi ha fatto pensare allo scrittore agrigentino Luigi Pirandello:- Palmina sceglie come nome per il figlio Pistacchio e piange di gioia. Sente nel suo cuore che quella persona sarà sempre dalla sua parte… In queste parole c’è la saggezza e la tua maturità di Artista che entra nei meandri più segreti dell’animo femminile…
C’è la mia solidarietà a una donna che si era ritrovata addosso una vita che la sopraffaceva ed alla quale si era voluta ribellare.
Mi puoi commentare questa frase di un celebre scrittore russo: “La bellezza salverà il mondo”?
Il mondo lo deve salvare il buon senso degli uomini. Ma quando?
E’ vero, che gli Artisti sono i più grandi benefattori dell’Umanità?
Madre Teresa è una benefattrice. Gli artisti, se possono, devono concorrere ad aiutare gli altri a guardare verso le cose buone. Ma poi sono “gli altri” che devono avere la voglia, il coraggio e la forza di fare.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare a fare le cose che mi piacciono. E tra queste adesso si è aggiunto il piacere di scrivere.