Giuseppe Maurizio Piscopo
Sanzo Francesco, nasce a Palermo il 14/10/1914
Si diploma al Magistrale di Agrigento, successivamente lavora all’ufficio postale di Favara. Vince il concorso magistrale e insegna prima a Naro, dopo a Casteltermini, dove si trasferisce con la moglie Rosa Indelicato, per ritornare per trasferimento a Favara. Ha avuto due figlie, che hanno continuato la sua professione.
A Favara oltre all’insegnamento si dedica all’attività politica nella Democrazia Cristiana. Si è sempre interessato del mondo dei giovani, al di fuori della scuola, organizzando gare sportive e momenti ricreativi.
Muore a Favara il 26/04/1974
Si diploma al Magistrale di Agrigento, successivamente lavora all’ufficio postale di Favara. Vince il concorso magistrale e insegna prima a Naro, dopo a Casteltermini, dove si trasferisce con la moglie Rosa Indelicato, per ritornare per trasferimento a Favara. Ha avuto due figlie, che hanno continuato la sua professione.
A Favara oltre all’insegnamento si dedica all’attività politica nella Democrazia Cristiana. Si è sempre interessato del mondo dei giovani, al di fuori della scuola, organizzando gare sportive e momenti ricreativi.
Muore a Favara il 26/04/1974
Quanti anni ha insegnato tuo padre?
Oltre trentacinque anni.
Oltre trentacinque anni.
Come era il Maestro Sanzo in famiglia?
Mio padre in famiglia era una persona molto disponibile ed affettuosa e, per me, rappresentava la persona che poteva risolvere i miei problemi e mi faceva sentire sicura.
Come era il rapporto con i bambini?
Il rapporto con i bambini era ottimo, amava stare con loro non solo per insegnare, ma anche per influire positivamente sulla loro educazione.
E con i figli?
Con noi figlie era molto affettuoso e lo dimostrava continuamente, inoltre dimostrava di apprezzarci e faceva di tutto per aumentare la nostra autostima.
Era un uomo molto religioso?
Si, era molto religioso, e cercava di mettere in pratica i principi del cristianesimo come per esempio aiutare chi era nel bisogno.
Tu hai fatto la scelta di proseguire la sua strada svolgendo il difficile mestiere della Maestra, lo devi a lui per sentirti sempre vicino?
In effetti nello svolgere questo “difficile” mestiere sento di somigliargli un po’, e, quando ho iniziato, lo sentivo vicino come fosse la mia guida.
E’ vero che amava la musica ed aveva diversi strumenti a casa: chitarra, clarinetto e sassofono?
E’ vero. Era appassionato di musica, aveva imparato a suonare alcuni strumenti, come la chitarra, il clarinetto e il sassofono, prima da autodidatta e poi si era perfezionato studiando.
E’ vero. Era appassionato di musica, aveva imparato a suonare alcuni strumenti, come la chitarra, il clarinetto e il sassofono, prima da autodidatta e poi si era perfezionato studiando.
Il maestro era cresciuto con la zia che era molto portata per l’arte e questo fatto ha influenzato le sue scelte artistiche…
La zia aveva molto appoggiato questa sua predisposizione per la musica dandogli la possibilità di studiare.
In famiglia scriveva delle canzoni.
Si, scriveva delle canzoni, sia per gli spettacoli scolastici sia per la famiglia. Mi ricordo dei bei momenti passati a cantare insieme a lui che ci accompagnava con la chitarra.
Come è stato il rapporto con i favaresi?
Il suo rapporto con i favaresi è stato ottimo, aveva tanti amici cui era legato da grande stima e affetto reciproci.
Come trascorreva la giornata dopo che tornava da scuola?
Pranzavamo insieme e discutevamo di tutto. Ricordo che spesso discutevamo di politica e questo mi piaceva tanto perché era molto stimolante parlare con lui.
Che cosa ti ha insegnato tuo padre, qual è il ricordo più bello?
Mio padre mi ha insegnato l’onesta e il rispetto per gli altri. Ho tanti bei ricordi che mi legano a lui, ma la cosa che mi viene in mente sempre è il senso di protezione e sicurezza che mi dava.
Come ha vissuto tuo padre quel triste giorno in cui hanno ammazzato Guarino? Nel libro di Calogero Castronovo si racconta dell’interrogatorio al quale è stato sottoposto. So che tuo padre era molto amico di Guarino anche se militavano in partiti diversi?
Mio padre raccontava di aver vissuto quel giorno con grande dolore perché, anche se militavano in partiti diversi, era molto amico di Guarino e lo stimava dal punto di vista umano e politico.
Che cosa rappresentava per lui la politica in quegli anni?
Per lui la politica in quegli anni era una passione, era la speranza di poter migliorare le condizioni della gente uscita da una disastrosa guerra. Credeva che nella conquistata democrazia tutti avrebbero dovuto contribuire al raggiungimento del bene comune
Ti farebbe piacere se gli dedicassero una scuola, una strada?
Mi basta sapere che le persone che lo hanno conosciuto, sia come insegnante che come uomo, lo ricordano ancora con grande stima e affetto.
Perché i maestri come tuo padre stanno scomparendo nella scuola italiana, tutta al femminile?
Perché prima il maestro era l’unico punto di riferimento, al di fuori della famiglia, per quanto riguarda l’istruzione e l’educazione. Adesso, con la presenza in classe di diversi insegnanti, non è più così. Inoltre i bambini, il pomeriggio vengono a contatto con altre figure di adulti che curano la loro formazione nella danza, nella musica, nello sport, nell’inglese e quant’altro. Necessariamente, pur essendo predominante nella formazione del bambino, la figura del maestro o della maestra come era inteso una volta va scomparendo.
I bambini di oggi apparentemente hanno tutto. Secondo te sono felici?
No, perché ottengono tutto ciò che vogliono con grande facilità e per questo non riescono ad apprezzarlo pienamente ed esserne felici.
Qual è l’ultimo ricordo che ha di tuo padre?
E’ una gita a Napoli e a Capri con tutta la famiglia, in cui me lo ricordo felice e sereno.