GIUSEPPE MAURIZIO PISCOPO
Ruggiero Mascellino (Palermo, 26.06.1973) ha studiato presso il Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo, conseguendo nel 1996, il diploma in pianoforte. Nel 1999, presso il “Girton College” di Cambridge, ha perfezionato lo studio del pianoforte, approfondendo poi la composizione presso il Conservatorio di Palermo. Ma le passioni musicali spaziano anche verso altri strumenti, quali la fisarmonica, così come i diversi generi musicali che ha sperimentato nel tempo.
Oggi il M° Mascellino é docente di fisarmonica presso il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo. E’ stato, dal 2002 al 2008, docente di fisarmonica presso la Scuola Popolare di Musica “The Brass Group” di Palermo. In qualità di docente si occupa altresì di tecniche ed improvvisazione di fisarmonica nell’ambito della musica popolare, laboratori di musica popolare presso le scuole, seminari sul dialetto siciliano e sull’utilizzo degli strumenti della tradizione popolare siciliana.
Con il Teatro Libero di Palermo ha collaborato per sei stagioni come compositore ed esecutore in scena delle musiche per ben 7 opere teatrali. Come fisarmonicista ha partecipato al Teatro Massimo di Palermo all’opera “Vanessa” di S. Barber, al balletto “Amarcord” di Rota e al concerto di Elio e Le Storie Tese. Mentre, come mandolinista, ha partecipato all’opera “Moses und Aron” di Schönberg. Per il Teatro Biondo di Palermo ha partecipato, in qualità di fisarmonicista, all’ “Opera da tre soldi” di B. Brecht e K. Weill, regia di Pietro Carriglio, andato poi in scena in diversi teatri italiani. Ha partecipato, come fisarmonicista, pianista, chitarrista e direttore musicale agli spettacoli “Romana – Omaggio a Gabriella Ferri”, ”Il Terzo Fuochista” della cantante Tosca, con la regia di Massimo Venturiello, svoltosi in numerose città italiane. Ha partecipato al 57° Festival di Sanremo col brano “Il Terzo Fuochista”, da lui scritto, suonato ed arrangiato, con la collaborazione del Maestro Beppe Vessicchio, interpretato da Tosca. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive, radiofoniche e manifestazioni svoltesi in varie location del territorio italiano. Ha curato diversi concerti di musica e teatro popolare, insieme agli arrangiamenti musicali, molti dei quali svolti col patrocinio dei Comuni o della Regione, ma anche manifestazioni nazionali ed internazionali. Si è esibito in diversi concerti per sola fisarmonica e per fisarmonica ed orchestra con alcune delle più prestigiose orchestre italiane: Roma Sinfonietta, Orchestra della Magna Grecia, I Solisti Aquilani, L’Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, Orchestra Jazz Siciliana. In rilevanza le collaborazioni, oltre che con artisti come Tosca, con: Eugenio Bennato, Franco Battiato, Nicola Piovani, Rossana Casale, Tullio De Piscopo, Simone Cristicchi, Claudio Baglioni, Elio e le Storie Tese, Fiorella Mannoia, Mimmo Locasciulli, Peppe Servillo, Roy Paci.
Ha, inoltre, collaborato come arrangiatore e pianista/fisarmonicista con la cantante Aida Satta Flores, con la quale, nel 2007, ha partecipato alla rassegna “O’ Scià” di Claudio Baglioni, svoltasi a Lampedusa. Ha collaborato con numerosi direttori d’orchestra, tra i quali Beppe Vessicchio, Sara Hicks, Marzio Conti, Fernando Alvarez, Alberto Veronesi, Pippo Caruso, Jan Latham Koenig, Guven Yaslicam, Simone Bernardini e col M° Gaetano Randazzo, eseguendo, come fisarmonicista solista, “Valse et Chanson”, “Piazzolla Upgrade”, “Four Season”, Le “Quattro Stagioni” di Piazzolla, suonando inoltre con prestigiose orchestre di tutta Italia e del mondo. Ha collaborato, come fisarmonicista, alla realizzazione della colonna sonora scritta da Ennio Morricone nel film “Baaria” di Giuseppe Tornatore, ed, in qualità di pianista, con il cantante Sting, prendendo parte al concerto “Symphonicity”, svoltosi al Castello a Mare di Palermo. Ha composto la musica dello spot ufficiale della Regione Sicilia “Sicilia 365 giorni all’anno” in onda in tutte le reti Rai, Mediaset, La7, BBC world, CNN e in tutti i cinema d’Italia. Di recente collaborazione come direttore musicale, arrangiatore, pianista e fisarmonicista con la cantante Tosca nelle seguenti produzioni: ”Anima Mundi – musiche sacre”, “Musicanti” e “Zoom..spartito cinematografico”, per la regia di Massimo Venturiello.
Con l’OmniArt Trio, di cui fa parte insieme ai maestri Massimo Barrale e Ferdinando Caruso, è stato inserito in rassegne di alto calibro artistico, ad esempio il Columbus Day al Rockefeller Center di New York, e in stagioni concertistiche in Italia e nel mondo, esibendosi in particolare in Spagna, Cina, Stati Uniti, Messico, Turchia, Svizzera, Francia, Germania, Brasile, Italia. Ha diretto, scritto, arrangiato ed eseguito i seguenti spettacoli: “Dall’Argentina al Mediterraneo” con l’Orchestra Sinfonica Siciliana, anche in occasione della prima edizione del TangoFest_Palermo, “It’s in Progress” al Teatro Massimo di Palermo, “Le Quattro Stagioni” di A.Piazzolla con l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo. Inoltre, dopo aver collaborato musicalmente negli anni a vari eventi legati ai festeggiamenti in onore di Santa Rosalia Patrona di Palermo, dal 2015 al 2017 è stato direttore musicale e compositore ufficiale del 391°, 392°, 393° Festino di Santa Rosalia, sotto la direzione artistica del M° Lollo Franco.
Quando nasce la tua passione per la Musica?
All’età di tre anni, quando ho cominciato a suonare il mio primo strumento: la fisarmonica.
Oggi il M° Mascellino é docente di fisarmonica presso il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo. E’ stato, dal 2002 al 2008, docente di fisarmonica presso la Scuola Popolare di Musica “The Brass Group” di Palermo. In qualità di docente si occupa altresì di tecniche ed improvvisazione di fisarmonica nell’ambito della musica popolare, laboratori di musica popolare presso le scuole, seminari sul dialetto siciliano e sull’utilizzo degli strumenti della tradizione popolare siciliana.
Con il Teatro Libero di Palermo ha collaborato per sei stagioni come compositore ed esecutore in scena delle musiche per ben 7 opere teatrali. Come fisarmonicista ha partecipato al Teatro Massimo di Palermo all’opera “Vanessa” di S. Barber, al balletto “Amarcord” di Rota e al concerto di Elio e Le Storie Tese. Mentre, come mandolinista, ha partecipato all’opera “Moses und Aron” di Schönberg. Per il Teatro Biondo di Palermo ha partecipato, in qualità di fisarmonicista, all’ “Opera da tre soldi” di B. Brecht e K. Weill, regia di Pietro Carriglio, andato poi in scena in diversi teatri italiani. Ha partecipato, come fisarmonicista, pianista, chitarrista e direttore musicale agli spettacoli “Romana – Omaggio a Gabriella Ferri”, ”Il Terzo Fuochista” della cantante Tosca, con la regia di Massimo Venturiello, svoltosi in numerose città italiane. Ha partecipato al 57° Festival di Sanremo col brano “Il Terzo Fuochista”, da lui scritto, suonato ed arrangiato, con la collaborazione del Maestro Beppe Vessicchio, interpretato da Tosca. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive, radiofoniche e manifestazioni svoltesi in varie location del territorio italiano. Ha curato diversi concerti di musica e teatro popolare, insieme agli arrangiamenti musicali, molti dei quali svolti col patrocinio dei Comuni o della Regione, ma anche manifestazioni nazionali ed internazionali. Si è esibito in diversi concerti per sola fisarmonica e per fisarmonica ed orchestra con alcune delle più prestigiose orchestre italiane: Roma Sinfonietta, Orchestra della Magna Grecia, I Solisti Aquilani, L’Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, Orchestra Jazz Siciliana. In rilevanza le collaborazioni, oltre che con artisti come Tosca, con: Eugenio Bennato, Franco Battiato, Nicola Piovani, Rossana Casale, Tullio De Piscopo, Simone Cristicchi, Claudio Baglioni, Elio e le Storie Tese, Fiorella Mannoia, Mimmo Locasciulli, Peppe Servillo, Roy Paci.
Ha, inoltre, collaborato come arrangiatore e pianista/fisarmonicista con la cantante Aida Satta Flores, con la quale, nel 2007, ha partecipato alla rassegna “O’ Scià” di Claudio Baglioni, svoltasi a Lampedusa. Ha collaborato con numerosi direttori d’orchestra, tra i quali Beppe Vessicchio, Sara Hicks, Marzio Conti, Fernando Alvarez, Alberto Veronesi, Pippo Caruso, Jan Latham Koenig, Guven Yaslicam, Simone Bernardini e col M° Gaetano Randazzo, eseguendo, come fisarmonicista solista, “Valse et Chanson”, “Piazzolla Upgrade”, “Four Season”, Le “Quattro Stagioni” di Piazzolla, suonando inoltre con prestigiose orchestre di tutta Italia e del mondo. Ha collaborato, come fisarmonicista, alla realizzazione della colonna sonora scritta da Ennio Morricone nel film “Baaria” di Giuseppe Tornatore, ed, in qualità di pianista, con il cantante Sting, prendendo parte al concerto “Symphonicity”, svoltosi al Castello a Mare di Palermo. Ha composto la musica dello spot ufficiale della Regione Sicilia “Sicilia 365 giorni all’anno” in onda in tutte le reti Rai, Mediaset, La7, BBC world, CNN e in tutti i cinema d’Italia. Di recente collaborazione come direttore musicale, arrangiatore, pianista e fisarmonicista con la cantante Tosca nelle seguenti produzioni: ”Anima Mundi – musiche sacre”, “Musicanti” e “Zoom..spartito cinematografico”, per la regia di Massimo Venturiello.
Con l’OmniArt Trio, di cui fa parte insieme ai maestri Massimo Barrale e Ferdinando Caruso, è stato inserito in rassegne di alto calibro artistico, ad esempio il Columbus Day al Rockefeller Center di New York, e in stagioni concertistiche in Italia e nel mondo, esibendosi in particolare in Spagna, Cina, Stati Uniti, Messico, Turchia, Svizzera, Francia, Germania, Brasile, Italia. Ha diretto, scritto, arrangiato ed eseguito i seguenti spettacoli: “Dall’Argentina al Mediterraneo” con l’Orchestra Sinfonica Siciliana, anche in occasione della prima edizione del TangoFest_Palermo, “It’s in Progress” al Teatro Massimo di Palermo, “Le Quattro Stagioni” di A.Piazzolla con l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo. Inoltre, dopo aver collaborato musicalmente negli anni a vari eventi legati ai festeggiamenti in onore di Santa Rosalia Patrona di Palermo, dal 2015 al 2017 è stato direttore musicale e compositore ufficiale del 391°, 392°, 393° Festino di Santa Rosalia, sotto la direzione artistica del M° Lollo Franco.
Quando nasce la tua passione per la Musica?
All’età di tre anni, quando ho cominciato a suonare il mio primo strumento: la fisarmonica.
Il primo momento, il primo giocattolo musicale?
Quando ero bambino, ero affascinato nel guardare mio zio Gandolfo suonare la fisarmonica. Un Natale, mio padre, che aveva notato la mia curiosità, me ne regalò una. Fu la mia prima fisarmonica. La posseggo tuttora e l’ho anche utilizzata in qualche mia registrazione.
Come eri da bambino, quali ricordi conservi di Gangi tuo paese d’origine, del Maestro, del tuo primo giorno di scuola, dei compagni dell’atmosfera di allora?
Da bambino io stavo poco a Gangi, soprattutto nei mesi estivi. Solo da adulto, ho potuto viverla e goderla fino in fondo. Tuttavia, già da piccolo partecipavo alla famosa Sagra della Spiga, che si tiene proprio nel mese di agosto. Avevo 5 anni la prima volta che venni coinvolto a suonare con gli altri e conservo una fotografia che lo testimonia a cui sono molto legato.
Il mio primo maestro è stato Pino Tiranno che era un allievo della mia futura insegnante del Conservatorio, la signora Grillo. Il mio primo giorno di scuola in assoluto non lo ricordo, però ricordo bene il primo giorno della scuola media annessa al Conservatorio: ho in mente soprattutto l’atmosfera particolare che si respirava. I miei compagni ed io eravamo consapevoli di frequentare una scuola “speciale”, dove si poteva fare tanta musica e sognavamo tutti un grande futuro da musicisti, anche se poi di fatto siamo solo in due ad aver proseguito gli studi musicali, mentre gli altri hanno cambiato rotta.
Che cos’è per te il Teatro?
Per me il Teatro è tutto. L’ho capito grazie alla collaborazione con Tosca e Massimo Venturiello. I concerti sono belli, ma il teatro è un’altra storia: è la vera casa della musica, un microcosmo dove artisti e pubblico si ritrovano nella loro comune appartenenza alla musica e dove c’è la concentrazione giusta per godere delle gioie che essa può dare. Per me, è il mio habitat naturale… non è un caso che ho cercato di ricostruire anche in casa mia l’atmosfera teatrale riempiendo ogni centimetro di cartelloni e locandine.
Cosa pensi quando componi, cosa ti succede dentro l’anima?
Non so esprimere che cosa mi succeda esattamente. Non mi sono mai messo a ragionare su questo. Ragiono di più quando curo gli arrangiamenti, invece quando creo predomina la mia parte emotiva e istintiva. Posso dire che di getto metto giù tutto quello che sento assecondando l’ispirazione che traggo dalle situazioni di ogni giorno, dai miei stati d’animo, in modo talmente naturale che francamente non so spiegare cosa succeda dentro. La nuova tecnologia mi facilità molto, perché basta schiacciare un tasto per registrare, mentre prima era un po’ più difficile: usavo le famose“carta e matita”.
Quanti brani hai composto?
Attualmente ho 500 brani depositati alla Siae.
Parafrasando Piovani, la Musica è veramente pericolosa?
Non credo che la musica sia pericolosa di per sé. Il rischio che un musicista può correre e, forse, lasciarsi trasportare talmente tanto dalla passione e dal sentimento da allontanarsi dalla realtà. E allora bisogna un po’ sforzarsi di vivere sempre coi piedi per terra… In questo le difficoltà legate al mondo della musica ti riportano alla dura realtà: non è possibile sempre solo lasciarsi trasportare, sognare e volare. Oggi poi c’è tanta confusione: è frequente imbattersi in persone che non hanno capacità all’altezza delle proprie ambizioni, ma sono proprio le difficoltà che aiutano i veri artisti a venir fuori e confermarsi nel tempo.
La musica fa crescere i pomodori?
Assolutamente sì! Ho appreso proprio di recente che Giuseppe Vessicchio ha lavorato sulla capacità della musica, soprattutto classica, di sostenere le coltivazioni e ho visto impianti di diffusione in Toscana per fare crescere meglio le viti. In fondo è vero che la musica aiuta a crescere, non solo i pomodori, ma tutto ciò che vive.
Chi sono i tuoi musicisti di riferimento?
I miei musicisti di riferimento sicuramente sono quelli con cui ho cominciato a suonare, quindi quelli della scuola classica come Bach, Beethoven, Chopin, Brahms ma anche gli italiani Pozzoli e Scarlatti. Nella mia vita ho anche imparato a prendere di riferimento un po’ tutti i generi musicali. Amo moltissimo ciò che è stata la musica degli anni ‘70 e ’80, i Pink Floyd, i Genesis… tra gli italiani, la PFM e tutti i vari cantautori come Battiato, Battisti, Baglioni, De Andrè.
I siciliani non sanno che lo spettacolo Barberia è nato con te, dovevi essere tu a dirigerlo con l’Orchestra sinfonica, poi le cose sono andate diversamente e quindi ne hai parlato con Massimo Venturiello. Io ho regalato il libro: “Musica dai Saloni” a Tosca al Teatro Politeama e da lì è partita una grande avventura che ancora continua ad avere grande successo in ogni città italiana con la Compagnia popolare favarese. Il mio sogno è quello di portare Barberia in tutta Italia e anche a Palermo nell’anno di Palermo capitale della cultura…
Barberia è nato con me nel senso che io sono stato il “gancio”, ma poi le cose sono andate diversamente perché nella musica succedono magie imprevedibili. Mi sono reso conto che io avrei come “sporcato” l’identità di Barberia. Era giusto che restasse così. Poi per quanto riguarda la diffusione, è vero che spesso in Sicilia è più difficile proporre spettacoli siciliani, che invece sono molto apprezzati fuori. A me è successa la stessa cosa con Tosca. Ho fatto centinaia di date in Italia, ma a Palermo soltanto una durante una stagione al Teatro Golden con il Brass Group, grazie all’apprezzamento da parte del Maestro Garsia nei nostri confronti.
Il tuo rapporto con Tosca quando nasce, insieme siete stati al Festival di Sanremo con il Terzo Fuochista con un testo di Massimo Venturiello e in molti Teatri italiani…
Il mio rapporto con Tiziana nasce nel 2003 durante la realizzazione dell’Opera da tre soldi. Io suonavo la fisarmonica, ma una sera ho anche dovuto sostituire d’emergenza il pianista all’insaputa di tutti. Tiziana che ha un orecchio magico si è accorta in una scena che c’era qualcosa di diverso col piano e durante una scena particolare dove lei stava a terra, si è avvicinata a poco a poco, ha visto in buca e mi ha lanciato uno sguardo: da lì è nato subito un feeling. É stata una serata molto bella e a fine spettacolo mi chiese di collaborare con lei durante la tournée in Italia dell’estate. Mi ha dato molta fiducia e mi ha permesso di esprimere la mia idea musicale di allora, legata alla tradizione mediterranea, affidandomi immediatamente la direzione musicale dei suoi lavori. Per un decennio sono stato con lei e tuttora c’è una grandissima stima e collaborazione.
Puoi parlare del tuo rapporto con il Maestro Peppe Vessicchio?
Il mio rapporto con Peppe è straordinario. Ci siamo incontrati la prima volta a Sanremo quando la nostra agenzia ci ha affidati alla sua direzione perché riteneva il maestro quello più vicino al nostro mondo musicale. Da subito è nato un grande feeling: lo stesso Peppe ha di recente affermato che il nostro Sanremo è stato uno dei più importanti anche per lui. Il terzo fuochista infatti è stato un brano innovativo che ha rimescolato gli equilibri a Sanremo, perché da lì in poi si è aperto uno spazio anche per i brani non solo melodici, ma più spettacolari e con un sapore popolare.
Sono molto orgoglioso che il nostro brano sia stato amato da Peppe fin da subito. Nonostante fossi uno “sconosciuto” mi ha lasciato campo e spazio libero per esprimermi. Con lui avevo agio di interpretare, suonare, arrangiare come desideravo. Poi lui ha dato un contributo straordinario con la sua ottimizzazione musicale, aiutandoci a completare il nostro lavoro e realizzando davvero quella che si dice “un’opera d’arte”.
Il nostro ottimo rapporto continua ancora. Di recente è stato a Palermo a presentare il libro e mi ha chiesto di essere presente accanto a lui. Reputo questo un grande attestato di stima da parte sua. Mi ha anche onorato della sua nota sul mio disco; mi ha invitato a delle rassegne musicali organizzate da lui; io, da parte mia, sono felice di poterlo aiutare atrovare dei fisarmonicisti per il suo gruppo Sesto Armonica.
A quale composizione ti senti più legato e perché?
In realtà sono legato a tutte le mie composizioni. Il terzo fuochista è quella che mi ha cambiato la vita, inutile nasconderlo, però c’è un brano più recente di cui ho realizzato anche il video che si chiama Giada che mi affascina moltissimo, anche perché legato alla pietra giada che mi richiama tante immagini e a cui associo il carattere sempre trasognato della mia musica.…
Che cos’è il caffè delle meraviglie?
Il caffè delle meraviglie è il titolo particolare di un brano nato per uno spot del Teatro Massimo. Ho scelto questo nome mentre mi trovavo ad Enna e stavo prendendo un caffè in un posto con un bellissimo panorama che mi aveva lasciato senza fiato: dal centro della Sicilia dove mi trovavo, intravedevo in lontananza l’autostrada che si stagliava sull’orizzonte di un cielo azzurrissimo… Ero in compagnia di due persone, a un certo punto alzo la testa e guardo che il nome del bar era proprio “il caffè delle meraviglie” e da lì quasi per gioco ho detto: questo sarà il titolo del mio prossimo brano.
Esistono le città della musica?
Si dice che la città della musica per eccellenza sia Salisburgo, ma secondo me ogni città può essere la città della musica. Dipende dagli artisti, dipende da come si valorizza la musica. Il mio sogno, ad esempio, è realizzare una città della musica nelle mie terre d’origine, le Madonie. Più che un sogno, anzi, è proprio un progetto a cui voglio lavorare seriamente.
Il tuo rapporto con la fisarmonica in che cosa consiste?
Il mio rapporto con la fisarmonica è come il rapporto con la mia donna, nel senso che con lei condivido tutto. C’è un rapporto intimo, sensuale, fatto di passione e di amore. Il rapporto con la fisarmonica non è soltanto tecnico, ma fondamentalmente fisico. Come cerco di insegnare ai miei allievi, riesci a fare sprimere al meglio lo strumento se hai proprio un ottimo rapporto con la gestione del mantice, la gestione delle spalle, delle braccia, di tutto il corpo.
Tu sei un musicista, un Compositore, un Direttore d’orchestra, un arrangiatore o una forza della natura?
Non ho mai capito cosa sono, probabilmente sono tutto in una cosa sola. Anche i miei colleghi mi vedono così. Mi piace suonare, comporre, non mi considero un direttore però ho anche diretto, arrangio anche. Qualcuno, lusingandomi, dice che sono una forza della natura. Io mi sento semplicemente un “musico”, perché faccio fatica a definirmi come un puro pianista o un puro fisarmonicista…
Per te che cos’è la musica?
Per me la musica è tutto…
Mi sveglio la mattina e mi e addormento la sera con lo stesso pensiero: per me la musica è “Vivi!”. In testa ho soltanto note. La musica per me è vita. Vivo in simbiosi con la musica. Prima c’è la musica e poi tutto il resto!
In Italia ho conosciuto molti appassionati di marce funebri. Ma che cosa hanno queste musiche di speciale?
Le marce funebri hanno un grande fascino… forse perché in fondo rivelano le contraddizioni del nostro animo. All’interno delle marce c’è qualcosa che ci sconforta ma nello stesso tempo ci suscita piacere, perché nel dolore comunque c’è una passione che ti scuote e ti fa riflettere, ti mette in ansia e ti spaventa ma allo stesso tempo ti incuriosisce. Ricordo che tanto tempo fa per un progetto di Aida Satta Flores che si chiamava AidaBanda Flores feci un arrangiamento per gruppi e banda e scelsi proprio di aprire con un pezzo che era una marcia funebre, ma che alla fine risultò allegrissimo.
Il mio sogno è quello di portare le suonate dei barbieri per il mondo diretti da te con una grande orchestra, ci abbiamo provato con Davide Morici, ma fino a questo momento non ci siamo riusciti…
Lo so che il tuo sogno è quello di portare le musiche dei barbieri diretti da me! In realtà è qualcosa che appartiene alla mia storia. Ricordo che quando ero piccolo andavo a tagliare i capelli dal barbiere a Gangi.
Con mio padre trovavo i musicisti dentro la barberia, e il barbiere stesso che suonava il mandolino. Mi piacerebbe portare le mie tradizioni in giro per il mondo… è sempre stata una mia caratteristica. Purtroppo non è facile, perché negli ambienti legati ai teatri di prosa e di lirica, non è facile promuovere una cosa del genere. Sarebbe più adeguato un teatro sperimentale. Se ne trovano diversi in Germania o in Austria. Ad ogni modo proveremo a fare anche questa esperienza…
Hai diretto un indimenticabile concerto sul tango argentino, è stato un successo straordinario. Ne vuoi parlare?
Sì, è stata un’esperienza molto significativa per me. Mi ha permesso di approfondire molto il Tango. Ho dovuto inventare un concerto che rispettasse una grande tradizione musicale ma che allo stesso tempo parlasse anche di me. Amo molto il tango, ho anche fatto un viaggio a Buenos Aires per conoscerlo meglio. Sono stato a contatto con tanti bandoneonisti che mi hanno insegnato a suonarlo ed io ho portato loro la conoscenza della fisarmonica. Apprezzo moltissimo Astor Piazzola, che ritengo sia stato l’innovatore assoluto, ma non riesco a suonare il tango continuativamente… piuttosto preferisco accarezzarlo di tanto in tanto… c’è sempre questa sensazione di grande passione unita a una grande tristezza che non è in perfetta consonanza con l’identità solare mia e della mia musica. Proprio per questo, ritengo di non sapere suonare il tango come lo suonano in Argentina: le mie tradizioni sono mediterranee e per il concerto ho dovuto di fatto inventarmi qualcosa che partisse da lì, dal mondo argentino, per arrivare al mio mondo, quello che mi appartiene. Allora ho pensato di realizzare una rivisitazione del tango in chiave mediterranea, che si avvicinasse di più al mio mondo, quello con la musica etnica suonata con una formazione popolare. Mi è piaciuto molto toccare il tango ma con una mia personale rilettura moderna e questa, secondo me, è stata la carta vincente: quando l’ho proposto in sinfonica abbiamo fatto sold out e se l’avessimo fatto dieci giorni di fila avremmo riempito ogni sera il teatro, perché è stata una cosa veramente innovativa.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Comporre sempre e comporre cose nuove. Forse adesso sono più interessato a lasciare traccia di me quanto più possibile nelle mie creazioni, piuttosto che andare in giro per concerti. In questo momento sto realizzando dei video su alcune delle mia composizioni: come dicevo prima, è da poco uscito Giada. Ma a dicembre uscirà anche un altro video che ho realizzato al Santuario di Santa Rosalia. Il parroco, infatti, mi ha regalato la possibilità di isolarmi all’interno Santuario e riprenderlo in tutte le forme e da molteplici prospettive. Si tratta di un brano dedicato alla “Santuzza”, che è stato estrapolato dalla colonna sonora del Festino, di cui ho curato personalmente le musiche.
Quando ero bambino, ero affascinato nel guardare mio zio Gandolfo suonare la fisarmonica. Un Natale, mio padre, che aveva notato la mia curiosità, me ne regalò una. Fu la mia prima fisarmonica. La posseggo tuttora e l’ho anche utilizzata in qualche mia registrazione.
Come eri da bambino, quali ricordi conservi di Gangi tuo paese d’origine, del Maestro, del tuo primo giorno di scuola, dei compagni dell’atmosfera di allora?
Da bambino io stavo poco a Gangi, soprattutto nei mesi estivi. Solo da adulto, ho potuto viverla e goderla fino in fondo. Tuttavia, già da piccolo partecipavo alla famosa Sagra della Spiga, che si tiene proprio nel mese di agosto. Avevo 5 anni la prima volta che venni coinvolto a suonare con gli altri e conservo una fotografia che lo testimonia a cui sono molto legato.
Il mio primo maestro è stato Pino Tiranno che era un allievo della mia futura insegnante del Conservatorio, la signora Grillo. Il mio primo giorno di scuola in assoluto non lo ricordo, però ricordo bene il primo giorno della scuola media annessa al Conservatorio: ho in mente soprattutto l’atmosfera particolare che si respirava. I miei compagni ed io eravamo consapevoli di frequentare una scuola “speciale”, dove si poteva fare tanta musica e sognavamo tutti un grande futuro da musicisti, anche se poi di fatto siamo solo in due ad aver proseguito gli studi musicali, mentre gli altri hanno cambiato rotta.
Che cos’è per te il Teatro?
Per me il Teatro è tutto. L’ho capito grazie alla collaborazione con Tosca e Massimo Venturiello. I concerti sono belli, ma il teatro è un’altra storia: è la vera casa della musica, un microcosmo dove artisti e pubblico si ritrovano nella loro comune appartenenza alla musica e dove c’è la concentrazione giusta per godere delle gioie che essa può dare. Per me, è il mio habitat naturale… non è un caso che ho cercato di ricostruire anche in casa mia l’atmosfera teatrale riempiendo ogni centimetro di cartelloni e locandine.
Cosa pensi quando componi, cosa ti succede dentro l’anima?
Non so esprimere che cosa mi succeda esattamente. Non mi sono mai messo a ragionare su questo. Ragiono di più quando curo gli arrangiamenti, invece quando creo predomina la mia parte emotiva e istintiva. Posso dire che di getto metto giù tutto quello che sento assecondando l’ispirazione che traggo dalle situazioni di ogni giorno, dai miei stati d’animo, in modo talmente naturale che francamente non so spiegare cosa succeda dentro. La nuova tecnologia mi facilità molto, perché basta schiacciare un tasto per registrare, mentre prima era un po’ più difficile: usavo le famose“carta e matita”.
Quanti brani hai composto?
Attualmente ho 500 brani depositati alla Siae.
Parafrasando Piovani, la Musica è veramente pericolosa?
Non credo che la musica sia pericolosa di per sé. Il rischio che un musicista può correre e, forse, lasciarsi trasportare talmente tanto dalla passione e dal sentimento da allontanarsi dalla realtà. E allora bisogna un po’ sforzarsi di vivere sempre coi piedi per terra… In questo le difficoltà legate al mondo della musica ti riportano alla dura realtà: non è possibile sempre solo lasciarsi trasportare, sognare e volare. Oggi poi c’è tanta confusione: è frequente imbattersi in persone che non hanno capacità all’altezza delle proprie ambizioni, ma sono proprio le difficoltà che aiutano i veri artisti a venir fuori e confermarsi nel tempo.
La musica fa crescere i pomodori?
Assolutamente sì! Ho appreso proprio di recente che Giuseppe Vessicchio ha lavorato sulla capacità della musica, soprattutto classica, di sostenere le coltivazioni e ho visto impianti di diffusione in Toscana per fare crescere meglio le viti. In fondo è vero che la musica aiuta a crescere, non solo i pomodori, ma tutto ciò che vive.
Chi sono i tuoi musicisti di riferimento?
I miei musicisti di riferimento sicuramente sono quelli con cui ho cominciato a suonare, quindi quelli della scuola classica come Bach, Beethoven, Chopin, Brahms ma anche gli italiani Pozzoli e Scarlatti. Nella mia vita ho anche imparato a prendere di riferimento un po’ tutti i generi musicali. Amo moltissimo ciò che è stata la musica degli anni ‘70 e ’80, i Pink Floyd, i Genesis… tra gli italiani, la PFM e tutti i vari cantautori come Battiato, Battisti, Baglioni, De Andrè.
I siciliani non sanno che lo spettacolo Barberia è nato con te, dovevi essere tu a dirigerlo con l’Orchestra sinfonica, poi le cose sono andate diversamente e quindi ne hai parlato con Massimo Venturiello. Io ho regalato il libro: “Musica dai Saloni” a Tosca al Teatro Politeama e da lì è partita una grande avventura che ancora continua ad avere grande successo in ogni città italiana con la Compagnia popolare favarese. Il mio sogno è quello di portare Barberia in tutta Italia e anche a Palermo nell’anno di Palermo capitale della cultura…
Barberia è nato con me nel senso che io sono stato il “gancio”, ma poi le cose sono andate diversamente perché nella musica succedono magie imprevedibili. Mi sono reso conto che io avrei come “sporcato” l’identità di Barberia. Era giusto che restasse così. Poi per quanto riguarda la diffusione, è vero che spesso in Sicilia è più difficile proporre spettacoli siciliani, che invece sono molto apprezzati fuori. A me è successa la stessa cosa con Tosca. Ho fatto centinaia di date in Italia, ma a Palermo soltanto una durante una stagione al Teatro Golden con il Brass Group, grazie all’apprezzamento da parte del Maestro Garsia nei nostri confronti.
Il tuo rapporto con Tosca quando nasce, insieme siete stati al Festival di Sanremo con il Terzo Fuochista con un testo di Massimo Venturiello e in molti Teatri italiani…
Il mio rapporto con Tiziana nasce nel 2003 durante la realizzazione dell’Opera da tre soldi. Io suonavo la fisarmonica, ma una sera ho anche dovuto sostituire d’emergenza il pianista all’insaputa di tutti. Tiziana che ha un orecchio magico si è accorta in una scena che c’era qualcosa di diverso col piano e durante una scena particolare dove lei stava a terra, si è avvicinata a poco a poco, ha visto in buca e mi ha lanciato uno sguardo: da lì è nato subito un feeling. É stata una serata molto bella e a fine spettacolo mi chiese di collaborare con lei durante la tournée in Italia dell’estate. Mi ha dato molta fiducia e mi ha permesso di esprimere la mia idea musicale di allora, legata alla tradizione mediterranea, affidandomi immediatamente la direzione musicale dei suoi lavori. Per un decennio sono stato con lei e tuttora c’è una grandissima stima e collaborazione.
Puoi parlare del tuo rapporto con il Maestro Peppe Vessicchio?
Il mio rapporto con Peppe è straordinario. Ci siamo incontrati la prima volta a Sanremo quando la nostra agenzia ci ha affidati alla sua direzione perché riteneva il maestro quello più vicino al nostro mondo musicale. Da subito è nato un grande feeling: lo stesso Peppe ha di recente affermato che il nostro Sanremo è stato uno dei più importanti anche per lui. Il terzo fuochista infatti è stato un brano innovativo che ha rimescolato gli equilibri a Sanremo, perché da lì in poi si è aperto uno spazio anche per i brani non solo melodici, ma più spettacolari e con un sapore popolare.
Sono molto orgoglioso che il nostro brano sia stato amato da Peppe fin da subito. Nonostante fossi uno “sconosciuto” mi ha lasciato campo e spazio libero per esprimermi. Con lui avevo agio di interpretare, suonare, arrangiare come desideravo. Poi lui ha dato un contributo straordinario con la sua ottimizzazione musicale, aiutandoci a completare il nostro lavoro e realizzando davvero quella che si dice “un’opera d’arte”.
Il nostro ottimo rapporto continua ancora. Di recente è stato a Palermo a presentare il libro e mi ha chiesto di essere presente accanto a lui. Reputo questo un grande attestato di stima da parte sua. Mi ha anche onorato della sua nota sul mio disco; mi ha invitato a delle rassegne musicali organizzate da lui; io, da parte mia, sono felice di poterlo aiutare atrovare dei fisarmonicisti per il suo gruppo Sesto Armonica.
A quale composizione ti senti più legato e perché?
In realtà sono legato a tutte le mie composizioni. Il terzo fuochista è quella che mi ha cambiato la vita, inutile nasconderlo, però c’è un brano più recente di cui ho realizzato anche il video che si chiama Giada che mi affascina moltissimo, anche perché legato alla pietra giada che mi richiama tante immagini e a cui associo il carattere sempre trasognato della mia musica.…
Che cos’è il caffè delle meraviglie?
Il caffè delle meraviglie è il titolo particolare di un brano nato per uno spot del Teatro Massimo. Ho scelto questo nome mentre mi trovavo ad Enna e stavo prendendo un caffè in un posto con un bellissimo panorama che mi aveva lasciato senza fiato: dal centro della Sicilia dove mi trovavo, intravedevo in lontananza l’autostrada che si stagliava sull’orizzonte di un cielo azzurrissimo… Ero in compagnia di due persone, a un certo punto alzo la testa e guardo che il nome del bar era proprio “il caffè delle meraviglie” e da lì quasi per gioco ho detto: questo sarà il titolo del mio prossimo brano.
Esistono le città della musica?
Si dice che la città della musica per eccellenza sia Salisburgo, ma secondo me ogni città può essere la città della musica. Dipende dagli artisti, dipende da come si valorizza la musica. Il mio sogno, ad esempio, è realizzare una città della musica nelle mie terre d’origine, le Madonie. Più che un sogno, anzi, è proprio un progetto a cui voglio lavorare seriamente.
Il tuo rapporto con la fisarmonica in che cosa consiste?
Il mio rapporto con la fisarmonica è come il rapporto con la mia donna, nel senso che con lei condivido tutto. C’è un rapporto intimo, sensuale, fatto di passione e di amore. Il rapporto con la fisarmonica non è soltanto tecnico, ma fondamentalmente fisico. Come cerco di insegnare ai miei allievi, riesci a fare sprimere al meglio lo strumento se hai proprio un ottimo rapporto con la gestione del mantice, la gestione delle spalle, delle braccia, di tutto il corpo.
Tu sei un musicista, un Compositore, un Direttore d’orchestra, un arrangiatore o una forza della natura?
Non ho mai capito cosa sono, probabilmente sono tutto in una cosa sola. Anche i miei colleghi mi vedono così. Mi piace suonare, comporre, non mi considero un direttore però ho anche diretto, arrangio anche. Qualcuno, lusingandomi, dice che sono una forza della natura. Io mi sento semplicemente un “musico”, perché faccio fatica a definirmi come un puro pianista o un puro fisarmonicista…
Per te che cos’è la musica?
Per me la musica è tutto…
Mi sveglio la mattina e mi e addormento la sera con lo stesso pensiero: per me la musica è “Vivi!”. In testa ho soltanto note. La musica per me è vita. Vivo in simbiosi con la musica. Prima c’è la musica e poi tutto il resto!
In Italia ho conosciuto molti appassionati di marce funebri. Ma che cosa hanno queste musiche di speciale?
Le marce funebri hanno un grande fascino… forse perché in fondo rivelano le contraddizioni del nostro animo. All’interno delle marce c’è qualcosa che ci sconforta ma nello stesso tempo ci suscita piacere, perché nel dolore comunque c’è una passione che ti scuote e ti fa riflettere, ti mette in ansia e ti spaventa ma allo stesso tempo ti incuriosisce. Ricordo che tanto tempo fa per un progetto di Aida Satta Flores che si chiamava AidaBanda Flores feci un arrangiamento per gruppi e banda e scelsi proprio di aprire con un pezzo che era una marcia funebre, ma che alla fine risultò allegrissimo.
Il mio sogno è quello di portare le suonate dei barbieri per il mondo diretti da te con una grande orchestra, ci abbiamo provato con Davide Morici, ma fino a questo momento non ci siamo riusciti…
Lo so che il tuo sogno è quello di portare le musiche dei barbieri diretti da me! In realtà è qualcosa che appartiene alla mia storia. Ricordo che quando ero piccolo andavo a tagliare i capelli dal barbiere a Gangi.
Con mio padre trovavo i musicisti dentro la barberia, e il barbiere stesso che suonava il mandolino. Mi piacerebbe portare le mie tradizioni in giro per il mondo… è sempre stata una mia caratteristica. Purtroppo non è facile, perché negli ambienti legati ai teatri di prosa e di lirica, non è facile promuovere una cosa del genere. Sarebbe più adeguato un teatro sperimentale. Se ne trovano diversi in Germania o in Austria. Ad ogni modo proveremo a fare anche questa esperienza…
Hai diretto un indimenticabile concerto sul tango argentino, è stato un successo straordinario. Ne vuoi parlare?
Sì, è stata un’esperienza molto significativa per me. Mi ha permesso di approfondire molto il Tango. Ho dovuto inventare un concerto che rispettasse una grande tradizione musicale ma che allo stesso tempo parlasse anche di me. Amo molto il tango, ho anche fatto un viaggio a Buenos Aires per conoscerlo meglio. Sono stato a contatto con tanti bandoneonisti che mi hanno insegnato a suonarlo ed io ho portato loro la conoscenza della fisarmonica. Apprezzo moltissimo Astor Piazzola, che ritengo sia stato l’innovatore assoluto, ma non riesco a suonare il tango continuativamente… piuttosto preferisco accarezzarlo di tanto in tanto… c’è sempre questa sensazione di grande passione unita a una grande tristezza che non è in perfetta consonanza con l’identità solare mia e della mia musica. Proprio per questo, ritengo di non sapere suonare il tango come lo suonano in Argentina: le mie tradizioni sono mediterranee e per il concerto ho dovuto di fatto inventarmi qualcosa che partisse da lì, dal mondo argentino, per arrivare al mio mondo, quello che mi appartiene. Allora ho pensato di realizzare una rivisitazione del tango in chiave mediterranea, che si avvicinasse di più al mio mondo, quello con la musica etnica suonata con una formazione popolare. Mi è piaciuto molto toccare il tango ma con una mia personale rilettura moderna e questa, secondo me, è stata la carta vincente: quando l’ho proposto in sinfonica abbiamo fatto sold out e se l’avessimo fatto dieci giorni di fila avremmo riempito ogni sera il teatro, perché è stata una cosa veramente innovativa.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Comporre sempre e comporre cose nuove. Forse adesso sono più interessato a lasciare traccia di me quanto più possibile nelle mie creazioni, piuttosto che andare in giro per concerti. In questo momento sto realizzando dei video su alcune delle mia composizioni: come dicevo prima, è da poco uscito Giada. Ma a dicembre uscirà anche un altro video che ho realizzato al Santuario di Santa Rosalia. Il parroco, infatti, mi ha regalato la possibilità di isolarmi all’interno Santuario e riprenderlo in tutte le forme e da molteplici prospettive. Si tratta di un brano dedicato alla “Santuzza”, che è stato estrapolato dalla colonna sonora del Festino, di cui ho curato personalmente le musiche.