Di significativo valore è l’attività svolta dalle associazioni a difesa dell’acqua. Sono loro che danno voce all’utenza costretta a pagare un costo elevato a fronte di un servizio inadeguato.
“Inadeguato” non è un termine buttato sull’articolo tanto per dare maggiore clamore alla notizia, ché non può essere definito diversamente quando l’acqua, dopo decenni di promesse, arriva nelle abitazioni ogni quattro giorni e, un qualsiasi guasto, fa allungare i turni fino a dieci e più giorni.
Allo stesso modo è giusto e misurato definire “elevato” il costo del servizio, ché non tiene in conto l’essenzialità del bene e, gravissimo, la capacità di reddito dei cittadini utenti. Tutti i costi sono caricati nella tariffa e chi si è visto, si è visto.
Alla sindaca di Favara, ripetutamente è stato richiesto la formazione di un tavolo tecnico per fare l’effettiva pesatura del problema, alle non risposte dell’amministrazione, oggi le associazioni, “Adiconsum” sede di Favara – rappresentata dall’Avv. Giovanna Bruccoleri, “Konsumer” sede di Agrigento rappresentata dall’Avv. Giuseppe Di Miceli, “Promoteo Ius” rappresentata dal sig. Gaetano Milioto e “Favara per i Beni Comuni” rappresentata dai coordinatori Carmela Marrone e Fabio Patti, tutte facenti parti del coordinamento delle associazioni per l’acqua pubblica – TITANO, chiedono alla sindaco e all’assessore al ramo “di convocare, entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento della presente, al fine di conoscere a che punto sia l’iter amministrativo, e le modalità che si intendono adottare per l’istituzione del Gruppo di lavoro sulle tematiche del servizio idrico integrato per dare una pronta risposta ai cittadini bisognosi di una tutela reale nei confronti della gestione del servizio idrico”.
Non si farà nessun passo avanti senza l’istituzione del tavolo tecnico il solo capace di affrontare nella sua completezza l’erogazione del servizio. Il restare senza questo strumento favorisce il mancato controllo di tutto il processo della distribuzione idrica, dalle sorgenti alle reti idriche interne alla città e in termini di qualità dell’acqua e di perdite lungo le condotte. Non solo. Senza il tavolo tecnico l’utenza rimane divisa e senza alcuna forza per contrastare e far valere il primario diritto all’acqua nei confronti del gestore e del governo regionale, quest’ultimo con enormi responsabilità sui fattori che hanno determinato l’elevato costo dell’acqua, che umilia le fasce più deboli della società civile.