Della discarica di zona Palma Oliva ce ne siamo occupati pochi giorni fa e torniamo a parlarne perché invece di essere stata “eliminata” dall’amministrazione comunale, è stata “alimentata” dai soliti incivili.
Torniamo a parlare entrando negli aspetti “curiosi” della vicenda.
Il cittadino si è rivolto al giornalista dopo anni di incontrollata presenza della discarica in pieno centro.
Palma Oliva non dovrebbe essere una sorta di bidonville, ché non è la periferia di una grande città del Brasile, si trova, dicevamo, in una zona abitata da cittadini che pagano le tasse e devono ricevere, in contropartita, servizi adeguati. Dunque, legittimamente “incazzato” si rivolge alla stampa e quest’ultima ne parla all’opinione pubblica e, nello stesso tempo, denuncia pubblicamente un fatto, che costituisce, badiamo bene, un reato. Commette un reato chi inquina l’ambiente e lo commette anche chi ha la responsabilità del servizio di igiene ambientale. Il prima fa, l’altro, in qualsiasi modo, omette. Sono le regole di uno Stato civile, da Pordenone a Favara. A Pordenone su un simile evento si sarebbe scatenato tutto il mondo arabo a Favara la discarica aumenta.
Le giustificazioni intanto non servono a nulla. La civiltà si conquista con i mezzi della democrazia e ricorrendo alle istituzioni. Il cittadino, Salvatore Nicotra, si è rivolto alla stampa e l’uno e l’altra hanno fatto il loro dovere. E’ notizia ed è noto che nel quartiere Palma Oliva c’è una pericolosa discarica. A Pordenone, il responsabile del servizio si recherebbe dai carabinieri e dai vigili urbani e presenterebbe, immediatamente, una denuncia contro ignoti.
A Pordenone si inizierebbe a cercare l’incivile per punirlo e per farlo desistere a continuare nel suo comportamento, metterebbero cartelli, filo spinato, mine antiuomo.
Ora quando noi diciamo amministrazione comunale, molto spesso, inconsapevolmente generiamo confusione, perché il politico è l’ultimo che dovrebbe occuparsi del particole problema, mentre in prima battuta deve occuparsene la macchina burocratica, il Palazzo.
L’operatore ecologico che opera nella zona dovrebbe informare la ditta che gestisce il servizio, farebbero così a Pordenone, l’azienda informerebbe il dirigente comunale e attiverebbe le previste procedure. Specifichiamo, previste dalla legge. A Pordenone, il politico entra in campo solo quando devono cadere le teste. A Favara, dove non cadono neppure i capelli, funziona al contrario. Il netturbino si fa “i fatti so”, l’azienda che gestisce il servizio non “sapi nenti”, il dirigente comunale afferma e dichiara che tutto va bene e Nicotra grida al vento in buona compagnia della stampa.
Del resto Favara non è Pordenone.